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Soccorso in alto mare: Submarine Parachute Assistance Group

Attività di cooperazione tra il 1° GrupElicot e il COM.SUB.IN della Marina Militare. Per noi che ci occupiamo di aviazione militare non c’è occasione migliore che partecipare ad una missione addestrativa per capire realmente come lavorano gli equipaggi di volo di un reparto aereo. Abbiamo avuto l’opportunità di imbarcarci su un elicottero EH-101 della Marina Militare in un’attività di cooperazione con il COM.SUB.IN, il Comando Subacquei Incursori.

Oggetti del nostro reportage sono più precisamente il 1° Grupelicot, basato sulla Maristaeli Luni-Sarzana, e il personale del G.O.S. – Gruppo Operativo Subacquei che hanno sede nella famosa fortezza del Varignano nel Golfo di La Spezia.
L’attività di cooperazione ha riguardato una missione S.P.A.G. (Submarine Parachute Assistance Group) effettuata da un nucleo di 6 subacquei del Comsubin equipaggiati con 2 gommoni gonfiabili.
Il Nucleo S.P.A.G. nasce per dare soccorso in alto mare al personale sommergibilista che, in caso di emergenza, effettui la fuoriuscita individuale dal proprio battello. Tale capacità operativa, posseduta al mondo solo dalla Marina Militare Italiana e dalla Royal Navy inglese, può essere resa disponibile per qualsiasi sinistro che possa avvenire in alto mare e che necessiti di tali assetti di salvataggio.
La Marina Militare e la Royal Navy, annualmente, svolgono attività congiunte al fine di incrementare la sinergia tra il personale e la loro interoperabilità.
Un esempio di ciò è la recente attività di soccorso sommergibili, svoltasi a Taranto e denominata SMEREX 2014, nella quale un operatore della Royal Navy era infatti inserito nel Nucleo SPAG italiano.

Decollati dalla base aerea di Luni abbiamo fatto rotta sul Varignano dove abbiamo imbarcato il nucleo di subacquei e tutto il loro materiale, gommoni e motori. Sicuramente in questa occasione abbiamo apprezzato anche la notevole capacità di carico e la potenza dell’elicottero AgustaWestland EH-101.
Ridecollati ci siamo portati in zona d’operazione nel Golfo di La Spezia e qui, dopo il segnale lanciato in mare dall’ipotetico sottomarino in difficoltà, l’elicottero è sceso di quota fermandosi in hovering a pochi piedi dal mare.
In pochi istanti il primo gruppo di 3 subacquei si è preparato e tramite la tecnica del fast rope si è calato in mare, seguito dal primo gommone lanciato direttamente in acqua. Lasciato il tempo di gonfiare e mettere in funzione il gommone, l’elicottero si è nuovamente riposizionato in zona di lancio per poter calare gli altri 3 operatori con il loro secondo gommone.
A bordo dell’elicottero erano presenti due direttori di lancio del COM.SUB.IN che hanno coordinato e coadiuvato gli operatori di cabina dell’elicottero nella concitata, ma quanto mai perfetta ed organizzata in ogni sua fase, azione di sbarco degli operatori subacquei e della loro attrezzatura.
L’elicottero, una volta sbarcati gli uomini del GOS, ha continuato a girare sul punto di lancio per monitorare e verificare che i gommoni fossero stati gonfiati e che gli operatori fossero saliti a bordo per continuare la loro missione di addestramento in mare.

Abbiamo posto alcune domande all’Ufficiale Pubblica Informazione del GOS
Quanto è importante la cooperazione con il Grupelicot 1 di Luni ed in generale con il mezzo aereo?La cooperazione tra i due Reparti è fondamentale, infatti la capacità operativa conseguita dal Nucleo SPAG è funzione dell’eccellente collaborazione che sussiste col Primo Gruppo Elicotteri di Luni. Un ulteriore valore aggiunto è dato dalla vicinanza geografica tra Comsubin e Maristaeli Luni, fattore che garantisce sia un continuo ed efficace addestramento del personale, sia un immediato intervento in caso di attività reale.

Potete operare anche con elicotteri di altre forze armate?Attualmente no. Per quanto detto in precedenza l’attività del Nucleo SPAG può essere condotta efficacemente solo in presenza di equipaggi di volo che abbiano la capacità di operare sulla superficie del mare ed in qualsiasi scenario operativo ma, soprattutto, possano condividere un continuo addestramento con i palombari di Comsubin al fine di ottenere un indispensabile affiatamento tra le due componenti.

Siete abilitati anche all’aviolancio con paracadute da velivoli ad ala fissa?Certamente, tutti i Palombari conseguono il brevetto da paracadutista militare allo scopo di poter essere impiegati sia nel Nucleo SPAG, che nelle attività di neutralizzazione degli ordigni esplosivi condotte dal Reparto Pronto Impiego del GOS. Un esempio di utilizzo dell’elicottero per tali attività è quello di effettuare un’operazione tesa a distruggere una mina alla deriva.

Perché è utile essere addestrati all’attività S.P.A.G.?Una paese come l’Italia, che dal mare ha sempre tratto il proprio benessere, ha l’obbligo di tutelare e salvaguardare coloro che vi operano. Il Nucleo SPAG si inserisce perfettamente in questo contesto in quanto assicura il proprio intervento in alto mare, a favore di militari e civili, allo scopo di fornire un primo e vitale soccorso a tutti coloro che ne abbiano bisogno. Pertanto è fondamentale che il personale appartenente al Nucleo sia altamente addestrato in quanto, in caso di intervento reale, si potrebbe trovare ad operare in qualsiasi scenario ed in qualunque condizione di luminosità (notte/giorno).

Questa è solo una delle tante attività che il COM.SUB.IN svolge in cooperazione con il 1° Grupelicot, gruppo delle forze aeree navali deputato proprio a supportare gli incursori della Marina nelle loro missioni. In questa occasione abbiamo avuto modo di vedere , ma soprattutto di apprezzare, l’eccellente sinergia umana e tecnica che esiste tra questi due enti della forza armata, sinergia che si basa su una grande preparazione del personale della Marina, uomini e donne altamente preparati ed addestrati nei loro compiti.

Soccorso in alto mare: il (GOS) Gruppo Operativo Subacquei e l’attività SPAG
Come tutti sanno quella degli incursori di Marina è un’eccellenza famosa ed apprezzata in tutto il mondo, capace di condurre operazioni speciali su terra, da mare e sul mare in completa autonomia o in cooperazione con altri enti delle nostre forze armate.
Del Comando Subacquei incursori fanno parte il G.O.I. – Gruppo Operativo Incursori e il G.O.S. – Gruppo Operativo Subacquei.
Il Gruppo Operativo Subacquei, comandato da un Capitano di Fregata/Vascello, ha alle dirette dipendenze il Reparto Pronto Impiego, il Reparto Operazioni, il Reparto Supporto Tecnico e i Nuclei S.D.A.I. (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) dislocati su tutto il territorio nazionale.
I nuclei SDAI (Sminamento Difesa Antimezzi Insidiosi) che hanno il compito fondamentale della bonifica di ordigni inesplosi rinvenuti in mare o negli specchi d’acqua interni e di prevenzione degli attacchi da parte di mezzi ostili nelle aree portuali.

Il Gruppo Operativo Subacquei si avvale delle Unità Navali raggruppate sotto il Gruppo Navale Speciale (COMGRUPNAVIN), anch’esso alle dipendenze di COMSUBIN, per il supporto delle operazioni subacquee più complesse, ha alle sue dipendenze tre Unità Navali adeguatamente equipaggiate per svolgere lavori subacquei: Nave Anteo, Nave Marino e Nave Pedretti. In particolare Nave Anteo, la più grande Nave di supporto subacqueo della Marina Militare, è dotata di sofisticati equipaggiamenti e specifiche apparecchiature che consentono di svolgere operazioni di soccorso e salvataggio a favore di sommergibili sinistrati, appoggio alle operazioni subacquee più complesse ed esecuzione di lavori subacquei di ogni genere anche a notevoli profondità, permettendo ai Palombari di raggiungere, grazie all’utilizzo delle tecniche di immersione in intervento ed in saturazione, profondità operative oltre i 250 metri, o di operare con apparecchiature e mezzi tecnologicamente avanzatissimi, quali il minisommergibile SRV-300 (Submarine Rescue Vehicle) e lo scafandro rigido articolato A.D.S. (Atmospheric Diving Suit).

Il Reparto Pronto Impiego (R.P.I.) è il cuore pulsante delle operazioni riguardanti:
– la ricerca ed il soccorso a sommergibili in difficoltà mediante un nucleo operativo chiamato S.P.A.G. (Submarine Parachute Assistance Group) che ha la capacità di proiettare nell’area del sinistro marittimo, con velivoli ad ala fissa o rotante, 10 operatori di soccorso ed i materiali necessari sia ad allestire un campo base autogonfiabile per il primo soccorso, sia a stabilire le comunicazioni col sommergibile,
– la bonifica degli ordigni esplosivi convenzionali e non mediante un nucleo d’intervento denominato E.O.D./I.E.D.D. (Explosive Ordnance Disposal/Improvised Explosive Device Disposal) responsabile della conduzione di attività tese alla inutilizzazione di ordigni esplosivi rinvenuti in ambiente marittimo, siano essi convenzionali (residuati bellici) o di natura improvvisata.

Il nucleo S.P.A.G., nato nel 2005, risponde all’esigenza operativa di stabilire un primo contatto con il sommergibile sinistrato allo scopo di avere un controllo costante delle condizioni del microclima interno e fornire il primo soccorso all’equipaggio qualora le suddette condizioni imponessero una fuoriuscita individuale di emergenza.
Il nucleo S.P.A.G. è composto da personale Palombaro, medici ed infermieri, e tecnici sommergibilisti. Tale team, in possesso di brevetto da paracadutista, può essere trasferito da vettore aereo (C130J dell’Aeronautica Militare) ed elicotteristico (EH101 della Marina) con un grado di approntamento compreso dalle 6 alle 10 ore.
Il Nucleo SPAG è costituito da Palombari, Medici, Infermieri e personale tecnico sommergibilista. Per ciascun componente del Nucleo questo non è l’unico incarico che svolgeranno durante la loro carriera.
Relativamente ai Palombari, che costituiscono la quota parte maggiore del Nucleo, non esistono competenze diverse da quelle raggiunte col conseguimento del brevetto e delle successive abilitazioni. Le abilitazioni di un Palombaro sono molteplici e si ottengono alla fine di un iter formativo veramente intenso.

Questo iter formativo si snoda attraverso un denso programma di attività sia pratiche che teoriche, attraverso la guida di istruttori qualificati e dotati di esperienza pluriennale.
A corredo delle centinaia di ore passate sotto la superficie dell’acqua, in mare così come nei fiumi o nei laghi, sia di giorno che di notte, gli allievi sono sottoposti ad intensa formazione teorica frequentando corsi di fisica applicata alle attività subacquee, chimica degli esplosivi, medicina subacquea ed iperbarica e molte altre materie.
Il brevetto permetterà al futuro Palombaro di condurre immersioni a varie profondità con l’autorespiratore, con l’apparecchiatura alimentata dalla superficie, con le camere di decompressione e di condurre interventi di neutralizzazione di ordigni esplosivi rinvenuti sia a terra che in acqua, di condurre imbarcazioni entro le 12 miglia dalla costa, di calarsi dagli elicotteri con la tecnica “fast rope”, di condurre immersioni sotto carena delle Unità Navali in qualità di operatore subacqueo del servizio di sicurezza.

Giunti al GOS i Palombari neo brevettati continuano la loro formazione sulle tecniche, materiali e procedure d’immersioni in uso al Reparto Pronto Impiego e su numerosi upgrade specialistici, svolti in Italia e all’estero, quali i corsi: Paracadutismo (IT), E.O.D. (USA), E.O.D. Navy (IT), Post qualifica EOD (UK), Pilotaggio minisommergibile SRV 300 (IT), I.E.D.D. (UK), Iperbarico (IT), Underwater E.O.D. (UK), Pilotaggio Scafandro A.D.S. (IT), Operatori per immersioni in saturazione (USA), e molti altri.

La squadra SPAG chiamata ad intervenire è normalmente costituita da 10-12 operatori (1 Ufficiale Palombaro con il compito di comandante del Nucleo SPAG, 6 Palombari, 1 Ufficiale Medico, 1/2 infermieri e 2/3 sottufficiali sommergibilisti) e dalle dotazioni di materiali necessari a:
– comunicare col sommergibile attraverso telefoni subacquei portatili
– comunicare con i velivoli che li hanno trasportati in zona di operazioni (aerei/elicotteri), con la centrale
– operativa della Marina Militare e con le Unità Navali inviate in soccorso (comunicazioni nella banda UHF, VHF e satellitari)
– accogliere in superficie i naufraghi attraverso alcune zattere autogonfiabili da 25 persone ciascuna
– trasportare i naufraghi sulle zattere di salvataggio attraverso dei battelli pneumatici autogonfiabili dotati di motore fuoribordo
– portare il primo soccorso medico attraverso dei kit di presidi medico chirurgici e farmaci

Il 1° (GRUPELICOT) Gruppo Elicotteri “Incepta Persequor”
La Stazione Elicotteri Marina di Luni-Sarzana (MARISTAELI LUNI) ospita attualmente due reparti aerei, il 1° e il 5° GRUPELICOT, rispettivamente equipaggiati con gli elicotteri AgustaWestland EH-101 e con gli elicotteri NHI SH-90A.
I due gruppi di volo supportano le navi della Marina, tramite le SEZELICOT, i Reparti delle Forze Speciali con il Gruppo Operativo Subacquei e il Gruppo Operativo Incursori presso il COM.SUB.IN, collaborano alle attività di sperimentazione con il Centro di Supporto e Sperimentazione Navale e mantengono le relazioni con le industrie aeronautiche e navali italiane ed estere.
Sulla base è attivo anche un modernissimo Full Crew Mission Simulator dell’EH-101. Questo impianto contribuisce all’elevato addestramento sia dei piloti, sia degli operatori di volo della versione ASW/ASUW, con efficacia e in tutta sicurezza e consente anche un notevole risparmio economico e di ore di volo. La sua estrema versatilità e capacità di simulare tutte le missioni e tutti i possibili scenari nei quali si possono trovare a volare gli equipaggi della Marina, navi ed aerei, possibili atti ostili, avarie e condizioni meteo avverse sia di giorno come di notte, lo rende uno strumento altamente pagante in termini formativi.
Il 1° Gruppo Elicotteri è un reparto altamente operativo che grazie all’addestramento e all’elevata esperienza degli equipaggi di volo, nello specifico, svolge i seguenti compiti:
– Supporto alle Unità Navali;
– Concorsi a favore del COMSUBIN (Gruppo Operativo Incursori/Gruppo Operativo Subacquei)
– Concorsi a favore del Reggimento San Marco
– Attività S.P.A.G. (Submarine Parachute Assistance Group) a favore del GOS
– Operazioni antiterrorismo su piattaforme petrolifere e unità navali civili
– Attività in supporto alla Protezione Civile in caso di calamità
– Presenza, sorveglianza e antipirateria
– Anti Immigrazione
– Combat S.A.R.
– Combat Support
-Eliassalto
– S.A.R.
– Med.Evac.
– Trasporti VIP/IP
Nel 2012 è stato costituito il reparto Eliassalto posto alle dirette dipendenze del Comando delle Forze Aeree con l’obiettivo di potenziare le capacità di supporto elicotteristico alle forze speciali ed anfibie.
Il reparto opera, quindi, con le versioni Utility ed ASH – Amphibious Support Helicopter dell’ormai collaudato elicottero medio EH-101, con il quale da terra o imbarcato svolge i propri compiti istituzionali, in patria come all’estero. Ricordiamo che gli equipaggi e i mezzi del GRUELICOT 1 hanno partecipato a tante operazioni nazionali ed internazionali: Afghanistan, Unified Protector, Mare Nostrum, Anti pirateria nel golfo di Aden, attività SAR dopo il naufragio della Costa Concordia.

Proprio in Afghanistan, gli EH-101 hanno operato nell’ambito dell’Air Task Group Shark a partire dalla base aerea di Herat e sotto il comando della NATO-ISAF. La missione ha avuto una durata di 14 mesi, da ottobre del 2010 fino al 07/12/2011 ed ha visto l’impiego di circa 300 uomini e donne (con una rotazione ogni 3-4 mesi), di 3 elicotteri EH-101 ASH versione Eliassalto che hanno totalizzato circa 900 ore di volo in 224 missioni per un totale di 1112 sortite, trasportando circa 3700 passeggeri e 95000Kg di materiali. I 3 elicotteri sono rientrati in nei mesi di gennaio 2012.
In Afghanistan gli elicotteri sono stati dotati di armamento (3 mitragliatrici MG42/59 da 7.62mm ai portelloni e alla rampa di carico) e sistemi di auto protezione attiva e passiva, potendo così operare in tutta sicurezza sia di giorno che di notte grazie all’utilizzo del Flir e dei visori notturni NVG.
Quattro sono state le tipologie di missioni assegnate all’ATG Shark: Combat Sar, Combat Support, MedEvac e C2 Comando e Controllo. Per le missioni di MedEvac, gli elicotteri e gli equipaggi erano in stand-by per decollo “su chiamata”; ed erano dotati di barelle e di apparecchiature sanitarie specifiche da impiegarsi a cura del personale medico della Marina AMET (Air Medical Evacuation Team).
Le condizioni di utilizzo degli elicotteri sono state sempre molto impegnative ma non hanno comportato nessun problema a livello di avionica o motoristico, nonostante anche gli innumerevoli decolli ed atterraggi in condizioni di brown-out dalle svariate FOB (Forward Operating Base) e COP (Combat Out Post).

Il tragico naufragio della Costa Concordia, come sappiamo, è stato un evento di notevole impatto mediatico, ma forse in pochi sanno che la notte dell’incidente due elicotteri EH-101 del 1° Grupelicot si sono alzati in volo a meno di 2 ore dalla chiamata di soccorso, pilotati dai Comandanti Diana ed Arlotta.
Uno dei due elicotteri si è recato a Grosseto per imbarcare una squadra dei VV.FF. e portarla nella zona del naufragio per le operazioni di soccorso, mentre l’altro elicottero si è recato direttamente sulla nave dove con l’ausilio degli NVG e del FLIR ha dato supporto agli aero-soccorritori della Guardia Costiera, già presenti a bordo della nave.
I due elicotteri hanno poi continuato a prestare supporto anche nei giorni successivi all’incidente anche trasportando all’isola del Giglio le squadre dei Subacquei del GOS della Marina Militare che hanno preso parte alle operazioni di soccorso direttamente sul relitto.
Oggi il Primo Gruppo vanta un totale di più di circa 140.000 ore di volo dalla sua fondazione, e dal 2002 l’elicottero EH-101 ha volato per un totale di oltre 15.000 ore di volo.

Cenni Storici sul GOS
Con oltre 160 anni di storia la categoria “Palombari” è una delle più antiche della Marina Militare Italiana. La prima “Scuola Palombari” venne infatti istituita a Genova il 24 Luglio 1849, su proposta del Generale DELLA BOCCA, Ministro della Guerra e dell’allora Marina del Regno di Sardegna. Il lavoro svolto dai Palombari, fino ai primi del 1900 fu essenzialmente a carattere difensivo, a supporto degli arsenali e tendente al recupero delle merci e degli scafi affondati.
Il Ventesimo Secolo vide il trasferimento, avvenuto nel novembre del 1910, della Scuola Palombari nel comprensorio del Varignano, dove tutt’ora ha sede. In questa si svolsero i primi Corsi “Ordinari” da Palombaro, che prepararono gli uomini ad affrontare i terribili impegni della Prima e, soprattutto, della Seconda Guerra Mondiale, che rappresentarono per i Palombari un impegno immenso.
Alle normali attività subacquee a favore di arsenali e Unità Navali si sommarono infatti le bonifiche dei i porti dagli innumerevoli ordigni esplosivi presenti e la liberazione delle vie marittime dagli scafi affondati a seguito dei bombardamenti nemici.
La fine della guerra acuì ulteriormente tali incarichi e le opere di bonifica e di recupero di scafi affondati (solo nella base di La Spezia, dopo la ritirata delle forze di occupazione tedesche nel 1945, ve ne erano oltre 300) si moltiplicarono. E’ grazie al pericolosissimo lavoro dei Palombari del Varignano che i porti nazionali poterono tornare ad operare e, con essi, rifiorire l’economia italiana. La bonifica delle acque territoriali dalle migliaia di ordigni lasciati quale pesante eredità da cinque anni di guerra marittima continua tutt’ora.
Il Gruppo Operativo Subacquei rappresenta un punto di forza nonché elemento di orgoglio per la Marina Militare Italiana. Oltre ad i compiti precedentemente elencati, infatti, i Palombari assicurano ispezioni su siti archeologici subacquei, grazie alla stretta collaborazione esistente con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e partecipano in complesse operazioni di protezione civile le quali rendono la componente subacquea un vero e proprio strumento dual use al servizio della collettività.
Recenti emergenze, in territorio nazionale, alle quali ha partecipato il Gruppo Operativo Subacquei:
– Costa Concordia
-Crollo della torre nel porto di Genova
– Naufragio di 340 migranti avvenuto di fronte all’isola dei Conigli a Lampedusa.
Teatri internazionali, recenti:
Golfo Persico (1987)
Albania (1998)
Operazione “Enduring Freedom”(2001-2006)
Operazione “Antica Babilonia” (2003)
Libano (2007)
Antipirateria in Oceano Indiano (2007-2014)
Haiti (2010)
Libia post-conflict (2011-2012)
Sinai a supporto dell’M.F.O. (Multinational Force Offering)
Missioni di ricerca come quella in Antartide a supporto del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Aviation Report e l’autore desiderano ringraziare, per l’opportunità concessa, il comandante della Maristaeli Luni CV Stefano Dell’Alba, l’Ufficiale PI della Maristaeli Luni CF D. Fossati, l’equipaggio di volo dell’EH-101 comandato dal TV L. Franzetti e tutto il personale del 1° Grupelicot, il Comando di COM.SUB.IN e il suo Ufficiale PI, il personale del G.O.S. , l’Ufficio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Marina e la sig.ra C. Lanzalaco.

Testo e foto: Stefano Monteleone

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Stefano Monteleone

Direttore editoriale e Capo redattore di Aviation Report. Ho volato a bordo di aeromobili militari quali: AB-212, EH-101, SH-90 (Marina Militare); AW-139 (Guardia Costiera); HH-139A, HH-101A, G-222, C-27J, KC-767A, KC-130J (Aeronautica Militare); CH-47C, CH-47F, NH-90, AB-412, AB-205 (Esercito AVES); ATR-42, HH-412, AW-139 (Guardia di Finanza); ACH130 Aston Martin (Airbus). // Editorial Director and Chief Editor of Aviation Report. I have flown aboard military aircraft such as: AB-212, EH-101, SH-90 (Italian Navy); AW-139 (Coast Guard); HH-139A, HH-101A, G-222, C-27J, KC-767A, KC-130J (Italian Air Force); CH-47C, CH-47F, NH-90, AB-412, AB-205 (Italian Army Aviation); ATR-42, HH-412, AW-139 (Italian Custom Police).

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