Inizia oggi la China International Aviation and Aerospace Exhibition comunemente nota come Zhuhai Airshow, il più grande salone aeronautico della Cina che ha come obiettivo quello di mettere in mostra la migliore tecnologia per l’aviazione militare e civile sviluppata localmente da Pechino, attraverso 11 padiglioni espositivi.
Il Colonnello Shen Jinke, portavoce della PLA Air Force (PLAAF) cinese, ha dichiarato alla conferenza stampa di presentazione che la PLAAF ha storicamente superato la soglia per diventare un’aeronautica militare strategica e mostrerà i risultati del suo sviluppo tecnologico e della sua trasformazione strategica all’airshow di Zhuhai.
Durante la manifestazione, saranno mostrati nuovi jet da combattimento e una serie di attrezzature da combattimento già in servizio con la PLAAF tramite uno spettacolo di volo ed una mostra statica. Il Bayi Aerobatics Team della PLAAF e il Red Eagle Aerobatic Team della PLA Air Force Aviation University si esibiranno alla manifestazione aerea.
Attualmente, la PLAAF sta accelerando la sua trasformazione strategica in linea con l’obiettivo di costruire una capacità aerea e spaziale integrata e avere una forza bilanciata per le operazioni difensive ed offensive. La messa in servizio del caccia stealth J-20 e dell’aereo da trasporto pesante Y-20 ha costantemente migliorato le capacità della PLAAF in materia di preallarme strategico, attacchi aerei, difesa aerea e antimissile, confronto informativo, proiezione strategica e supporto completo.
A questi si aggiungono l’aereo per preallarme radar KJ-500, il bombardiere H-6K e il sistema missilistico di difesa aerea HQ-9B. E ancora l’aereo da guerra elettronica J-16D, il drone da ricognizione d’alta quota WZ-7, l’UAV Rainbow 6 e l’UAV da attacco GJ-11 faranno il loro debutto all’air show.

Il J-16D è un aereo da guerra elettronica di nuovo tipo sviluppato dalla Cina sulla base del jet da combattimento J-16, che si pensa sia entrato in servizio tra il 2013 e il 2015 e che a sua volta è basato sulla cellula del caccia sovietico da superiorità aerea Su-27 Flanker, con capacità di combattimento di ricognizione, attacco e difesa. Secondo il colonnello Shen Jinke, il J-16D servirà a migliorare ulteriormente le capacità offensive elettroniche della PLAAF.
Una delle caratteristiche più distintive del J-16D, rispetto al J-16 originale, sono i due grandi pod di guerra elettronica sulle ali dell’aereo, che verranno utilizzati per distruggere e bloccare apparecchiature elettroniche ostili, inclusi radar e sistemi di comunicazione, hanno affermato gli analisti, notando che sono stati smontati il sistema per la ricerca a infrarossi e il sensore di tracciamento davanti alla cabina di pilotaggio poiché il suo ruolo principale non sarà più il combattimento aria-aria.
Il J-16 è ampiamente considerato il più capace di oltre una mezza dozzina di derivati del Flanker in termini di prestazioni complessive e beneficia di avionica avanzata e sistemi di guerra elettronica, una cellula che fa un uso molto estensivo di materiali compositi, rivestimenti assorbenti e un radar AESA montato sul muso. Il J-16D beneficia quindi delle elevate capacità e delle prestazioni di volo altrimenti eccezionali del J-16, ma come detto trasporta equipaggiamento da guerra elettronica come armamento principale e sacrifica anche il cannone da 30 mm della variante da combattimento.
Il J-16D è inoltre dotato di un nuovo sistema avionico e di motori di fabbricazione nazionale. Ha subito significativi cambiamenti strutturali, incluso l’uso di una grande quantità di materiali compositi, ha detto mercoledì al Global Times Wang Ya’nan, caporedattore della rivista Aerospace Knowledge di Pechino. La Cina è consapevole dell’importanza della guerra elettronica e della battaglia nello spazio elettromagnetico. Chi vince in questo campo otterrà un vantaggio sul campo di battaglia disabilitando il modo di vedere, ascoltare e comunicare dei nemici e in una certa misura, gli aerei da guerra elettronica sono più importanti degli aerei stealth, ha detto Wang.
Si prevede che il J-16D dispiegherà fino a sei missili anti-radiazioni come unico armamento cinetico, progettati per intercettare i radar nemici in modo simile al Kh-31P russo o all’AGM-88 americano. L’equivalente cinese, il CM-103, ha una portata di 100 km e trasporta una testata da 175 kg, sebbene dispieghi anche l’LD-10, derivato dal missile aria-aria PL-12 e l’YJ-91 che dovrebbe essere il missile anti-radiazioni più utilizzato dagli aerei militari cinesi.
Il caccia addestratore JL-10 sviluppato localmente parteciperà per la prima volta alla manifestazione aerea. In quanto nuova generazione di velivoli da addestramento avanzati, è di grande importanza per migliorare le capacità tecniche e tattiche dei piloti, ridurre il divario delle generazioni di aeromobili tra le scuole di volo e le unità di combattimento e migliorare la qualità e l’efficacia nella formazione di piloti in grado di vincere nelle battaglie aeree.
Il caccia stealth J-20, sviluppato sempre localmente dalla Cina, ha fatto la sua prima dimostrazione di volo all’undicesima edizione della manifestazione nel novembre 2016. La PLAAF ha iniziato ad equipaggiare più unità da combattimento con il J-20 per rafforzare ulteriormente le sue capacità di combattimento, in modo da assolvere meglio alla missione di salvaguardia della sovranità nazionale, la sicurezza e l’integrità territoriale.
Negli ultimi anni, i droni sono diventati una delle aree più attive di innovazione e sviluppo nell’industria aeronautica mondiale e quindi anche per quella cinese che ha sviluppato dozzine di UAV come “Pterodactyl”, “Cloud Shadow” e “Xuan Ge”, che soddisfano pienamente le esigenze delle forze armate cinese. Tra questi a Zhuhai ci saranno il WZ-7 e il drone stealth da attacco GJ-11 che verrà esposto per la prima volta al China Air Show. I due grandi alloggiamenti per le bombe nel ventre del velivolo verranno mostrati aperti per sottolineare la capacità di trasporto di armamenti del velivolo.
Sviluppato e prodotto internamente dalla Cina, il WZ-7 è uno dei droni più grandi della Cina, un velivolo senza pilota da ricognizione ad alta quota capace di condurre missioni a lunga durata tra cui ricognizione di confine e pattugliamento delle acque territoriali cinesi.
Nella sala espositiva della Aviation Industry Corporation of China (AVIC) di proprietà statale, modelli in scala della famiglia dei velivoli “20”, vale a dire il caccia stealth J-20, il grande aereo da trasporto Y-20 e l’elicottero utility Z-20, sono in mostra su una gigantesca tavola rotante al centro della sala, insieme al modello del drone armato stealth GJ-11.
Insieme a questi in modello dell’FC-31, il secondo caccia stealth cinese, posizionato vicino all’ingresso della sala, ha attirato l’attenzione di molti media. Anche se non hanno “20” nel loro nome, il GJ-11 e l’FC-31 sono entrambi membri chiave della famiglia di velivoli “20”, ha detto domenica a un gruppo di giornalisti Zhou Guoqiang, assistente del direttore generale dell’AVIC.
Altra macchina interessante è il drone multiruolo Rainbow 6, meglio conosciuto come Cai Hong CH-6, appena sviluppato e che sarà esposto per la prima volta a Zhuhai. Con un design semplice e pulito ha un’apertura alare di oltre 20 metri, utilizza due motori a reazione con un peso al decollo fino a 7,8 tonnellate e ha una autonomia fino a 20 ore. Avrebbe una capacità di carico che andrebbe da 300 kg fino 2 tonnellate a seconda della missione e una velocità massima in volo livellato di 800 km/h, con una velocità di crociera tra i 500 e i 700 km/h. Altitudine di crociera tra i 10 e i 12 km.
Le foto lo mostrano già armato e questa è una chiara indicazione che l’aeronautica militare cinese sta cercando di spingere le sue capacità di combattimento con velivoli senza equipaggio il più lontano di quanto sia possibile ora. Un’altra considerazione che possiamo fare è che con questo design apparentemente semplice potrebbe essere una macchina poco costosa da acquistare e da gestire, alla stregua del concetto americano di “attritable” cioè velivoli spendibili e non recuperabili dopo la missione.