Come avevamo scritto prima dell’inizio del conflitto, l’Ucraina aveva circa 100 batterie attive di sistemi di difesa aerea a lungo raggio S-300 con un massimo di 300 lanciatori. Sette settimane dopo, i russi hanno messo fuori combattimento almeno 21 dei lanciatori S-300 che analisti esterni dei gruppi OSInt sui social media hanno confermato con foto o video. Anche se il totale effettivo dei lanciatori distrutti fosse più alto, e quasi certamente lo è, non è difficile capire perché l’aviazione militare russa stia ancora perdendo un numero sorprendente di aerei. Detto questo, probabilmente sta arrivando il giorno in cui l’Ucraina esaurirà le sue armi terra-aria a più lungo raggio.
L’esercito, l’aviazione e la marina di Kiev hanno ereditato molte attrezzature per la difesa aerea quando l’Unione Sovietica è crollata nel 1991. Queste includevano sei brigate e quattro reggimenti di S-300 che sono confluiti nell’aviazione militare ucraina, più ulteriori S-300 presi in carico dall’esercito.
Una brigata di S-300 comprende diversi battaglioni, ognuno dei quali sovrintende a più batterie. Una batteria di solito include radar di acquisizione e ingaggio separati, un veicolo di comando e fino a una dozzina di lanciatori ciascuno con quattro missili pronti al fuoco. In quanto tale, una brigata S-300 potrebbe schierare un centinaio o più lanciatori e più di 400 missili pronti. Un reggimento di S-300 di solito ha quattro batterie che operano fino a 48 lanciatori con un totale di 192 missili. Ogni lanciatore di S-300 può sparare un missile da due tonnellate fino a 125 miglia, a seconda del modello.
Kiev schiera diversi modelli di S-300P/PS/PT degli anni ’80 (fino a 75/90 km di portata), che però hanno poca mobilità e quindi una capacità di sopravvivenza inferiore rispetto alle nuove versioni dell’S-300. A differenza dell’S-300PM-2, dell’S-300V4 (195/400 km di portata) o di altre varianti moderne schierate dalle forze armate russe, gli S-300 ucraini non sono stati progettati per la difesa di vaste aree, non hanno una capacità di difesa multistrato ed hanno una limitata consapevolezza della situazione.
Se diamo per scontato il numero di perdite a 21 lanciatori, questo è l’equivalente di circa sette batterie, quindi il 7% della forza. Ma il degrado delle difese aeree a lungo raggio dell’Ucraina del 7% dopo sei settimane di bombardamenti non è un gran successo per i missili russi. Prima del conflitto, quando si ipotizzava un eventuale intervento russo in Ucraina, avevamo dato per scontato che le forze aeree e missilistiche di Mosca avrebbero annientato le difese aeree di Kiev nelle prime 24 ore di battaglia. Ci sbagliavamo!
Come abbiamo visto in altri conflitti, la prima Guerra del Golfo ne è un esempio, molti eserciti concentrano gli attacchi iniziali sulle difese aeree del nemico per stabilire un certo grado di superiorità aerea prima che inizi l’offensiva di terra. La Russia non ci è riuscita e questo spiega anche le perdite aeree dell’aeronautica militare russa che però continua a martellare l’Ucraina.
In questo scenario il presidente ucraino Vladimir Zelensky, nel suo messaggio del 16 marzo al Congresso degli Stati Uniti, aveva chiesto espressamente aiuto per acquisire più missili a lungo raggio. “Sapete di che tipo di sistemi di difesa abbiamo bisogno: S-300 e altri sistemi simili“, aveva detto Zelensky. Gli Stati Uniti e i loro alleati hanno cercato di capire come consegnare gli S-300 in Ucraina. Un piano prevedeva che la Slovacchia trasferisse in Ucraina la sua singola batteria di S-300 in cambio di un nuovo sistema di difesa aerea come il Patriot di fabbricazione americana.
Il sistema S-300 slovacco, con 45 missili, è partito per l’Ucraina e secondo quanto riferito da molti media internazionali anche la Slovenia sarebbe disposta a trasferire alcuni dei propri S-300. Il primo ministro slovacco Eduard Heger ha confermato che la Slovacchia ha fornito all’Ucraina il sistema missilistico terra-aria S-300PMU. L’assistenza fornita dalla Repubblica slovacca è esclusivamente di natura difensiva al fine di sostenere le capacità di autodifesa dell’Ucraina e la protezione di vite innocenti da ulteriori aggressioni da parte del regime di Putin. Quattro batterie del sistema americano Patriot PAC-3 copriranno il territorio della Repubblica Slovacca.
Secondo i rapporti locali, il sistema di difesa aerea S-300 slovacco è già in Ucraina, dopo un’operazione di trasferimento che ha richiesto due giorni per essere completata, e potrà entrare subito in servizio senza che il personale militare si debba addestrare per far funzionare il sistema.

Apparentemente gli ucraini dovrebbero avere ancora un centinaio di lanciatori S-300, ma continuano a perderli ad una velocità di almeno tre o quattro a settimana. Poiché non c’è fine in vista per la peggiore guerra europea degli ultimi decenni, potrebbe arrivare il momento in cui l’Ucraina avrà pochi sistemi di difesa aerea a lungo raggio e nemmeno i singoli sistemi di Slovacchia e Slovenia potranno fare la differenza.