Il drone della Boeing MQ-25 Stingray promette di portare nuove capacità al caccia stealth F-35, migliorando la letalità della flotta della Marina Militare degli Stati Uniti contro i suoi grandi avversari. martedì scorso, come riportato dal sito USNI News, il velivolo è stato portato a bordo della portaerei USS George HW Bush (CVN-77) per le qualifiche dell’aereo con la portaerei. La USS Bush è la prima di quattro portaerei della Marina USA che saranno modificati con il sistema UMCS – Unmanned Carrier Aviation Mission Control System necessario per far funzionare il velivolo a pilotaggio remoto MQ-25.
“Stiamo facendo grandi progressi con il T-1 riducendo i rischi per il programma. E quindi l’obiettivo principale in questo momento è valutare le prestazioni sul ponte di volo e in condizioni di vento rilevanti“, ha detto il contrammiraglio Andrew Loiselle.
L’MQ-25 Stingray è un velivolo senza equipaggio per il rifornimento in volo sviluppato dalla Boeing. Lo Stingray può quasi raddoppiare il raggio d’azione effettivo dei Carrier Air Wings statunitensi. L’MQ-25 darà, quindi, la possibilità di estendere la portata di un Carrier Air Wing probabilmente di 300 o 400 miglia oltre la distanza massima attuale alla quale si spinge di solito. Per fare un esempio consideriamo che oggi il caccia Boeing F/A-18E/F Super Hornet della US Navy ha un raggio di combattimento di non più di 450 miglia.
Questo è uno dei principali programmi in sviluppo per la US Navy in un momento in cui sia la Cina che la Russia stanno investendo incessantemente in tecnologia missilistica antinave. La prima ha il DF-21D, un missile balistico a medio raggio (MRBM) con una portata operativa fino a 1450 km, così come il nuovo missile ipersonico DF-17 con una portata dichiarata tra i 1800 e i 2500 km o il DF-26 con portata dichiarata tra i 4000 e i 5000 km. La seconda ha il missile da crociera antinave ipersonico 3M22 Tsirkon (Zircon e in codice NATO – SS-N-33) con una velocità di circa mach 9 e gittata di almeno 1000 km e molto probabilmente di più a seconda del bersaglio e delle circostanze di tiro.
In questo contesto i rischi sono forti e un numero crescente di osservatori della difesa mette in guardia che un singolo colpo di un missile con le caratteristiche prestazionali dello Tsirkon potrebbe disabilitare, se non distruggere, una portaerei statunitense. Dover operare all’interno del raggio effettivo degli ultimi missili russi e cinesi ostacola potenzialmente le capacità di proiezione della forza delle flotte di portaerei statunitensi. Ciò ha implicazioni chiare e immediate per gli interessi di sicurezza americani nel Pacifico, che è il luogo in cui l’emergente approccio della Cina potrebbe rendere sempre più difficile, per le risorse statunitensi, operare in modo efficace.
È proprio questo il problema che lo Stingray è chiamato ad affrontare. Controllato attraverso un sistema di navigazione interconnesso, l’MQ-25 Stingray può fornire fino a quindicimila libbre di carburante a una distanza di poco meno di seicento miglia dalla flotta. La Marina USA sta quindi pianificando affinché tutte le portaerei di classe Ford e Nimitz siano in grado di operare con l’MQ-25.
Migliorando notevolmente il raggio di combattimento dei caccia basati sulle portaerei, l’MQ-25 Stingray consentirà alle flotte di liberare più caccia attualmente impiegati per il rifornimento in volo di tipo buddy-buddy per farli tornare alla loro missione principale e, quindi, di proiettare maggiore potenza a distanze più sicure. Con questa nuova capacità di rifornimento, il jet F-35C potrà sfruttare tutta la sua capacità avanzata di sopravvivenza e tutto il suo potenziale di attacco senza essere limitato dalla sua portaerei.
Operazioni offensive che in precedenza sarebbero state considerate troppo rischiose o impraticabili potrebbero finalmente essere fattibili, ampliando notevolmente la portata delle possibilità della Marina USA contro i suoi avversari più difficili. Queste possibilità includono attacchi ad alto rischio contro infrastrutture e risorse critiche in profondità nel territorio nemico, attacchi contro più bersagli in una singola sortita e una maggiore capacità di adattarsi alle mutevoli circostanze della missione durante il dispiegamento.
Come ha affermato l’ex capo delle operazioni navali, ammiraglio John Richardson, lo Stingray “rappresenta un cambiamento drammatico nel modo in cui definiamo i requisiti di combattimento“. La Marina degli Stati Uniti sta quindi ponendo l’attenzione, condivisa dalle principali potenze militari mondiali, su un tipo sempre più sofisticato di interoperabilità di missione tra droni, aerei con equipaggio e unità navali di superficie.
Si prevede che l’MQ-25 Stingray raggiungerà la capacità operativa iniziale entro il 2024/2025. Il contrammiraglio Loiselle ha affermato che la Marina americana ha cercato di semplificare i requisiti dell’MQ-25 per accelerare la velocità con cui l’aereo potrebbe arrivare nella flotta, ma ora sta valutando altre potenziali missioni per questo drone. “Siamo andati un po’ magri sui requisiti iniziali per essere sicuri di essere in grado di andare veloci. Ma l’MQ-25 è in grado di fare molto di più di quanto gli chiediamo di fare adesso con la capacità operativa iniziale. Ora l’aereo deve essere in grado di operare attorno ad una portaerei ed essere in grado di effettuare il rifornimento in volo“.
Sebbene la US Navy sia attualmente concentrata sul fabbisogno del rifornimento in volo, Loiselle ha affermato che la forza armata vede un futuro per il programma MQ-25 con lo sviluppo di altre capacità per svolgere altre missioni come intelligence, sorveglianza, ricognizione ma anche l’attacco elettronico.
Ad oggi il programma ha condotto con successo il rifornimento in volo dei velivoli F/A-18 Super Hornet, E-2D e F-35C e per preparare le prove a bordo della portaerei, la US Navy e la Boeing avevano precedentemente inviato lo Stingray presso il Chambers Field della Naval Air Station Norfolk in Virginia dove, utilizzando un simulacro delle aree del ponte di volo, hanno testato come l’MQ-25 si sarebbe mosso a bordo di una portaerei.
Finora, la Marina USA ha ordinato sette velivoli MQ-25, ma intende procurarsi 72 velivoli, e sta mettendo in piedi il Fleet Replacement Squadron per l’addestramento, Unmanned Carrier-Launched Multi Role Squadron VUQ-10, che sarà poi seguito da due squadroni operativi su MQ-25A, il VUQ-11 e il VUQ-12 che schiereranno i distaccamenti presso le portaerei americane.
Immagini: video NAVAIR, US Navy / Mass Communication Specialist 2nd Class Sam Jenkins