Nell’audizione parlamentare (video completo) svoltasi l’8 marzo, il Generale Luca Goretti, Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, ha espresso parole di notevole importanza. L’audizione ha toccato questioni relative alla difesa aerea del Paese, alla cyber-security e alle sfide del futuro come la necessità di sostituire l’Eurofighter, di ripristinare il numero originario di velivoli previsto dal programma degli F-35 italiani, di rinnovare i velivoli ad ala rotante e l’importanza dell’accordo Global Combat Air Programme.
Goretti ha sottolineato l’importanza del Joint Strike Fighter, evidenziando come l’F-35 sia il sistema più avanzato disponibile e di grande importanza strategica. Senza un controllo adeguato dei cieli, le forze di terra e di mare diventano vulnerabili, come dimostrato dal conflitto russo-ucraino. L’F-35 è considerato il sistema più avanzato disponibile e di grande importanza strategica.
Gli F-35 italiani
In risposta alle domande dei parlamentari, il Generale ha sollecitato il ripristino dei numeri originari del programma degli F-35 italiani, che prevedeva l’acquisizione di 131 velivoli, ma che fu ridotto a 90 dal Governo Monti nel 2012. Come partner di livello II l’Italia partecipa al programma F-35 per sostituire le ormai anziane flotte di velivoli AMX, Tornado dell’Aeronautica e AV-8B Harrier II+ della Marina. Gli attuali ordini per 90 F-35 italiani sono così suddivisi: 60 F-35A e 30 F-35B e di questi ultimi, 15 andranno alla Marina e 15 all’Aeronautica.
Tra questi 41 esemplari in più che erano inizialmente in programma all’alba del 2012, vi erano 9 F-35A e 25 F-35B previsti per l’AM e 7 F-35B per la MM. Nel complesso, ciò potrebbe comportare una spesa compresa tra i 5 e i 7 miliardi di euro, la cui sostenibilità andrebbe valutata rispetto a diversi parametri, quali il mantenimento del 2% del PIL di spesa per la Difesa fino al 2028, le nuove acquisizioni richieste dalle altre Forze Armate e l’incremento degli organici richiesto da tutte e tre le Forze Armate.
Secondo il generale Goretti, oltre al numero degli F-35 italiani è essenziale garantire scorte sufficienti di munizioni di precisione. Egli ha sottolineato che questa decisione non rappresenta una escalation verso il riarmo, ma piuttosto la necessità di fare ciò che è necessario per difendere l’Italia, nella speranza di non dover mai utilizzare queste risorse.
Il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica ha quindi chiesto di ripristinare il numero originario di caccia F-35 italiani, ovvero 131, anziché limitarli a 90, come accaduto in passato quando si parlava di spreco di denaro pubblico. Egli ha concluso che per rimanere rilevanti in un contesto come quello attuale, sarebbe necessario avere numeri adeguati di velivoli F-35 entro il 2030.
GCAP – Global Combat Air Programme
Secondo il Generale Goretti, è di fondamentale importanza definire la sostituzione del velivolo Eurofighter. A tal proposito, l’accordo siglato con Regno Unito e Giappone sul GCAP è stato sottolineato come un passo importante nel contesto del rinnovamento dei caccia di sesta generazione. Ha anche sottolineato l’importanza di attirare professionisti con competenze informatiche preziose per la difesa e di programmi internazionali come il Global Combat Air Program (GCAP).
Oggi, è fondamentale pianificare soluzioni per il futuro, a partire dalla sostituzione dell’Eurofighter F-2000, pilastro delle attuali capacità di difesa aerea dell’Italia. La collaborazione con Gran Bretagna e Giappone nell’ambito del GCAP mira a sviluppare un sistema di combattimento aereo di nuova generazione in grado di generare effetti in tutti e cinque i domini di riferimento. Questa sfida tecnologica rappresenta un’opportunità per il paese intero, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie che avranno impatti in tutti i settori industriali, non solo quelli della difesa e della sicurezza.
Il GCAP, che unisce i programmi F-X e Tempest, mira a sviluppare un aereo da combattimento di sesta generazione che opererà all’interno di un concetto di sistema di sistemi, che include anche droni gregari autonomi o semi-autonomi e capacità cibernetiche. Il nuovo aereo di sesta generazione, sviluppato da Giappone, Italia e Regno Unito, sostituirà i caccia F-2 della JASDF (Japan Air Self Defense Force) e le flotte di Eurofighter dell’Aeronautica Militare e della Royal Air Force.
In occasione del Simposio Storico organizzato a Firenze per il Centenario della costituzione dell’Aeronautica Militare, avevamo chiesto proprio al Generale Goretti di spiegarci qualcosa in più su questo velivolo di nuova generazione. “Il tema è immaginare il futuro tenendo presente quali potrebbero essere le minacce di domani, di un domani neanche troppo lontano, parliamo del 2035. Ci siamo immaginati come sarà la tecnologia come sarà l’evoluzione della componentistica e soprattutto della gestione dei dati. Quindi questo velivolo o questo sistema di sistemi dovrà avere delle peculiarità molto specifiche tipo l’ampia connettività o di esser in grado di poter gestire e trasferire i dati. Quindi non è detto che sarà un solo aeroplano, potrebbe essere un aeroplano pilotato che come una chioccia si porta dietro i pulcini magari non pilotati in grado di poter gestire un’area abbastanza ampia di responsabilità.
Ecco questa è la nostra sfida, riuscire ad immaginare in meno di 10 anni un qualche cosa che possa consentire di mantenere una superiorità tecnologica contro i potenziali avversari. Questo è il nostro obiettivo. Giappone, Inghilterra e Italia si sono unite insieme perché a mio avviso la loro tecnologia, la loro professionalità può consentire di portare a casa il risultato sperato.”
Addestramento e Trasporti
Tuttavia, il Generale ha fatto notare che i velivoli sarebbero inefficaci senza l’abilità dei loro piloti. A questo fine, la Scuola di Volo internazionale in Sardegna ha l’obiettivo di aprire un nuovo hub per sviluppare sia le capacità di volo che quelle ingegneristiche. Inoltre, la collaborazione tra lo Stato e il comparto industriale ha portato alla creazione del velivolo T-346 di ultima generazione.
Goretti ha quindi sottolineato anche l’importanza di dotarsi di una capacità di trasporto adeguata, anche tenendo in considerazione l’evoluzione degli scenari di intervento. È stato evidenziato che i velivoli dell’Arma azzurra sono impiegati non solo per operazioni militari, ma anche in ambito civile e umanitario, come dimostrano i velivoli C-130 messi a disposizione per il trasporto di aiuti o il ponte aereo che nel 2021 permise l’evacuazione umanitaria dall’Afghanistan di oltre 5000 afghani.
Conflitto Russo-Ucraino
Il Generale ha poi osservato che senza un controllo dei cieli, le forze di terra e di mare diventano vulnerabili. È stato sottolineato che anche nel conflitto russo-ucraino, lo stallo delle forze terrestri russe in Ucraina è stato attribuito alla mancata conquista del controllo dei cieli, dimostrando l’importanza della componente aerea di combattimento. La necessità di poter schierare rapidamente le forze di terra verso qualsiasi area di intervento è stata confermata dal conflitto russo-ucraino. Pertanto, è essenziale dotarsi di una capacità di trasporto adeguata, soprattutto considerando il fatto che il continente africano e indopacifico potrebbero diventare aree di intervento nel prossimo futuro.
Riferendosi all’invasione dell’Ucraina, Goretti ha detto che “… questa aggressione ingiustificabile ha dimostrato anche come il nostro Paese sia stato in grado di reagire prontamente con grande determinazione, attivando rapidamente il complesso militare nazionale. L’Aeronautica Militare ha confermato di possedere grande professionalità e reattività, riuscendo a schierare un credibile strumento di difesa e deterrenza, raddoppiando lo sforzo del contingente di caccia Eurofighter in Romania nell’adempimento della missione in sole 48 ore.”
Il Generale ha enfatizzato l’importanza di ricercare soluzioni tecniche innovative per mettere in difficoltà gli schemi degli avversari. Inoltre, è stato evidenziato che di fronte all’impossibilità di sottrarsi alla guerra moderna, è fondamentale dotarsi di una forza aerea adeguata, nonché di sistemi di difesa aerea e antimissile, ripensando al concetto di dispersione sul territorio. L’Aeronautica ha quindi l’obiettivo di ripensare alla distribuzione dei depositi di stoccaggio del materiale e del carburante, dei nodi di comando e controllo e della distribuzione delle basi aeree.
Intelligence e cyber-security
L’audizione del capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare ha anche toccato il tema dell’intelligence e della cyber-security, due aspetti che rivestono un’importanza sempre maggiore per la difesa nazionale. Il generale Goretti ha sottolineato l’importanza di potenziare le capacità di intelligence, anche in collaborazione con i partner internazionali, per contrastare minacce come il terrorismo, la criminalità organizzata e la cyber-attività ostile. In particolare, è necessario dotarsi di strumenti tecnologici avanzati per la raccolta, l’analisi e l’interpretazione dei dati, in modo da prevenire eventuali attacchi e reagire tempestivamente in caso di emergenze.
La cyber-security, invece, rappresenta una sfida sempre più complessa e in costante evoluzione. L’Aeronautica militare sta investendo in programmi di formazione e addestramento per il personale, al fine di sviluppare le competenze necessarie per proteggere le infrastrutture critiche dall’azione dei cyber-criminali e degli hacker. Inoltre, è fondamentale sviluppare sistemi di sicurezza avanzati e implementare misure preventive per prevenire attacchi informatici.