Oggi la nostra Aeronautica Militare è un punto di riferimento in ambito internazionale in fatto di efficienza, prestazioni, capacità operativa; è di qualche settimana fa l’ennesimo riconoscimento internazionale, il premio “The Sir Douglas Bader Trophy” come migliore presentazione solista per l’equipaggio del velivolo C-27J Spartan.
Per restare al passo con le altre nazioni, l’Aeronautica Militare ha fatto enormi investimenti per dotarsi di sistemi d’arma di ultima generazione e per svecchiare una flotta un po’ datata. Questo vale per l’ala fissa ma anche per l’ala rotante dove negli ultimi anni abbiamo visto entrare macchine come l’HH139 di Leonardo, che rappresenta un vanto per l’Aeronautica Militare e per l’industria italiana in generale.
Ma proprio nel settore dell’ala rotante si sta verificando una rivoluzione con l’arrivo di una nuova generazione di elicotteri che promettono di sconvolgere il nostro concetto di mobilità urbana, figuriamoci quello del mondo militare. Questa rivoluzione prende il nome di Future Vertical Lift (FVL).
Lo scopo del FVL è quello di creare elicotteri che utilizzino nuove tecnologie, che siano più veloci, abbiano una maggiore autonomia, una maggiore capacità di carico utile, siano più affidabili, più facili da mantenere e utilizzare, abbiano costi operativi inferiori: ti pare poco? Abbiamo deciso di parlarne con l’Aeronautica Militare, che ringraziamo sin d’ora, per farci spiegare meglio cos’è il FVL e perché è così importante per le nostre forze armate. Ringraziamo l’Aeronautica Militare per averci concesso questa intervista.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Parliamo del presente: quali piattaforme ha in uso attualmente l’Aeronautica Militare (parlo di ala rotante)?
Aeronautica Militare: La componente ad ala rotante dell’AM si basa sugli assetti HH-139 – nelle versioni A e B – e sugli HH-101A. L’HH-139A/B è l’aeromobile “interim solution” con il quale il 15° Stormo di Cervia, grazie alla peculiare distribuzione su tutto il territorio nazionale dei vari Centri SAR (Search And Rescue) dedicati, garantisce, in caso di necessità, la ricerca e il soccorso in favore degli equipaggi di aeromobili militari impegnati quotidianamente in attività di volo. L’assetto contribuisce, inoltre, alla lotta agli incendi boschivi (AIB) nonché alla capacità di Difesa Aerea Nazionale in qualità di Slow Mover Interceptor (SMI).
L’HH-101A, in forza al 9° Stormo di Grazzanise, è un assetto in grado di assicurare missioni “combat” che vanno dal Supporto Aereo alle Operazioni Speciali (SAOS) al Personnel Recovery (PR), da svolgere, prevalentemente, fuori dai confini nazionali e per missioni caratterizzate da intensità e livello di minaccia elevati.
Entrambi i vettori garantiscono l’intervento a supporto della popolazione in caso di calamità naturali, trasporto di pazienti in imminente pericolo di vita o in bio‑contenimento.
Per alimentare la filiera degli equipaggi da indirizzare alla componente operativa, l’AM è dotata di una flotta di elicotteri per svolgere l’attività di formazione al volo degli equipaggi destinati a operare sugli assetti ad ala rotante, il 72° Stormo di Frosinone opera con gli elicotteri TH-500D/E e UH-139.
Infine, il 31° Stormo di Ciampino svolge l’attività dedicata ai Voli di Stato, anche mediante l’assetto VH-139.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una ottimizzazione sia dei reparti che dei mezzi: succederà lo stesso con l’ala rotante?
Aeronautica Militare: È già in corso un processo di razionalizzazione della struttura ordinativa dei Reparti ala rotante. All’interno del Comando della Squadra Aerea (CSA) le capacità Personnel Recovery e il Supporto Aereo alle Operazioni Speciali (SAOS) sono state attestate alla 1° Brigata Operazioni Speciali, che le esprime attraverso l’impiego degli HH-101A affidati al 9° Stormo di Grazzanise (CE).
Invece, le capacità SAR, SMI e AIB sono state affidate al 15° Stormo e ai suoi Centri dipendenti di Pratica di Mare, Decimomannu, Trapani e Gioia del Colle che impiegano gli HH-139A/B.
Le attività manutentive avanzate per gli HH-101 e gli HH-139 sono state affidate al 3° Reparto Manutenzione Aeromobili e Armamento di Treviso.
In tema di progettualità future afferenti il comparto Ala Rotante riteniamo sia utile evidenziare:
- lo spostamento della scuola elicotteri dal 72° Stormo di Frosinone al sedime dell’Aeroporto di Viterbo, al fine di realizzare una nuova “Scuola Elicotteri a connotazione Interforze a Lead AM” per il soddisfacimento delle esigenze di formazione al volo del comparto Difesa. Il successo dell’iniziativa è stato possibile grazie a una piena e lungimirante condivisione di intenti tra Aeronautica Militare ed Esercito Italiano;
- il prossimo phase-out dell’elicottero per la formazione al volo TH-500D che, dopo decenni di onorato servizio, lascerà il posto al nuovo e più moderno TH‑169 (che permetterà di raggiungere anche in quest’ambito gli alti standard formativi raggiunti in altre realtà, tra cui spicca l’International Flight Training School – IFTS), per traguardare in tal modo una crescita di qualità armonica in tutti i comparti della Forza Armata.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Sempre più spesso si sente parlare di Future Vertical Lift, ma che cosa è esattamente e come mai è così importante per l’Aeronautica Militare?
Aeronautica Militare: Nel settore dell’ala rotante si sta assistendo a un grande fermento, innescato dalla ormai diffusa consapevolezza circa l’inadeguatezza dell’attuale livello tecnico e tecnologico degli odierni elicotteri se rapportati ai futuri scenari attesi.
In tal senso, tutti gli studi e le analisi operative svolte sinora confermano la necessità per la componente ad ala rotante di evolvere in maniera decisa in termini di prestazioni (velocità, range, carico utile), sopravvivenza (anche elettromagnetica e cyber), capacità di ingaggio e connettività, oltre a richiedere maggiore affidabilità, semplicità ed economicità manutentiva. Tali esigenze sono state confermate anche in occasione del conflitto in Ucraina, in cui stiamo assistendo in maniera concreta alle limitazioni operative che affliggono le flotte attualmente in inventario, non compatibili con scenari a elevata intensità e connettività spiccata.
In tale contesto, l’AM dovrà dotarsi di assetti a decollo e atterraggio verticale rapidi, in grado di ridurre i tempi di reazione alle minacce che giungono da o attraverso l’Aerospazio, e capaci di gestire in modo nativo operazioni multi-dominio in scenari contesi, complessi e caratterizzati dalla presenza di una fitta rete interconnessa di sistemi antiaerei dalle accresciute capacità (c.d. Anti Access/Area Denial (A2/AD)).
A ciò si deve aggiungere la convinzione che i futuri ambienti in cui l’Aeronautica sarà chiamata ad operare saranno caratterizzati da un ampio spettro geografico e climatico, in cui le caratteristiche di volo intrinseche della componente ad ala rotante continueranno a svolgere il ruolo di abilitante flessibile e fondamentale di numerose capacità militari, ma anche elemento essenziale di funzioni a supporto della sicurezza civile per la popolazione.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Quali saranno le caratteristiche principali che gli assetti ad ala rotante del prossimo futuro dovranno possedere?
Aeronautica Militare: I futuri scenari operativi non potranno prescindere dall’utilizzo di una componente di aeromobili a decollo e atterraggio verticale in grado di rischierare/infiltrare in maniera autonoma, puntuale e senza dedicato supporto di terra, selezionati pacchetti di capacità ad alta prontezza ed elevata specializzazione per lo svolgimento di specifiche e peculiari missioni, spesso dagli effetti strategici.
Questi aeromobili saranno impiegati in ambienti a elevata minaccia tecnologicamente evoluta, in ogni condizione atmosferica, a elevata distanza dalla Base Madre, in contesti a sempre maggiore connettività. Tali caratteristiche richiederanno lo sviluppo di una nuova famiglia di aeromobili di innovativa concezione, dalle accresciute prestazioni complessive, in grado di superare le limitazioni tecnologiche che attualmente condizionano fortemente le flotte ad ala rotante in servizio.
Parimenti, sarà necessario prevedere un livello di connettività e capacità di elaborare una grande quantità di dati e informazioni, coerentemente con l’atteso futuro livello di pervasività della dimensione cibernetica e cognitiva, in cui l’abilità di valorizzare l’enorme mole di dati proveniente dalla sempre più evoluta e diffusa sensoristica disponibile sul campo delle operazioni sarà un elemento determinante per il successo dell’intervento militare e la sopravvivenza delle Forze Alleate.
In tale quadro, appare di particolare interesse il trend tecnologico caratterizzante le cosiddette soluzioni “compound” che, implementando innovativi accorgimenti e approcci ingegneristici all’avanguardia, riescono a combinare soluzioni aerodinamiche in grado di assicurare elevata manovrabilità, raddoppio delle velocità operative con conseguente maggiore rapidità di intervento e possibilità di una maggiore integrazione in pacchetti capacitivi complessi a elevata tecnologia, grande flessibilità di impiego in ogni condizione ambientale, marcato incremento delle quote e distanze operative, riduzione del footprint logistico, ridotti consumi con conseguente incremento dei tempi utili di intervento, oltre a un accresciuta capacità generale di maggiore interconnessione.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Quale tipo di alimentazione secondo Voi è più adatta per questo tipo di assetto?
Aeronautica Militare: L’attuale scenario internazionale evidenzia il profondo nesso che intercorre tra i mutamenti climatici e gli effetti sulla pace e sicurezza internazionale. Di fatto, il cambiamento climatico comporta, soprattutto nelle aree più povere del pianeta, effetti negativi sullo sviluppo economico, alimentando in questo modo conflitti interni e flussi migratori. Le conseguenze si propagano come un effetto domino e ci investono direttamente, come dimostrano i recenti sviluppi della crisi libica nonché la profonda crisi che caratterizza la fascia del Sahel. Ciò impone una profonda riflessione in qualsiasi contesto, anche quello della Difesa, orientata alla riduzione dell’impatto sull’ambiente delle attività della Forza Armata.
In tale contesto, l’Aeronautica, in linea con gli intendimenti dell’Autorità Politica, persegue anche per il FVL l’introduzione di tecnologie connesse all’alimentazione dei propulsori sempre più ecosostenibili. Pertanto, siamo aperti a qualsiasi soluzione tecnologica che – contando sul profondo impegno sia nel settore della Ricerca che in quello Industriale – punti all’aumento di efficienza nei propulsori del futuro con la conseguente riduzione delle emissioni e aumento delle prestazioni. Contemporaneamente, sono in corso programmi per ridurre le emissioni derivanti da tutte le attività di supporto all’attività di volo, al fine di ridurre sempre più l’impatto ambientale.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Secondo Voi, quali dei progetti sinora presentati in ambito internazionale meglio si adattano alle future necessità dell’Aeronautica Militare?
Aeronautica Militare: La principale progettualità nel quale l’Italia è direttamente coinvolta è il Next Generation Rotorcraft Capability (NGRC), programma sviluppato in ambito NATO, che vede una cospicua partecipazione internazionale. Il progetto è ancora nelle battute iniziali del suo sviluppo, ma a seguito della firma del Memorandum of Understanding del giugno scorso tra le Nazioni, è entrato nella fase di Concept Development Stage, tesa alla definizione dei requisiti militari condivisi che dovranno essere soddisfatti dalla nuova famiglia di aeromobili.
Naturalmente, si guarda con forte interesse oltreoceano al programma FVL USA che, giunto già alla fase prototyping, fa da capofila e benchmark alle altre progettualità in corso di sviluppo. In particolare, il Future Long Range Assault Aircraft (FLRAA) – con i prototipi DEFIANT XB-1 sviluppato dal consorzio SIKORSKY/LOCKHEED MARTIN & BOEING e VALOR V-280 sviluppato dalla BELL – presenta caratteristiche molto interessanti in termini prestazionali, quali range, speed, manovrabilità e capacità di carico, ma anche tecnologiche, rispettando i requisiti di gestione nativa delle operazioni multi-dominio in scenari contesi o caratterizzati da capacità Anti Access/Area Denial (A2/AD), riuscendo a capitalizzare le grandi opportunità offerte dall’ambiente digitale in cui gli aeromobili di 6^ generazione dovranno essere in grado di operare.
Emanuele Ferretti / Aviation Report: Quale potrebbe essere il ruolo della nostra industria aeronautica nel FVL?
Aeronautica Militare: La sinergia tra Difesa, Industria e Università è il volano principale per favorire una spinta innovazione tecnologica in grado di garantire un’adeguata partecipazione dell’industria nazionale dell’Aerospazio, Difesa e Sicurezza ai futuri programmi di cooperazione internazionale che dovranno essere avviati per sostituire le famiglie di elicotteri attualmente in servizio e la cui concezione e progettazione risale in alcuni casi alla metà del secolo scorso. Tale settore fornirà certamente grandi opportunità industriali in cui le componente nazionale potrà far valere l’indiscussa rilevanza e competenza internazionalmente riconosciuta nel settore degli aeromobili ad ala rotante. Saranno certamente da ricercare tutte le condizioni per la costituzione di una mirata Joint Venture che possa coinvolgere attivamente ed equamente l’Industria nazionale di settore.
In quest’ambito sarà indispensabile far tesoro dell’esperienza maturata in iniziative industriali multinazionali complesse come il Programma JSF – Joint Strike Fighter, in cui la stretta sinergia tra Difesa e Industria ha permesso di intraprendere scelte coraggiose e lungimiranti per produrre un significativo ritorno in termini industriali e di acquisizione di know-how tecnologico. Credo che l’esempio della realizzazione presso l’Aeroporto di Cameri dell’unico impianto europeo di assemblaggio e manutenzione avanzata dei velivoli di quinta generazione F-35, sia una tangibile dimostrazione di tale efficace e produttivo rapporto di collaborazione.
Aviation Report e l’autore ringraziano l’Aeronautica Militare e l’ufficio Pubblica Informazione dell’Aeronautica Militare.
Intervista a cura di Emanuele Ferretti