Qui ad Aviation Report abbiamo parlato spesso delle aziende che costruiscono i velivoli che tutti noi amiamo, ne abbiamo raccontato le peculiarità e i propri punti di forza, abbiamo mostrato e spiegato le caratteristiche dei loro prodotti con un occhio rivolto alla sicurezza ed alla sostenibilità. I nomi di queste aziende li conosciamo tutti, così come tutti sappiamo dove viene prodotto un AW139 piuttosto che un A320, quello che non tutti sappiamo è che molte di queste aziende si avvalgono di subfornitori per costruire particolari spesso critici dei loro velivoli, aziende ad alto contenuto tecnologico sconosciute ai più, il cui apporto al mondo del volo è imprescindibile.
Oggi voglio parlarvi di una di queste aziende, un’azienda che opera nel mondo del volo da 74, avete letto bene, settantaquattro anni: questa azienda porta il nome di OMA Officine Meccaniche Aeronautiche e si trova a Foligno (PG). Fondata dall’industriale folignate Umberto Tonti, la OMA ha iniziato la sua attività producendo aerei leggeri monoposto, i famosi “Baldo 75”, e alcuni motoalianti e negli anni successivi ha lavorato alla costruzione dei particolari dei più prestigiosi velivoli e alla revisione di aerei per l’Aeronautica Militare.
“Cosa fa l’OMA e come mai riveste un ruolo così importante nel mondo dell’aviazione civile e militare mondiale?” È questa la domanda che mi sono posto appena varcato i cancelli dell’azienda.
Si dice che la prima impressione sia quella che conta e la prima impressione che si ha muovendosi all’interno della OMA è di una azienda con una grande storia alle spalle ma che ha avuto la forza (ed il coraggio) di stare al passo con i tempi, un’azienda dinamica proiettata verso le sfide future e verso il concetto di “Industria 4.0”. “Puntiamo molto sulle persone: per noi il loro apporto alla crescita è fondamentale. Qui in OMA usiamo il termine “maestranze”, un termine che per noi è sinonimo di maestria, bravura!” Onestamente, non me ne vogliano quelli di Oma, mi aspettavo di trovare un’azienda un po’ vecchio stile, invece, con immenso piacere ho trovato un ambiente molto moderno e giovane, con un’età media di 37 anni in un reparto critico come quello delle macchine utensili.
Ma uffici moderni e maestranze giovani da soli non spiegano le ragioni del successo e dell’importanza che la OMA ricopre nel mondo del volo. Seguo la presentazione che ci viene fatta ma ho sempre preferito toccare con mano quello che mi viene detto, osservare i dettagli, parlare con le persone… secondo me è il modo migliore per valutare una cosa, non credete?
Girare per i reparti dell’OMA per un appassionato di volo e di meccanica come me, è come portare un bambino in un negozio di giocattoli: e chi lo tira fuori? Vedere come singoli blocchi di titanio piuttosto che di alluminio vengono plasmati da enormi macchine a controllo numerico per ottenere pezzi dalle forme più disparate, vedere la cura con cui vengono assemblati e testati attuatori, osservare l’attenzione con cui vengono manutenuti i SIAI T-260B in forza al 70° Stormo di Latina è un’esperienza che auguro a tutti.
La OMA ha investito molto nello studio e nella realizzazione di postazioni di lavoro fatte ad hoc per ogni singola operazione, sia essa una zona di controllo o un’area di assemblaggio di componenti aeronautiche, postazioni dove tutto è perfettamente organizzato e dove è stata posta una attenzione maniacale ai dettagli, anche i più insignificanti. Tutto ciò si traduce in controllo totale del ciclo produttivo con un’attenzione rivolta alla qualità del pezzo prodotto, qualità che viene assicurata anche da enormi macchine di controllo (le famose DEA).
Potrei continuare per ore a parlarvi di macchinari e di processi produttivi, vi dico solo che l’elenco delle macchine (macchine a controllo numerico, macchine di controllo, banchi di prova) dei quattro stabilimenti di Foligno è lungo 27 pagine.
Vi ho parlato dell’attenzione che l’OMA ha messo nella gestione del personale, le “maestranze”, vi ho parlato dei reparti e degli enormi investimenti fatti sulle attrezzature ma la domanda rimane: cosa fa l’OMA e come mai riveste un ruolo così importante nel mondo dell’aviazione civile e militare mondiale?
Gli investimenti possono farli tutti, cos’ha di speciale la OMA per ricoprire un ruolo così importante?
La OMA ha 4 stabilimenti a Foligno per un totale di 81.000 m2 dove produce esclusivamente componenti aeronautiche ed è proprietaria della Sky Eye Systems Srl (SES) di Cascina (PI), dove progetta e costruisce il Rapier X-25 UAS, un sistema a pilotaggio remoto dal peso di 25kg ed altri sistemi a pilotaggio remoto, i famosi droni.
Ogni anno la OMA produce circa un milione di componenti aeronautiche, componenti che vanno dai portelloni per gli aerei, ai carrelli di atterraggio, a componenti per l’F35 JSF (con più di 700 P/N in produzione), ai sistemi idraulici, alla manutenzione di aeromobili per l’Aeronautica Militare italiana fino ad arrivare alla progettazione e costruzione di droni.
Questi componenti vengono consegnati ai più importanti player dell’aviazione mondiale quali Boeing, Lockheed Martin, dai quali hanno ottenuto il riconoscimento di Elite & Gold Supplier, Leonardo, Airbus, ATR tanto per citarne alcuni.
Quanto detto sopra da solo basterebbe per rispondere alla mia domanda iniziale, ma non è tutto qui: la OMA dispone di una sua progettazione interna e di una sua ingegneria di produzione in cui lavorano circa 70 ingegneri e di un suo centro di ricerca e sviluppo su cui ha investito circa il 7% dei ricavi degli ultimi cinque anni.
Potrei chiudere il pezzo qui ma c’è un argomento tanto caro a noi di Aviation Report che, con immenso piacere, ho ritrovato nella presentazione che ci è stata fatta da OMA: la sostenibilità! Da un anno la OMA ha adottato delle politiche per garantire la sostenibilità del proprio prodotto, un prodotto sostenibile e compatibile con l’ambiente in cui essa è inserita, affinché si crei un giusto equilibrio tra responsabilità sociale, economica, ambientale e di salute e sicurezza per le persone che a vario titolo frequentano i luoghi di lavoro dell’azienda.
La OMA è una azienda dal grande e prestigioso passato che, a differenza di altre realtà, ha avuto il coraggio di aggiornarsi e di investire nelle “maestranze” in primis, ma anche nelle nuove tecnologie con un occhio rivolto alle esigenze del cliente il tutto nel rispetto del tessuto sociale e del territorio.
Il direttore Gianluca Vannicelli, Emanuele Ferretti e tutta la redazione di Aviation Report, vogliono porgere un sentito ringraziamento a Daniele Tonti, Federica Boscaino, Gabriele Spigarelli e a tutta l’OMA per l’accoglienza ricevuta.
Testo: Emanuele Ferretti
Immagini: Gianluca Vannicelli
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