Ultimamente abbiamo parlato delle ultime novità elicotteristiche in casa Airbus, H160 e H145 five blades, novità che sembrano senza ombra di dubbio una rivoluzione nel mondo dell’ala rotante ma mi chiedo: chi è che fa la manutenzione a questo tipo di elicotteri?
Per rispondere a questa domanda ci siamo recati all’aeroporto G. Caproni di Trento, alla Helicopters Italia. Nata nel 1981, Helicopters Italia è la Stazione di Servizio Airbus Helicopters e SAFRAN Helicopter Engines, è controllata al 100% da Airbus Helicopters ed è completamente integrata nella rete globale dei Customer Centres di Airbus Helicopters.
Moderna e dinamica e con più di 40 professionisti a disposizione, l’azienda opera nel settore della manutenzione aeronautica su elicotteri Airbus Helicopters e su motori Safran H.E., fornendo al contempo assistenza tecnica e logistica agli operatori su tutto il territorio nazionale e all’estero.
Helicopers Italia è l’unica azienda in Italia (sono solo due in Europa) ad eseguire ispezioni di livello 3 su motori Safran H.E. e ad essere qualificati a effettuare tutte le manutenzioni di base previste sui prodotti Airbus Helicopters, compresi lavori strutturali sulla cellula (Approvazione I+). Grazie all’esperienza maturata in oltre 40 anni di attività, ha raggiunto solidi livelli di competenza e professionalità che le permette di garantire elevati standard di innovazione, affidabilità e sicurezza.
Oltre alla manutenzione di base e di linea, infatti, dispone di:
- un efficiente servizio logistico per l’approvvigionamento di parti di ricambio
- un Centro di Addestramento riconosciuto da Airbus Helicopters e Safran H.E. per le attività formative
- una struttura CAMO per la gestione della navigabilità continua degli aeromobili
- un’innovativa Design Organization, approvata secondo la normativa EASA PART 21 – Subpart J
Di tutti i tecnici che lavorano in Helicopter Italia abbiamo deciso di dare voce ad uno di loro, un tecnico in possesso dell’LMA Cat. B1.3 e B2 e la più giovane donna in Italia a detenere una LMA cat. B2: diamo il benvenuto Vanessa Zanetti.

AvRep / Emanuele Ferretti: Vanessa grazie per averci concesso questa intervista. Innanzi tutto, qual è stata la molla che ti ha fatto decidere di avvicinarti a questo modo?
Vanessa Zanetti: Buongiorno Emanuele, apro con il ringraziarvi per aver rivolto verso di me tutte queste domande e curiosità. Sono molto felice di rispondervi per realizzazione personale, ovviamente, ma soprattutto per portare la mia storia a conoscenza di tanti giovani che stanno percorrendo il percorso per diventare tecnici, tra esami, la pratica e tanta tanta passione. Io ce l’ho fatta! Sono la donna più giovane a detenere un LMA B1.3 e la più piccolina in assoluto con certificazione B2 in Italia. Che soddisfazione per il mondo femminile, che spinta in avanti per l’integrazione delle quote rosa nel mondo aeronautico!! Contro mille discriminazioni io ci sono arrivata per prima e questo per me vuole dire solo una cosa: ‘chi vale vola’ (Italo Balbo), importa valere, la passione, la tenacia e non il genere.
Incipit necessario!
Mi sono avvicinata al mondo aeronautico grazie alla mia mamma, che fin da piccolissima mi portava a vedere gli F-16 in partenza dalla base NATO di Aviano vicinissima a casa mia. Sono friulana e il Friuli Venezia Giulia è da sempre terra di grandi aviatori e appassionati al volo. La passione è continuata poi all’inseguimento della PAN, friulana anch’essa, di cui mi ero messa in testa di diventare la prima donna pilota delle Frecce Tricolori. Che sogni!! Così iniziai il mio percorso di studi al prestigioso ITI Arturo Malignani di Udine, storico istituto aeronautico. Lì al secondo anno incominciai a fare i primi esami LMA e in concomitanza vinsi una borsa di studio e potei avviarmi al volo. Non chiusi mai nessuna porta, mi affascinavano entrambi i lati di questo mondo. Tra piccoli lavori di manutenzione di aeroplani leggeri nell’avio superficie e l’aiuto di qualche famigliare riuscii a mettermi in tasca la GPL (Glider Pilot License) ma capii da subito che il pilotaggio non faceva per me. Mi piaceva moltissimo ma non mi veniva così naturale, non ero del
tutto convinta. Temevo il confronto con il cielo e non mi sentivo abbastanza realizzata. Vedevo i maschietti così lanciati e io ero invece come frenata, non ero più così convinta e i miei sogni traballavano, ero persa. Poi, non ringrazierò mai abbastanza il Malignani, vinsi con tanto impegno un Erasmus che mi portò poco più di un mese in Germania, in una base-training della Luftwaffe per giovani tecnici aeronautici vicino a Monaco. Ecco che capii quella che era la mia strada, non tanto il cielo ma come arrivarci.
Troppo facile era solo saper volare, vuoi mettere ‘far volare’? Volete mettere vedere una macchina che si alza in volo perché tu personalmente garantisci la sua aeronavigabilità? Con le tue mani? Così è nato tutto.
AvRep / Emanuele Ferretti: Come si diventa manutentori aeronautici? Che studi hai fatto e quali sfide hai dovuto affrontare?
Vanessa Zanetti: Il mio percorso di studi è stato il seguente. Ho frequentato il famoso ITI A. Malignani di Udine per i 5 anni delle superiori e mi sono diplomata nel luglio 2017. Alla fine dello stesso mese ho partecipato all’esame di ammissione al MITS ovvero l’Istituto Tecnico Superiore del Malignani, una scuola speciale di tecnologia, fondazione regionale con diversi indirizzi tra cui l’aeronautico.
Questo indirizzo permette agli ammessi alla classe di completare gli esami LMA incominciati nei cinque anni di superiori (Si, l’istituto A. Malignani ha una collaborazione con Enac e permette di svolgere gli esami più facili tra i totali 17 in concomitanza con il programma delle superiori!!).
Superai l’esame al primo colpo e entrai della classe DELTA del corso composta da 26 ragazzi con le mie stesse ambizioni. Trascorsi così due anni finendo tutti e 17 gli esami, inclusi quelli per il conseguimento della licenza B2 e svolgendo in totale 6 mesi di tirocinio (tre mesi il primo anno e tre il secondo) a Trento dove attualmente sono occupata, in Airbus Helicopters Italia. Un grande team che sta investendo tanto su di me. Sono felice e grata per questo, ora spero di fare tanta esperienza e di diventare un grande tecnico su esempio dei miei colleghi senior.
Il mio grande traguardo è stato possibile anche grazie alla scuola, ai professori, alle persone che hanno sempre creduto in me e che ci hanno saputo trasmettere la passione e il concetto di sacrificio che essa comporta. Io percorrevo 160 km in treno tutti i giorni per studiare e, ad alcuni miei compagni, andava anche peggio. La mia famiglia mi è sempre stata accanto in questo sogno tanto lontano dalle nostre realtà contadine, nonostante la consapevolezza che sicuramente, un giorno, avrei dovuto spostami. Alla mia famiglia devo tutto e loro sono molto orgogliosi di me.
AvRep / Emanuele Ferretti: Poi è arrivato il giorno in cui ti sei avvicinata ad elicottero sapendo che avresti dovuto fargli la manutenzione programmata ma soprattutto che dal tuo operato (e da quello dei tuoi colleghi) sarebbe dipesa la vita di chi poi ci avrebbe volato: che sensazioni hai provato?
Vanessa Zanetti: In parte penso di aver già risposto. Io credo che la parte più, se si può dire, ‘sentimentale’ del nostro lavoro sia il momento dello stacco da terra. Ecco, è quell’istante tra volo e non volo che fa la differenza. L’armonia di tutti i sistemi meccanici, idraulici, pneumatici, elettronici che fa volare la macchina. Magnifico. Il merito è del team, di tutti i membri che hanno, con il loro operato, garantito questo equilibrio perfetto che permette il volo. Io credo che questo momento è quello in cui prendi coscienza che la macchina vola ANCHE grazie a te, che l’elicottero fa provare alle persone delle emozioni grazie a te; che permette il raggiungimento di posti sperduti grazie a te; che garantisce la difesa di un paese grazie a te e che soprattutto salva delle vite umane grazie a te. Queste sono le mie sensazioni ed è un po’ quello che poi ti spinge a continuare a svegliarti felice andando a lavorare, anche se poi le giornate di lavoro sono lunghe, o magari faticose.
AvRep / Emanuele Ferretti: Come si fa la manutenzione ad un elicottero?
Vanessa Zanetti: Per non entrare troppo nell’aspetto tecnico, la manutenzione ha diversi livelli di profondità per cui bisogna essere addestrati a svolgerla. Il cliente arriva con il proprio elicottero a cui segue un ordine di lavoro elaborato dal nostro ufficio tecnico, su richiesta della CAMO (Continuing Airworthiness Management Organisation) dell’elicottero che gestisce le scadenze. L’elicottero tornerà in volo una volta terminati i vari lavori di ispezione e verifica e in seguito al rilascio di un documento di riammissione in servizio della macchina che garantisce la sua aeronavigabilità.
AvRep / Emanuele Ferretti: Quali sono le difficoltà del tuo lavoro?
Vanessa Zanetti: Credo che il mio lavoro sia il più bello del mondo per la realizzazione personale che ti spinge ad andare a fondo sempre sulle cose e a fare meglio. Il mio più grande nemico però, a livello lavorativo, è la reazione della gente sentendo la risposta alla loro domanda ‘che lavoro fai?’. Sono sorpresi, sbalorditi, preoccupati ma, al tempo stesso, affascinati. Ai miei colleghi capita spesso di presentarmi ad amici dicendo ‘Vanessa è una mia collega’ a cui segue sempre, scontata e sfiancante, la domanda ‘ahh e cosa fai? La segretaria?’. Ecco che escono queste barriere mentali per cui una donna nell’immaginario comune non può assolutamente fare il tecnico. So che sono tutte reazioni e commenti innocenti ma, con il tempo, e con molto dispiacere, ho capito che la discriminazione e le vecchie convinzioni sono purtroppo ancora molto radicate nella società. Una donna non può fare un lavoro ‘da uomo’ pur mantenendo la propria femminilità? Non può stringere
bulloni e mettere copiglie allo stesso modo senza necessariamente atteggiarsi mascolinamente per rendersi più credibile agli altri? La vera forza ispiratrice di tutta questa faccenda è proprio questa: fare un lavoro meccanico ed etichettato ‘da duri’ ed essere, allo stesso tempo, femminile e “a modo”. Sono una ‘signorina meccanica’ e continueranno a stupirsi sempre di fronte al mio mestiere!
Spero di essere stata esauriente e mi auguro di aver soddisfatto tutte le vostre curiosità. Buon lavoro!
Vanessa è stato un piacere parlare con te, a nome della redazione di Aviation Report grazie per il tempo che ci hai dedicato.
Girare nell’hangar che fa manutenzione, seppur con le grosse limitazioni date dalla safety, è un’esperienza unica: vedere come queste macchine così complesse vengono smontate e manutenute è qualcosa di strabiliante, ma la cosa che più colpisce è il clima sereno e tranquillo che si respira all’interno degli hangar, un ambiente di lavoro deve ogni postazione di lavoro è stata attentamente studiata per permettere agli operatori di svolgere al meglio il proprio lavoro, il tutto con l’obiettivo sì di migliorare l’efficienza ma soprattutto di garantire la sicurezza!
“Dobbiamo continuare a crescere” – esordisce Alexandre Ceccacci General manager di Airbus Helicopers Italia (da cui dipende Helicopters Italia) – “abbiamo iniziato due anni fa con cinque postazioni, adesso abbiamo sette postazioni e l’obiettivo è di arrivare a nove; per farlo abbiamo bisogno di nuovi tecnici, per cui sono benvenuti i tecnici che vorranno provare una super avventura nel nostro mondo che è il mondo degli elicotteri ed è un mondo molto appassionante!”
Helicoperts Italia è senz’altro una azienda che un grande passato alle spalle, ma ha avuto il coraggio di rinnovarsi ed aggiornarsi agli standard moderni ed è proiettata al futuro, un futuro pieno di sfide ed in costante crescita, sicuramente un buon posto di lavoro per tecnici in cerca di nuove sfide.
Testo e intervista: Emanuele “Mané” Ferretti
Immagini: Airbus Helicopters Italia, Aviation Report / Gianluca Vannicelli