USAF U-2 Dragon Lady
Copyright: U.S. Air Force photo by Airman 1st Class Luis A. Ruiz-Vazquez

L’US Air Force esegue il primo volo militare con un’intelligenza artificiale come co-pilota di un velivolo spia U-2 in una missione di ricognizione

Durante un volo di test dalla base dell’aeronautica militare statunitense di Beale, in California, lunedì 14 dicembre 2020, un co-pilota guidato dall’intelligenza artificiale chiamato “ARTUµ” ha assunto il controllo e la direzione di un radar su un aereo spia U-2S Dragon Lady, del 9th Reconnaissance Wing dell’US Air Force, e si è assunto la responsabilità della navigazione tattica mentre il pilota dell’USAF, il Magg. “Vudu” pilotava l’aereo coordinandosi con il co-pilota digitale. I ricercatori del laboratorio federale U-2 dell’Air Combat Command hanno sviluppato “ARTUµ” e l’hanno addestrato per eseguire specifici compiti in volo che altrimenti sarebbero stati svolti dal pilota.

Il volo di prova è stato il risultato di anni di sforzi concertati all’interno dell’US Air Force per applicare la tecnologia all’avanguardia alle operazioni militari e per competere con altre potenze mondiali nell’era digitale. Secondo l’US Air Force, il volo di test si è svolto all’interno di una missione di ricognizione pianificata durante un attacco missilistico simulato.

Durante questo volo, “ARTUµ” è stato responsabile dell’impiego dei sensori e della navigazione tattica, mentre “Vudu” ha pilotato l’aereo e si è coordinato con l’IA sul funzionamento dei sensori. “ARTUµ” ha avuto il compito di trovare i lanciatori nemici (missili superficie-aria) mentre il pilota dell’U-2 cercava gli aerei avversari, condividendo il radar dell’U-2 con il co-pilota digitale.

L’US Air Force ha definito il volo di prova un “importante balzo in avanti per la difesa nazionale nell’era digitale” riferendosi ad “ARTUµ” come un membro dell’equipaggio di volo. L’aeronautica militare americana ha affermato che questo test è il primo con un’intelligenza artificiale messa in totale sicurezza al comando di un sistema militare statunitense.

Il dottor William Roper, assistente segretario dell’US Air Force per l’acquisizione, la tecnologia e la logistica ha annunciato il test di volo su Twitter e ha affermato in una dichiarazione che “il volo rivoluzionario di ARTUµ è al culmine del nostro viaggio di tre anni per diventare una forza armata digitale. Mettere l’IA in sicurezza al comando di un sistema militare statunitense per la prima volta inaugura una nuova era di teaming uomo-macchina e di competizione algoritmica. Non riuscire a realizzare il pieno potenziale dell’IA significherà cedere il vantaggio decisionale ai nostri avversari“.

Il pacchetto software iniziale affonda le sue radici con l’istituzione del Distaccamento 12 dell’Air Force Life Cycle Management Center, soprannominato Kessel Run, un’unità operativa di sviluppo software con la missione di rivoluzionare il modo e i metodi utilizzati per acquisire e mettere in campo soluzioni software per i velivoli da combattimento.

Il Capo di Stato Maggiore dell’USAF, il Generale Charles Q. Brown Jr., ha sottolineato che l’applicazione dell’IA è fondamentale per mantenere le capacità di combattimento degli Stati Uniti avanti e al passo con lo sviluppo militare e dell’intelligence cinese e russa. “L’intelligenza artificiale giocherà un ruolo fondamentale nel raggiungimento di questo vantaggio, quindi sono incredibilmente orgoglioso di ciò che il team ha realizzato. Dobbiamo accelerare il cambiamento e ciò accade solo quando i nostri aviatori spingono i limiti di ciò che pensavamo fosse possibile.

Durante il volo, il controllo del sensore è stato consegnato positivamente ad “ARTUµ”, che lo ha poi manipolato utilizzando informazioni precedentemente apprese da oltre mezzo milione di iterazioni di addestramento simulate al computer, secondo quanto rilasciato dall’US Air Force.

Il volo faceva parte di uno scenario costruito con precisione che contrapponeva l’intelligenza artificiale ad un altro algoritmo dinamico del computer per dimostrare il funzionamento della nuova tecnologia. Sebbene non siano stati offerti ulteriori dettagli, lo scenario di volo ha suggerito che l’IA avversaria potrebbe aver gestito un sistema di difesa aerea, di tracciamento e di targeting.

La dimostrazione dell’U-2 non riguardava solo l’efficacia dell’IA ma è stato anche un esercizio per sviluppare la fiducia tra gli esseri umani e il processo decisionale dell’IA, potendo passare anche la responsabilità all’intelligenza artificiale in situazioni tattiche. L’U-2 Federal Laboratory ha progettato questa tecnologia di IA per essere facilmente trasferibile ad altri sistemi prevedendo di perfezionare ulteriormente la tecnologia. Questa dimostrazione di volo ha fornito dati inestimabili da cui imparare non solo per il team ma anche per ARTUµ stesso.

Nel 2018, il Pentagono ha istituito il JAIC – Joint Artificial Intelligence Center per aiutare a coordinare e supervisionare gli sviluppi relativi all’intelligenza artificiale nelle forze armate statunitensi. La US Air Force è attiva su questo tema, in particolare con il programma Skyborg dell’AFRL – Air Force Research Laboratory, che sta cercando di creare una suite di sistemi guidati dall’IA che sarà in grado di far volare droni completamente autonomi o semi-autonomi di tipo “Loyal Wingman”.

Inoltre ad agosto di quest’anno, un algoritmo di intelligenza artificiale ha battuto un vero pilota con più di 2000 ore di volo su F-16 dell’US Air Force in un combattimento aereo simulato completamente virtuale come parte degli AlphaDogfight Trails della DARPA – Defense Advanced Research Project Agency. Questo sforzo è legato al più ampio programma ACE (Air Combat Evolution) della DARPA, che sta esplorando come l’IA potrebbe offrire diversi tipi di capacità avanzate nel contesto del futuro combattimento aereo.