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Il Pentagono conferma che l’Ucraina avrebbe ottenuto ulteriori aeromobili e parti di aeromobili per sostenere le operazioni della propria forza aerea

@ Archivio Aviation Report / Andrea Avian

AGGIORNAMENTO ORE 18:30: un alto funzionario della difesa degli Stati Uniti ha confermato che l’Ucraina ha aggiunto più di 20 jet da combattimento alla sua flotta operativa riparando aerei inutilizzabili con parti di ricambio fornite dall’Europa.

AGGIORNAMENTO ORE 17:00: l’Ukrainian Air Force su twitter ha confermato che “con l’assistenza del governo degli Stati Uniti le forze aeree hanno ricevuto pezzi di ricambio e componenti per il ripristino e la riparazione della flotta di aeromobili delle forze armate, che consentiranno di mettere in servizio più attrezzature e che ufficialmente l’Ucraina non ha ricevuto nuovi aerei dai partner“.

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Secondo il portavoce del Dipartimento della Difesa, John Kirby, l’Ucraina avrebbe ricevuto ulteriori aerei da combattimento da altri paesi partner, ma non dagli Stati Uniti, nonché parti aggiuntive di aeromobili per consentire a Kiev di poter operare più aerei. “Vorrei solo dire, senza entrare in ciò che le altre nazioni stanno fornendo, che hanno ricevuto piattaforme e parti aggiuntive per poter aumentare le dimensioni della loro flotta di aeromobili.“, ha affermato il Pentagono tramite il suo segretario stampa John Kirby durante l’ultima conferenza stampa.

Inoltre, secondo un funzionario del Pentagono gli ucraini “Hanno ancora a disposizione la maggior parte dei loro velivoli ad ala fissa. La grande maggioranza delle loro risorse ad ala rotante sono ancora a loro disposizione. Hanno ancora la maggior parte dei loro missili balistici. E molti dei loro missili da crociera. Quindi, hanno a disposizione armamento a lungo raggio.” Il portavoce del Pentagono John Kirby non ha fornito dettagli su quali paesi avrebbero fornito gli aerei in questione, ma ha riconosciuto i nuovi trasferimenti e ha affermato anche che l’Ucraina avrebbe ora più aerei da combattimento operativi rispetto a due settimane fa. “Abbiamo certamente aiutato con il trasbordo di alcuni pezzi di ricambio aggiuntivi che hanno aiutato con le loro esigenze di aeromobili, ma non abbiamo trasportato gli aerei“, ha affermato Kirby.

Tuttavia, ciò potrebbe presto cambiare. Gli Stati Uniti hanno annunciato l’intenzione di trasferire in Ucraina elicotteri di fabbricazione russa Mi-17 che un tempo erano stati destinati all’Afghanistan. Sabato scorso un funzionario della Casa Bianca aveva, infatti, dichiarato alla CNN che le spedizioni dell’ultimo pacchetto di assistenza alla sicurezza approvato dall’amministrazione Biden per l’Ucraina erano iniziate.

Ricordiamo che la scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva approvato un pacchetto aggiuntivo di armi, munizioni e assistenza alla sicurezza per l’Ucraina per un valore di 800 milioni di dollari. Gli Stati Uniti, per la prima volta, hanno accettato di fornire a Kiev alcune capacità militari che alcuni funzionari dell’amministrazione Biden poche settimane fa consideravano un rischio di escalation troppo grande, inclusi 11 elicotteri Mi-17; 18 pezzi di artiglieria da 155 mm e altri 300 droni Switchblade.

Kirby non ha specificato i paesi che avrebbero trasferito gli aerei in Ucraina ma, come abbiamo già riportato più volte su Aviation Report nelle scorse settimane, non è difficile fare delle ipotesi. Kiev allo stato dei fatti può mettere in servizio solamente aerei dello stesso tipo già operativi con le sue forze aeree. Parliamo quindi di MiG-29, Su-27, Su-25 e Su-24. Ora a parte incredibili sorprese, gli unici paesi ex Patto di Varsavia, ed ora NATO, ad operare queste macchine sono la Polonia e la Slovacchia con i MiG-29 e la Bulgaria con i MiG-29 e i Su-25.

Per settimane si sono alternate affermazioni e smentite su questi possibili trasferimenti, ben visti da Washington ma mai approvati ufficialmente dagli USA, trasferimenti sui quali Polonia e Slovacchia avevano dato immediata disponibilità. Come sappiamo, inoltre, la Slovacchia ha già ceduto all’Ucraina il suo unico sistema di difesa aerea S-300 sebbene la Russia ne abbia già confermato la distruzione una volta giunto in territorio ucraino. Al momento non ci sono ulteriori conferme o smentite sulla questione, ma le notizie che circolano sui social media confermano la Slovacchia come paese fornitore di alcune parti di ricambio, come gli stessi USA tramite alcuni vecchi MiG-29 acquistati alla fine degli anni ’90 dalla Moldova. Non è chiaro ancora se la Slovacchia abbia fornito anche alcuni aerei completi.

A Kiev farebbero comodo entrambi i modelli, MiG-29 e Su-25, anche se tatticamente potrebbero essere ininfluenti sull’andamento del conflitto sia per la quantità di aerei forniti sia per le loro capacità di combattimento, non aggiornate o scarsamente aggiornate, che gli garantirebbero scarse probabilità di sopravvivenza sul campo di battaglia contro i più moderni velivoli e le difese aeree di Mosca. Naturalmente quest’ultima aveva avvertito la NATO, gli USA e l’Unione Europea che un trasferimento del genere avrebbe scatenato una rappresaglia contro il paese fornitore che sarebbe stato automaticamente dichiarato come nemico e in guerra contro la Russia.

Sappiamo bene che se questo accadesse e il paese fosse un membro della NATO scatterebbe il famigerato articolo 5 dell’Alleanza Atlantica che vincola gli stati membri alla difesa collettiva a seguito di un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale e che verrebbe considerato come un attacco diretto contro tutte le parti.

Ma in quali condizioni si trova esattamente l’aeronautica militare di Kiev in concomitanza con questa notizia? Questo è il tema importante. Se l’aviazione militare ucraina continuasse a perdere aerei ad un ritmo elevato, anche questi rinforzi potrebbero non durare a lungo, oltre a scatenare, come detto, una eventuale rappresaglia russa. Forse il gioco non vale la candela!

Il bimotore supersonico MiG-29 era il tipo più numeroso nell’aviazione prebellica ucraina. Circa 70 MiG-29 equipaggiavano tre basi con sei squadroni. I caccia Su-27, i velivoli d’attacco Su-25 e i bombardieri Su-24 costituivano il resto dell’inventario degli aerei da guerra ucraini, che era di circa 125 aerei operativi al 23 febbraio 2022. In 54 giorni, i russi hanno abbattuto non meno di 15 jet ucraini che gli analisti OSInt hanno potuto confermare visivamente. Quel totale verificato include quattro MiG-29, ma le perdite effettive potrebbero essere indubbiamente maggiori.

Gli abbattimenti non raccontano tutta la storia poiché le forze russe hanno anche attaccato anche le strutture di supporto quali l’impianto statale di riparazione di aeromobili a Leopoli che revisionava proprio i MiG-29 e i depositi di carburante delle principali basi aeree ucraine con i missili balistici. Il risultato è una costante erosione della flotta di caccia operativi dell’Ucraina. Al primo mese di combattimenti gli ucraini stavano lanciando solo da cinque a 10 sortite al giorno, contro le 200 o più sortite dei russi.

Polonia

Tra gli alleati della NATO con disponibilità di velivoli da combattimenti di epoca sovietica, la Polonia è stata la prima nazione ad aver dato piena disponibilità di fornitura dei suoi 23 Mig-29M Fulcrum. Anche in questo caso la Polonia cedendo i suoi 23 Mig-29, o parte di essi, avrebbe richiesto a Washington di ripianare il vuoto con un altro velivolo che potrebbe essere l’F-16C/D, di seconda mano, che già milita in 48 esemplari, nella versione Block 52+ F-16C/D Vipers, nelle forze aeree polacche. Una soluzione comoda che, come detto, andrebbe incontro anche alle altre due forze aeree della NATO dotate di MiG-29, la Bulgaria e la Slovacchia, che sono già in ballo con l’acquisizione degli F-16 Fightning Falcon.

Leggi il nostro reportage in Bulgaria del 2021 con tutti i dettagli sui Su-25 bulgari

Bulgaria

Anche la Bulgaria è uno dei paesi dell’Europa orientale che possiede i sistemi di difesa aerea S-300 che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato essere urgentemente necessari per respingere l’assalto aereo della Russia. L’alleato della NATO del Mar Nero ha anche gli stessi caccia MiG-29 e Su-25 dell’era sovietica usati dall’aviazione militare ucraina. Ma la Bulgaria dipende anche dal gas russo, e finora il primo ministro bulgaro Kiril Petkov ha rifiutato un’assistenza militare all’Ucraina e ha escluso il trasferimento dei suoi jet.

Ottenere i sistemi d’arma dalla Bulgaria ad oggi non sarà facile poiché la Bulgaria non ha abbastanza aerei da combattimento per difendere il proprio territorio. “La posizione ufficiale del governo non è un supporto militare, ma solo umanitario“, ha affermato un funzionario bulgaro. Nell’ottobre 2020, la Bulgaria e gli Stati Uniti avevano firmato un accordo decennale per approfondire i legami di difesa e migliorare la prontezza e le capacità militari della Bulgaria. Sofia ha acquistato otto F-16 Fightning Falcon, ma i recenti ritardi nella produzione della Lockheed Martin farà slittare la modernizzazione aerea della Bulgaria non prima del 2025.

Leggi il nostro reportage in Bulgaria del 2018 con tutti i dettagli sui Mig-29 polacchi

Slovacchia

La Slovacchia aveva accettato di fornire i suoi sistemi di difesa aerea S-300 e MiG-29 all’Ucraina “immediatamente” in cambio di sostituzioni “adeguate” in modo tempestivo, aveva detto ai giornalisti il ​​ministro della Difesa slovacco Jaroslav Nad in una conferenza stampa congiunta con il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd J. Austin III il 17 marzo scorso. Austin ha affermato che parte del motivo della sua visita era quello di dimostrare l’unità della NATO e la solidarietà con l’Ucraina. Le discussioni sugli S-300 e sui MiG-29 indicavano che l’alleanza sta “lavorando urgentemente” per aiutare l’Ucraina a difendersi, aveva affermato.

La Slovacchia dovrebbe ricevere 14 nuovi caccia F-16 Block 70, ma la consegna di questi jet è stata ritardata di un anno, dal 2023 al 2024. Javorcik ha affermato che i MiG-29 saranno eliminati gradualmente nell’ottobre 2023, indipendentemente dal fatto che i nuovi jet F-16 siano disponibili o meno. In questo scenario la Slovacchia ha già trasferito il suo unico sistema di difesa aerea S-300PMU all’Ucraina intorno al 9 aprile scorso.

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