Il 2 Luglio 2019 i caccia di quinta generazione F-35A e F-35B di Italia, Regno Unito e Stati Uniti si sono incontrati nei cieli del Sud Italia per una serie di manovre addestrative bilaterali a partire dalla base aerea italiana di Amendola sede del 32° Stormo dell’Aeronautica Militare. Questo è il secondo appuntamento addestrativo della comunità F-35 europea e del Mediterraneo dopo quello tra USA, Regno Unito e Israele della settimana scorsa avvenuto durante l’esercitazione Tri-Lightning.
Questa attività addestrativa ha visto l’impiego nella mattinata di due velivoli F-35A italiani del 32° Stormo e una coppia di velivoli F-35B del 617th Squadron della Royal Air Force inglese. Nel pomeriggio, invece, quattro velivoli F-35A italiani hanno preso parte ad un’esercitazione che li ha visti lavorare con quattro F-35A del 421st Fighter Squadron della U.S. Air Force e insieme ad altri assetti dell’Aeronautica Militare tra cui gli Eurofighter del 36° Stormo, AMX, T-346A e rifornitori KC-767A. Questa esercitazione è stata una dimostrazione dell’interoperabilità e integrazione raggiunte tra i nuovi caccia di quinta generazioe di Stati Uniti, Regno Unito e Italia. E’ importante ricordare che in Europa, Italia e Regno Unito, oggi, sono i primi due paesi tra quelli utilizzatori dello Joint Strike Fighter ad aver raggiunto l’obiettivo della IOC – Initial Operational Capability. L’Italia ha raggiunto la IOC a novembre 2018 in occasione del 4th Flying Course del TLP – Tactical Leadership Program, svolto sulla base aerea pugliese, e il Regno Unito nel gennaio 2019.
I velivoli inglesi F-35B STOVL del 617th Squadron “The Dambusters” sono decollati dalla base aerea RAF Akrotiri sull’isola di Cipro dove erano rischierati per l’esercitazione Lightning Dawn e da dove hanno svolto con successo anche le prime missioni operative sulla Siria. Sulla strada del rientro verso la base di Marham nel Regno Unito due dei sei aerei sono atterrati ad Amendola per addestrarsi con il personale italiano.
Lavorare con l’Aeronautica Militare ha riaffermato lo stretto legame esistente tra la Royal Air Force e l’Arma Azzurra, legame che vede le due forze aeree condividere l’utilizzo dell’F-35, dell’Eurofighter Typhoon e fine a qualche tempo fa anche del Tornado (andato in pensione dalla RAF a marzo del 2019), ma anche la partecipazione, sotto l’egida delle missioni NATO Air Policing alla sorveglianza e difesa dello spazio aereo dell’Allenza Atlantica nel Baltico, in Islanda e in Romania.
I caccia stealth americani sono giunti ad Amendola nel pomeriggio provenienti dalla base aerea di Spangdahlem. I velivoli americani provenienti dal 388th Fighter Wing e dal 419th Fighter Wing basati presso la Hill Air Force Base nello Utah sono in Europa da Maggio 2019 come parte di un pacchetto di sicurezza, Theater Security Package, che è un organismo che a rotazione dimostra l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dei partner e alleati europei a migliorare la sicurezza regionale.
Gli F-35A americani del 421st Fighter Squadron e quelli italiani del 13° Gruppo Volo hanno partecipato ad una missione di addestramento complessa, una OCA – Offensive Counter Air, sul mar Tirreno integrando così sia assetti di quinta generazione, di diversa nazionalità, che quarta generazione come gli Eurofighter. I caccia americani da Maggio hanno partecipato a varie esercitazioni in Europa come il TLP 2019-2 ad Albacete, la Astral Knight 2019 ad Aviano e la Tri-Lightning. Detti caccia sono stati una settimana in Svizzera per presentare l’F-35A alle forze armate locali che dovranno scegliere il sostituto dei loro anziani F-18 Hornet nell’ambito del programma Air2030, sono arrivati poi in Finlandia per l’airshow di Turku e sono anche impegnati, a partire dalla base aerea di Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti, a supporto dell’operazione Inherent Resolve sulla Siria e l’Iraq.
Positivi apprezzamenti sono stati espressi sia dal Comandante del 617th Squadron Wing Commander John Butcher che dal Comandante del 421st Fighter Wing Lt. Col. “Ali” per la grande opportunità di addestramento e condivisione con il personale italiano. Questa giornata di scambio di capacità ed esperienze serve a rafforzare l’interoperabilità e la capacità operativa tra le tre nazioni e tra gli alleati della NATO. Ad esempio durante la mattina i velivoli F-35A italiani e F-35B inglesi, che non avevano mai lavorato insieme, durante le fasi di volo, hanno potuto utilizzare il sistema MADL – Multi-function Advanced Data Link una rete sicura multi-funzione avanzata per lo scambio e la condivisione dei dati. Un sistema che esprime le sue capacità aggregando, elaborando e fondendo le informazioni catturate tramite i sensori del velivolo, informazioni che poi vengono trasmesse e condivise in tempo reale ad altri velivoli dello stesso tipo oppure ad altre piattaforme che dispongono della stessa tecnologia.
Abbiamo chiesto al Col. Marzinotto, Comandante del 32° Stormo un commento sull’attività con i velivoli inglesi: “Questi sono dei passi di maturità che vanno ovviamente nella importantissima direzione dell’integrazione tra macchine di quinta generazione di forze armate diverse. Sapete bene che il sistema MADL è un sistema estremamente performante che esprime la capacità di connettività tra velivoli F35 e durante la Astral Night abbiamo provato con successo questa tipologia di interazione essenziale per qualunque tipologia di missione di coalizione o impiego anche addestrativo che si fa e che si farà. Questo primo incontro con i velivoli britannici serve a cementare e a valorizzare quelle che sono le possibilità in prospettiva di collaborazione di interoperabilità tra le forze armate italiane ed inglesi così come quelli di altre nazioni. La strada è lunga e sarà lunga ma la macchina è matura ed è fatta per essere interoperabile tra tutti gli F-35 users.“
Altro tema fondamentale affrontato in questa giornata addestrativa è stato quello della logistica. Da un punto di vista strategico l’utilizzo del sistema F-35 attraverso la condivisione della logistica e delle infrastrutture addestrative per il personale, consente una significativa ottimizzazione delle risorse. Per garantire la massima disponibilità in termini di efficienza e utilizzo, semplificando i processi di manutenzione il velivolo si interfaccia con il sistema informatico di logistica integrata ALIS – Autonomic Logistic Information System. Con ALIS si ha la capacità di pianificare, mantenere, programmare e sostenere i propri sistemi durante l’intera vita operativa del velivolo. Integrando moltissime funzionalità logistiche il sistema è in grado di gestire tutte le informazioni relative ad ogni singolo aereo prodotto, arrivando a controllorare lo stato di usura di ogni singolo componente pianificando anche l’eventuale ordine e sostituzione.
A tal proposito il Col. Marzinotto Comandante del 32° Stormo ha confermato l’estrema importanza di questo aspetto del programma F35: “Questo è un programma estremamente ambizioso e rende così naturale conseguenza che gli F35 users, quindi paesi e Forze Armate che impiegano il velivolo, possano usufruire degli aspetti di supporto logistico delle altre basi dei paesi amici. Questo è un esempio e ci auguriamo al più presto di poter ricambiare e portare i nostri velivoli anche negli altri paesi perché le strutture logistiche e di supporto operativo per far volare l’aeroplano nascono nel progetto con questa capacità e con questa finalità per il supporto delle flotte F-35“.
Aggiungiamo che Amendola è oggi un’eccellenza per la Difesa e per l’Aeronautica Militare perchè racchiude in se tutta una serie di capacità di estrema rilevanza per il paese integrando tecnologia ed elemento umano grazie alla presenza degli F-35 e degli UAV Predator, altro assetto che permette un’elevata capacità strategica di information superiority sia a livello nazionale che di Alleanza Atlantica. Sempre il Col. Marzinotto ci ha detto che “anche gli F-35B italiani potranno eventualmente appoggiarsi sulla base di Amendola” cosa che aumenterà ancor di più l’importanza della base aerea pugliese.
Sempre il Col. Marzinotto sull’esercitazione e gli aspetti logistici: “Queste missioni completate con successo come abbiamo sempre detto sono una dimostrazione di fatto che l’F-35 esprime tutte le capacità di svolgere e di assolvere funzioni operative che un tempo erano catalogate con nomi diversi e che oggi racchiudono la parola omnirole. Pochi giorni di permanenza qui hanno lo scopo di intavolare, di iniziare un percorso di amicizia assolutamente consolidata che sarà lungo e che nelle espressioni operative che ci saranno nel futuro si inquadra come un primo passo. Il comandante Butcher ha elencato l’importanza degli aspetti logistici di supporto e di avere la confidenza e la prontezza che F-35 di diversi paesi possano operare con la massima semplicità ed efficacia in basi differenti e in luoghi diversi. È un aspetto importante. Sono molte le strade che noi stiamo percorrendo per dare solidità non solo dal punto di vista dell’interoperabilità in volo ma anche di quella logistica che è parte del programma stesso ed è una strada che abbiamo aperto oggi e che avrà sicuramente un grande futuro.“
F-35 Joint Strike Fighter
Il Lockheed Martin F-35 è un aereo completamente nuovo, un cambio radicale di mentalità non solo nell’impiego operativo ma anche nelle potenzialità del sistema. Non è più una macchina meccanica, è una macchina che grazie alla sua tecnologia e ai suoi sensori è capace, oltre che di combattere e sopravvivere in scenari non permissivi e ad alta intensità, di gestire e analizzare una mole infinita di dati, di trasmetterli e condividerli con altri aerei, altri sistemi di comando e controllo a terra o in mare. E’ il centro di un sistema che offre alla difesa uno strumento efficacissimo. Tutto questo può avvenire grazie alla sua progettazione e realizzazione che sfruttano le migliori tecniche oggi disponibili in ambito della bassissima osservabilità radar, grazie a più di 150 processori che gestiscono 8,6 milioni di righe di codice software ( 2,2 milioni sono le righe di codice di un F-22 e un milione quelle di un velivolo di 4 generazione), grazie al suo potentissimo radar APG-81 che lavora sotto ogni condizione meteo, alla sensoristica radar, infrarosso ed elettro-ottica e alla fusione dei dati.
L’F-35 è quindi un sistema d’arma “omniruolo” concepito per affrontare diversificate tipologie di operazioni aeree, in grado di ricevere e ridistribuire un flusso straordinario di dati essenziali per conseguire l’information superiority, elemento nodale delle moderne operazioni complesse. Le eccezionali potenzialità e adattabilità ai contesti più diversi fanno dell’F-35 un caccia in grado di esprimere simultaneamente numerose capacità operative, ponendolo come assetto strategico per la Difesa ed indispensabile nella conduzione delle moderne operazioni.
Gli F-35A dell’Aeronautica Militare
L’Aeronautica Militare utilizza gli F-35A CTOL versione a decollo ed atterraggio convenzionale assegnati al 13° Gruppo “Falchi” del 32° Stormo di Amendola ed è la quarta forza aerea al mondo ad aver raggiunto la capacità operativa iniziale dopo la US Air Force, lo US Marine Corps e la Israeli Air Force. Il primo esemplare è stato consegnato al 32° Stormo il 12 dicembre 2016. Già inserito nella catena di sorveglianza dello spazio aereo nazionale gli F-35A italiani hanno raggiunto la capacità operativa iniziale a fine 2018 permettendo alla Forza Armata di disporre così già dal 2019 di un sistema d’arma che sviluppa concrete capacità operative. Capacità che sono continuamente messe alla prova, sviluppate e migliorate grazie a continui rischieramenti addestrativi per impiego aria/suolo in campo nazionale o ad esempio al Polygone, in Germania e alla partecipazione a diverse esercitazioni internazionali dove si simulano scenari operativi complessi, quali la Vega 2017, la Joint Stars 2019, la Astral Knight 2019 o la Iniohos 2019.
Abbiamo chiesto un breve commento sugli aggiornamenti tecnici del software che equipaggia gli F-35A dell’Aeronautica Militare al Col. Marzinotto che ci ha risposto così: “la flotta italiana è già migrata sul software definitivo di fine sviluppo quindi il cosiddetto 3F come in linea con tutta la flotta F-35 di tutti gli altri paesi e quindi allo stato dell’arte e questo software ovviamente esprime tutte le capacità operative di sviluppo del velivolo e anche l’integrazione con tutti gli armamenti che erano stati previsti in fase di sviluppo. La fase è quindi conclusa e il 3F è l’espressione che chiude questa prima parte dello sviluppo“.
Testo: Stefano Monteleone
Immagini e video: Gianluca Vannicelli