Abbiamo avuto l’opportunità di partecipare con il PSC Piti Spotter Club di Verona alla visita dell’Aeroporto dell’Esercito “Francesco Baracca” (LIDK) di Casarsa della Delizia (PN) casa del 5° Reggimento Aviazione dell’Esercito “RIGEL” che costituisce con il 7° la componente aerea della Brigata Aeromobile “Friuli”.
Sono tre i reparti che fanno parte del Reggimento: il 27° “Mercurio”, Il 49° “Capricorno”, ed il Gruppo di Sostegno “Lupo”. Affascinanti le macchine in dotazione al reparto: il famosissimo e conosciutissimo Huey, il letale e più moderno Mangusta.
E così in tutto questo sproloquio ho trovato un fattore di collegamento: la lettera C.
C come Costellazione
Rigel è una stella della costellazione di Orione, la settima più luminosa del cielo, e attribuisce il nome al ad uno dei reggimenti elicotteristici più conosciuti. Rigel deriva dalla contrazione dell’arabo Rijl jawza al-yusra, che significa “il piede sinistro di Colui che è Centrale”.
Il 5° Rigel è stato creato il 1 Gennaio 1976 sulla base di Casarsa della Delizia; pochi mesi dopo la sua nascita, il reparto viene coinvolto nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal catastrofico terremoto del Friuli, meritandosi una medaglia d’argento al valor civile.
Negli ultimi 30 anni gli equipaggi e uomini del 5° Rigel sono stati impegnati, e lo sono tutt’ora, in missioni internazionali: Libano, Somalia, Namibia, Kosovo, Albania, Macedonia, Bosnia, Iraq, Afghanistan. Nella ex-Yugoslavia è stata conferita al Reggimento un’ulteriore medaglia d’argento al valore militare.
C come Capricorno
Il 49° Capricorno, equipaggiato dagli ottimi elicotteri da combattimento Agusta Westland AW-129C ed AW-129D Mangusta (perdonate lo scrivente, non si è sono ancora abituato al nuovo brand Leonardo).
C come Centrale
Il Rigel è centrale nella difesa del territorio e nelle missioni di Peace-Keeping e Peace-Enforcing: un quarto delle macchine in dotazione sono attualmente rischierate in varie e delicate missioni internazionali.
C come Cavalcata
Chi non ricorda nel film Apocalypse Now, l’assalto di uno squadrone montato su Huey ad un villaggio Vietcong sulle note della Cavalcata delle Valchirie, epico momento di una colonna sonora vincitrice dell’Oscar di cui Walter Munch ne fu l’autore? Geniali la parte scenografica ma soprattutto la fotografia anch’essa da Oscar dell’italiano Vittorio Storaro e lo sviluppo di tutta la trama di questo capolavoro indiscusso.
William “Bill” Kilgore, il comandante della “cavalleria dell’aria”, 1ª Divisione di Cavalleria, famoso per il suo surf sotto le bombe e lo “Stetson” in testa (il copricapo dei cavalleggeri statutinitensi nell’epopea del selvaggio West, le odiate “giacche azzurre” per i nativi).
A bordo degli elicotteri Bell “Huey”, Kilgore e i suoi uomini attaccano un villaggio controllato dai Vietcong. La scena dell’attacco al villaggio vietnamita resta scolpita nella storia del cinema: il tenente colonnello fa suonare a tutto volume, tramite altoparlanti installati sugli elicotteri, la celeberrima Cavalcata delle Valchirie di Richard Wagner. La scena è resa in modo tanto drammatico quanto realistico, fin nei dettagli.
C come El Cul
Si, proprio così: il fondoschiena, in spagnolo.
Perché un’aliquota di AW-129C Mangusta ha letteralmente salvato la pelle (in un giorno e luogo classificati) ad un reparto di forze speciali spagnole in Afghanistan. L’aliquota della coalizione internazionale si era ritrovata circondata da forze ostili e l’intervento di due elicotteri da combattimento del 49° “Capricorno” li ha liberati dall’accerchiamento con una dimostrazione di forza ed intelligenza tattica che solo noi italiani possiamo vantare.
Non è stato necessario radere al suolo un’intera collina; è bastata la presenza dei Mangusta ed un tiro dimostrativo di un missile a dimostrazione di quanto avrebbero potuto essere letali per le forze ostili che hanno così lasciato la zona rompendo l’assedio e permettendo il recupero dei soldati spagnoli.
Gli spagnoli, recuperato il tubo del missile, ne hanno fatto dono al Reggimento con una dedica colorita quanto ricca di significato, naturalmente nella loro lingua madre spagnola. Vergata a pennarello sul freddo metallo bruciacchiato, si può leggere il loro grazie in un colorito spagnolo “per averci salvato il c….”.
Con le firme in calce a suggellare il tutto.
C come Charlie
No, non parliamo di Vietcong perché le truppe americane chiamavano “Charlie” i vietnamiti ed anche se il modello in dotazione al “Mercurio” è stato un protagonista in Indocina così come lo è, infaticabile guerriero, ancora oggi.
C è la penultima versione dell’Agusta Westland AW-129 Mangusta in corso di aggiornamento alla più recente Delta (AW-129D) contraddistinta essenzialmente dal rotore a 5 pale, dall’ammodernamento dell’avionica e dalla postazione anteriore dove il vecchio sistema di puntamento “a cannocchiale” è stato sostituito da un moderno schermo multifunzione.
Altra differenza visibile è la torretta ottica anteriore posta sopra al cannone da 20mm : sul C è una sorta di cilindro tozzo, mentre sul D è una sfera rotante molto più moderna indispensabile per guidare i nuovi missili Rafael Spike di fabbricazione israeliana che hanno sostituito i TOW IIA americani.
C come Cannone
20 mm di precisione, letalità. Il cannone di cui è dotato il mangusta ruota sino a 180° in brandeggio ed è l’arma preferita e più precisa in dotazione per supportare le truppe di terra a contatto ravvicinato con il nemico.
La dotazione di “confetti” è di circa 300 colpi anche se abbiamo visto in passato immagini prototipiche di elicotteri dotati di spoiler laterali sotto la cabina del puntatore contenenti nastri di colpi aggiuntivi per aumentarne il numero a disposizione. Il Mangusta così configurato pareva un mini-Apache.
C come Check-Point Pasta
Chi non ricorderà quel giorno tragico in Somalia con i Mangusta, allora A-129 e basta, armati di pod missilistici e razziere ma privi di cannone, volteggiare quasi impotenti sul luogo dello scontro tra somali ed i nostri soldati? Lo avevano capito anche i guerriglieri somali che i Mangusta italiani, privi di cannone, non avrebbero mai lanciato un missile in zone con elevata presenza di civili.
Era il primo rischieramento operativo dell’indovinato progetto per un elicottero da combattimento e gli spunti acquisiti in quella missione internazionale si sono poi evoluti nella macchina letale che tutti conosciamo e vediamo. Il cannone consente di selezionare il target con una precisione decisamente superiore rispetto ad un missile, impatto circoscritto, effetti collaterali ridotti.
C come Cobra
Il progetto Mangusta, pensato a fine anni ‘70 in un certo senso trae ispirazione dall’AH-1 Cobra americano per dimensioni e compattezza (le immagini di 25 anni fa ritraggono due esemplari dell’elicottero di Bell, tutt’ora in servizio). AH-64, Tiger, Mil-28 e Ka-52 sono macchine ben più grosse, corazzate e con impieghi assai diversi.
L’Apache è lungo 17 metri, il Cobra ha dimensioni pressoché identiche al Mangusta (13 metri circa), per rimanere su macchine occidentali senza dover tirare in ballo il “carro del diavolo”, il conosciutissimo ed anziano per concezione Mil Mi-24 Hind sovietico e suoi derivati, o i più moderni Ka-52 Alligator o Mi-28.
C come Coppia
Una missione di Mangusta vede tipicamente impiegata una coppia di elicotteri rifornibili e riarmabili in basi avanzate allestite ad hoc. Niente rifornimento in volo, quindi. L’impiego tattico del mezzo presso l’Esercito Italiano è calibrato su assetti da rischierare sul terreno precisi e funzionali allo scopo della forza armata.
C come Maggiore Pilota C
Il signore dell’ospitalità. Perché il 5° RIGEL, rappresentato dall’ufficiale pilota che ci ha accompagnato, ci ha fatto sentire a casa, veramente a casa. Ci ha guidato, ci ha impartito lezioni storia, di tecnica e di avionica e ci ha raccontato aneddoti, dettagli tecnici ed esperienze; in altre parole tutto ciò che non è classificato e riservato. Non si è risparmiato in nulla, per questo gliene siamo grati.
C come Chiusura
Si, dopo aver visionato tutto quello che c’era da vedere, chiudiamo la nostra visita presso l’hangar dedicato alla manutenzione dove alcuni Huey e Mangusta erano sottoposti alle ispezioni periodiche. La fotografia di gruppo del PSC nel vano posteriore dell’AB-205 e quelle di ciascun associato all’interno dell’abitacolo corazzato del Mangusta sanciscono così la fine della visita.
L’autore e Aviation Report ringraziano l’Aviazione dell’Esercito, il Colonnello Angioni, tutto il personale del 5° Reggimento “Rigel”, il Maggiore C. e naturalmente il Piti Spotter Club.
Testo e immagini: Gianluca Conversi