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Sempre sugli F-35 della Svizzera e l’avvertimento del Ministro della Difesa …”Impossibile scegliere un altro jet”

@ Aviation Report / Gianluca Vannicelli

Il Ministro della Difesa Viola Amherd avverte: se l’iniziativa del referendum contro l’F-35 passa, la Svizzera non avrà più aerei da combattimento …. non è possibile passare a un altro modello. Questo è quanto ha dichiarato il Ministro della difesa in una nuova intervista nella quale il ministro svizzero difende nuovamente la scelta dell’F-35 quale nuovo velivolo militare.

Nel mese di settembre scorso il ministro aveva già parlato della questione/polemica riguardante la scelta del velivolo da combattimento stealth di quinta generazione della Lockheed Martin. La questione del jet americano di quinta generazione continua a polarizzare l’attività politica di Berna.

In quella occasione Amherd aveva confermato che F-35A non è solo il jet più moderno al momento, ma anche quello con le vendite più alte al mondo e quindi, come per altri prodotti costano meno quanto più vengono venduti. Inoltre sempre su questo tema aveva confermato che la Svizzera ha tutte offerte vincolanti sia per il prezzo di acquisto che per i primi dieci anni di attività, cosa che era stata chiesta a tutti i candidati e aveva aggiunto che non avendo il contratto con il produttore del velivolo, ma con lo stato americano, sarebbe stato quest’ultimo a garantire il contratto con la sua firma.

Aveva inoltre anche precisato che dieci anni sono tanti per un’offerta vincolante. Un’offerta vincolante oltre il 2040 sarebbe dubbia e il numero di jet venduti continuerà ad aumentare, quindi i costi tenderanno a diminuire. Ecco perché a Berna sono dell’opinione che non ci sarà un’esplosione dei costi come ipotizzato, anzi il contrario. Tuttavia la resistenza al programma rimane grande e a fine agosto gli oppositori alla decisione dell’acquisto dei 36 velivoli F-35, GSoA, SP e Verdi, avevano lanciato la loro iniziativa “Stop F-35”.

Ricordiamo che la Svizzera aveva lanciato il programma Air2030 per sostituire gli attuali F-18 Hornet delle Forze Aeree che giungeranno al termine della loro durata di utilizzazione nel 2030. Per poter continuare a proteggere la popolazione Svizzera dalle minacce aeree, il Consiglio Federale intende sostituire gli attuali aerei da combattimento e acquistare un nuovo sistema di difesa terra-aria a lunga gittata (DTA LG).

In occasione della votazione popolare del 27 settembre 2020 era stata approvata, con un risultato di solo il 50,1 per cento, una decisione programmatica che prevede l’acquisto di nuovi aerei da combattimento con un volume finanziario massimo di 6 miliardi di franchi. La decisione del Consiglio federale poggia su un’ampia valutazione tecnica durante la quale sono stati esaminati, per il nuovo aereo da combattimento, quattro candidati (Eurofighter di Airbus, Germania; F/A-18 Super Hornet della Boeing, Stati Uniti; F-35A di Lockheed Martin, Stati Uniti; Rafale di Dassault, Francia) nonché due candidati per il sistema DTA LG (SAMP/T di Eurosam, Francia; Patriot di Raytheon, Stati Uniti).

Nell‘ultima intervista il Ministro della Difesa della Svizzera, pubblicata sui portali in lingua tedesca del gruppo Tamedia, ha ribadito il concetto che a suo parere se dovesse passare l’iniziativa popolare del referendum contro l’F-35, non si potrà comprare un altro jet. “Il testo dell’iniziativa è principalmente diretto contro l’F-35. Ma chiede anche che il budget dell’esercito venga ridotto di conseguenza. In altre parole, se dici di sì all’iniziativa, non avrai i soldi per un altro jet.

Un altro punto chiave sulla decisione di acquisto degli F-35 era l’indipendenza delle Forze Aeree Svizzera dal produttore e/o dal governo USA. Su questo punto il Ministro ha detto che “Non nego che nascano certe dipendenze. Ma questo sarebbe anche il caso degli altri tipi di aerei. Utilizziamo gli F/A-18, sempre americani, da 30 anni e non abbiamo mai avuto problemi. I jet sono serviti in Svizzera. C’è anche la possibilità di costruire quattro velivoli F-35 in Svizzera alla Ruag come parte dell’attività di offset. Quindi ci vengono fornite informazioni dettagliate su tutti i dettagli del sistema.

L’industria svizzera non sarebbe in grado dal punto di vista tecnico e finanziario di produrre un proprio velivolo da combattimento, ivi compresi tutti i componenti (sistemi elettronici, sensori ecc.) così una dipendenza è necessaria, sia dal governo USA che da altri governi in caso la scelta fosse caduta su un altro aereo.

La responsabile del DDPS è tornata anche sul discorso del costo del velivolo e sul tema dell’inflazione che farebbe aumentare il costo da 5 miliardi a 6 miliardi di franchi svizzeri. “Non sappiamo ancora esattamente come si svilupperà l’inflazione. Ma possiamo dire che il prezzo dell’F-35, inflazione inclusa, rientrerà nella linea di credito approvata di 6 miliardi di franchi.

Interessante poi la questione sulla Francia e il presunto disappunto di Macron dovuto al fatto che i francesi pensavano di poter stringere un accordo politico con la Svizzera in modo che il jet Rafale vincesse. “Naturalmente, tutti i fornitori avrebbero voluto ricevere l’ordine. Ma ero sempre in contatto con i ministri della difesa dei paesi fornitori e spiegavo loro la nostra procedura di valutazione. Hanno anche elogiato il nostro processo trasparente e li hanno ringraziati per questo. Era sempre chiaro ai paesi fornitori che avrebbe prevalso l’aereo con il miglior rapporto qualità-prezzo. E che i contro-accordi politici avrebbero un ruolo solo se le offerte fossero di pari valore. Ma qui non è stato così. La valutazione lo ha mostrato chiaramente.

Alla domanda perché l’esecutivo federale non abbia utilizzato la commessa per i caccia per ottenere il sostegno europeo e migliorare le difficili relazioni della Svizzera con l’UE, Amherd ha risposto che la valutazione tecnica era chiaramente a favore dell’F-35. “La Confederazione sta investendo molti soldi dei contribuenti. Non possiamo comperare un aereo più costoso e tecnicamente meno avanzato. La valutazione era assolutamente chiara a favore dell’F-35. Dubito che 27 membri dell’UE ci avessero trattato meglio tutti in una volta in caso avessimo comprato un aereo da combattimento in Francia. L’F-35 è anche una soluzione molto europea se lo guardi da vicino. Lockheed Martin produce alcuni dei jet in Italia. Al momento stiamo verificando se i jet che ci verranno consegnati saranno eventualmente prodotti in Italia. Questo è anche un paese dell’UE in cui possiamo creare buona volontà. Inoltre, l’F-35 è già in uso o in ordine in sei paesi europei.

Categorie: News Militari
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