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La ripresa dell’aviazione civile dalla crisi del COVID-19 sarà un volo a lungo raggio. Come dovrà cambiare l’aviazione post pandemia?

Aviazione Civile (@ Archivio Aviation Report / Gianluca Conversi)

Come ormai sappiamo bene, la crisi del COVID-19 ha causato un crollo del traffico aereo e ha avuto un impatto catastrofico sull’industria del trasporto aereo e sulla catena del valore dell’aviazione e conseguentemente del turismo e dei viaggi d’affari.

La stagione dei viaggi estivi ha avuto poca tregua dall’impatto del Covid-19 e la situazione è quanto mai triste. Si stima che per il 2020 il traffico aereo (misurato in entrate / passeggeri / chilometri o RPK) scenderà almeno del 50%. Questa cifra si basava sul presupposto che il traffico internazionale sarebbe aumentato nel terzo e nel quarto trimestre dell’anno, anche se questo sembra sempre più improbabile poiché molti mercati chiave rimangono bloccati, con i viaggiatori vietati o soggetti a periodi di quarantena significativi all’arrivo.

La lenta velocità del miglioramento significa che si dovrà attendere il 2024 prima che gli RPK tornino ai livelli del 2019. E questo potrebbe scivolare ulteriormente se ci saranno ulteriori battute d’arresto nel contenere il virus o nel trovare un vaccino.

Il calo degli RPK ha avuto un impatto disastroso sui ricavi: le compagnie aeree quest’anno subiranno una perdita di 84 miliardi di dollari e la stima iniziale delle perdite per il 2021 è già di 15,8 miliardi di dollari. Questi sono i peggiori risultati finanziari nella storia dell’aviazione commerciale e alcune compagnie aeree sono già collassate, fuse o gravemente ridimensionate. A meno che i viaggi aerei internazionali non possano riprendere efficacemente presto, la situazione diventerà disastrosa per ancora più vettori con effetti catastrofici per il settore commerciale dell’aviazione, per l’economia e per la società in generale.

È essenziale continuare a dimostrare che il viaggio aereo può proseguire in sicurezza, concentrandosi sulle regole e sui processi che hanno reso il volo il modo più sicuro di viaggiare, così la IATA insieme a molti enti di gestione dell’aviazione commerciale, alle compagnie aeree e ad altre parti interessate del settore, hanno lavorato continuamente con i governi per riavviare in sicurezza i voli.

Differenza del traffico aereo in Europa 2019-2020 (@ Eurocontrol)
Raffronto dei voli 2019-2020 (@ Eurocontrol)

La prima priorità è mantenere le persone al sicuro. Numerosi studi hanno dimostrato che il rischio di trasmissione Covid a bordo degli aerei è basso grazie al flusso dell’aria interna che viene scambiata con aria fresca dall’esterno ogni due o tre minuti sulla maggior parte degli aeromobili e grazie ai filtri HEPA che eliminano i virus, incluso il coronavirus, ogni qualvolta viene filtrata l’aria.

Oltre ai sistemi tecnologici dei velivoli si aggiunge una stretta osservanza delle misure anti-contagio, ormai consolidate, quali l’obbligo di indossare le mascherine sia in aeroporto che a bordo; la sanificazione dei principali punti di contatto degli aeroporti e degli aeromobili; il distanziamento sociale alla partenza, all’arrivo e a bordo in termini ad esempio di code per i gabinetti; servizio ridotto a bordo.

Tutto ciò rende la cabina dell’aereo uno degli spazi pubblici meno rischiosi che le persone possano sperimentare. Anche se non è possibile un efficace distanziamento sociale a bordo (anche neutralizzando il sedile centrale non si crea la distanza consigliata di 1 m-1,5 m), i livelli di misure manterranno i viaggiatori al sicuro.

Cercando di mantenere il Covid-19 fuori dai loro paesi, molti governi hanno semplicemente chiuso i loro confini. Altri hanno mantenuto i loro confini aperti ma hanno imposto la quarantena ai viaggiatori. L’effetto è però lo stesso: l’interruzione dei viaggi che non fa progredire il ripristino del diritto fondamentale di movimento e dell’economia dei viaggi e del turismo che è si fermata, danneggiando gravemente il settore. Qualcuno dice che dovremmo imparare a convivere con questo virus, ma questo approccio chiudi-apri-chiudi con la conseguente  revoca e ripristino continuo delle restrizioni non consentirà la ripresa economica di questi essenziali settori.

Stiamo già assistendo ad alcuni governi che diventano più precisi e mirati con misure preventive perché è chiaro che si dovrà limitare ogni ritorno ai blocchi diffusi e ai danni economici e sociali che provocano. In questa situazione, il comportamento del pubblico in generale, indossare le mascherine, il distanziamento sociale ove possibile e igiene continua delle mani, è cruciale. Come lo sono i test Covid-19 che dovranno svolgere un ruolo nel facilitare i viaggi. Esistono già test sufficientemente accurati da essere utilizzati per facilitare l’allentamento delle restrizioni di viaggio.

E’ altresì fondamentale nell’immediato futuro che i governi intervengano per evitare il disastro della disoccupazione con misure di soccorso finanziarie, fiscali e normative che possano mantenere l’industria a galla per guidare la ripresa. Il crollo dei viaggi aerei mette a rischio decine di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo. Questo perché ogni lavoro di una compagnia aerea supporta altri 14 posti di lavoro nell’economia più ampia. La metà di tutti i turisti arriva in aereo e le economie in cui il turismo è un importante datore di lavoro saranno colpite in modo sproporzionato dalle restrizioni di viaggio e dalla quarantena. La protezione della connettività aerea tra i paesi contribuisce a rafforzare le basi per la futura crescita economica soprattutto per quei paesi, come l’Italia ma anche nel resto d’Europa, che hanno un’economia fortemente basata sul turismo primo settore a sfruttare la connettività aerea.

Scenari del traffico aereo in Europa per i prossini 5 anni (@ Eurocontrol)

Il 2020 si chiuderà come un “annus horribilis” per il settore, ma purtroppo le prospettive iniziali del 2021 sembrano già non essere molto diverse e per questo la ripresa dalla crisi del Covid-19 sarà un volo a lungo raggio! Ma anche le sfide future saranno a lungo raggio. L’aviazione civile e commerciale non potrà uscire indenne da questa crisi e avrà bisogno, ove possibile, di utilizzarla come catalizzatore del cambiamento.

Il futuro si baserà sicuramente sulla sicurezza sanitaria di aerei ed aeroporti, sulla sostenibilità finanziaria del settore e di tutta la sua filiera, sulla sostenibilità e sul basso impatto sull’ambiente e sul continuo sviluppo di nuove tecnologie.

A livello economico dopo un minimo di 73 milioni di euro per i voli di aprile (ovvero -88% rispetto al piano stabilito per il 2020), l’importo fatturato per i voli di linea è stato di 260 milioni di euro per i voli di ottobre (-62% rispetto al piano 2020) dopo un massimo di 330 milioni di euro per i voli di agosto. Su base annuale (gennaio-ottobre), le tariffe dei voli di linea sono del -58% rispetto al piano per il 2020.

La situazione in Italia

Il traffico aeroportuale del primo semestre 2020 è stato caratterizzato dalla crisi innescata dall’emergenza Covid-19 che, a partire dal mese di marzo, ha determinato il crollo del traffico aereo a livello nazionale e internazionale. I dati del primo semestre sono fortemente influenzati anche dalle misure di lockdown introdotte per contrastare la rapidissima diffusione della pandemia sul territorio nazionale, che hanno fermato i voli e chiuso molti degli aeroporti sul territorio nazionale.

Alcuni segnali positivi di ripresa si sono iniziati a registrare solo nel mese di giugno, al termine del primo semestre, per poi proseguire sempre debolmente e solo limitatamente ai primissimi mesi della stagione estiva. Complessivamente, negli scali nazionali aperti al traffico commerciale il traffico di linea e charter nel primo semestre ha raggiunto i 257.233 movimenti e i 26.909.295 passeggeri, rispettivamente il – 62,3% e il – 69,8% se confrontati con il primo semestre 2019.

I passeggeri nazionali hanno di poco superato i 10 milioni e quelli internazionali i 16,8 milioni con una riduzione, rispettivamente del – 67% e del -71%. Il traffico cargo a livello nazionale si è attestato sul -17% con 31.269 tonnellate, e a livello internazionale sul – 29% con 337.257 tonnellate trasportate.

Traffico aereo in Italia primo semestre 2020 (@ ENAC)
ENAC: scarica tutti i dati di traffico del primo semestre 2020

Come abbiamo già detto nel corso del primo semestre del 2020 molti scali italiani hanno registrato traffico nullo o decisamente ridotto nei mesi di lockdown, anche a seguito dei provvedimenti con i quali il governo nazionale ha ridotto l’operatività dei singoli scali per contrastare il dilagare della pandemia. La lettura dei dati di traffico del primo semestre 2020 quindi non può prescindere dai provvedimenti normativi che, allo scopo di contenere il dilagare della pandemia in atto, hanno disposto riduzioni, soppressioni e limitazioni dei servizi di trasporto aereo negli aeroporti aperti al traffico commerciale.

Ricordiamo a tal proposito che il primo decreto ministeriale, numero 112 del 12 marzo 2020, aveva limitato l’operatività del sistema aeroportuale italiano, disponendo che avrebbero dovuto garantire l’operatività aeroportuale senza limitazioni le società di gestione degli aeroporti inclusi nell’art. 2 comma 1 del decreto: Ancona, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Palermo, Pantelleria, Pescara, Pisa, Roma Fiumicino, Torino, Venezia Tessera. Tessera e Roma Ciampino per i soli voli di stato, trasporti organi, canadair e servizi emergenziali.

Le società di gestione degli aeroporti non inclusi nell’art. 2 comma 1 del decreto, Milano Linate, Bergamo Orio al Serio, Verona, Firenze, Roma Ciampino, Reggio Calabria, Brindisi, Trieste e Treviso invece avrebbero limitato la propria operatività a partire dal 14 marzo 2020, ad eccezione di Milano Linate che aveva iniziato lo stop temporaneo delle operazioni da lunedì 16 marzo. In tutti gli aeroporti venivano comunque garantite alcune attività tra cui le esigenze operative di voli cargo e posta, nonché di voli di Stato, di Enti di Stato, di emergenza sanitaria o di emergenza di altro tipo.

Aeroporti di Roma aveva dichiarato che il 12 marzo sarebbe iniziato il ridimensionamento delle operazioni ai terminal passeggeri, decisione presa dopo che molte compagnie aeree avevano cancellato i voli in seguito alla mossa del governo di estendere il blocco a tutto il paese nel tentativo di rallentare la diffusione della malattia. Dal 17 marzo il Terminal 1 di Roma Fiumicino (FCO) fu temporaneamente chiuso, mentre il Terminal 3 era rimasto in funzione. Anche Roma Ciampino (CIA) aveva chiuso il suo terminal per i voli di linea.

In questo scenario inevitabilmente tutte le compagnie aeree europee e quindi italiane tra le quali la compagnia aerea di bandiera Alitalia hanno registrato gravi perdite in termine di voli, traffico e fatturato.

Voli commerciali in Italia primo semestre 2019-2020 (@ ENAC)
Alitalia raffronto 2019-2020 (@ Eurocontrol)
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