Per “racconti in quarantena” risaliamo sul paramotore che abbiamo visto essere un mezzo perfetto per fare del sano volo turismo ed andiamo alla scoperta di un luogo molto suggestivo e ricco di storia. Siete curiosi di sapere qual è? Non vi resta che seguirmi allora!
Oggi siamo a Faraone, vicino Teramo: vi dice nulla il nome? Faraone è una piccola frazione del comune di S. Egidio alla Vibrata in provincia di Teramo, nata sulle rovine di un antico castello poi trasformato in un borgo e distrutto nel terremoto del 1950. Tranquilli, non sono qui per parlavi di storia o meglio, non della storia di Faraone, ma la storia di una nazione: l’Italia. E come posso farlo con un volo? Vedete, ci sono dei posti che da soli hanno segnato un’epoca o hanno rappresento un punto di svolta in un avvenimento storico; non mi crederete ma uno di questi punti si trova proprio qui vicino a Faraone: non ci resta che andarlo a scoprire!
In ogni avventura che si rispetti c’è sempre un amico, un “compare” come dicono dalle queste parti, qualcuno che condivida con te le gioie e le paure di un’avventura: in questo volo con me c’è lui, ormai lo conoscete bene, l’inossidabile, l’uomo che non deve chiedere mai, l’uomo con le ali al posto dei piedi, ecco a voi Ubaldo da Ascoli Piceno. Non ho mai capito cosa spinga un volatore cosi esperto e pragmatico a accompagnare uno scellerato ed emotivo come me, ma va bene cosi, ogni tanto è meglio non chiedersi perché le cose accadono e farsi meno problemi, non trovate?
Dicembre 2012 in un enorme prato nei pressi di Faraone (TE)
Lo Sky110s, il mio paramotore, con la suo forza ed il suo inconfondibile sound rompe il silenzio di questa piccola frazione mentre uno scalpitante Ubaldo rompe subito gli indugi, solleva la vela e si stacca dolcemente da terra facendo sembrare questa manovra la cosa più naturale al mondo! Lo osservo correre ed in pochi passi mutare in qualcosa di diverso, un essere ibrido, aggraziato e colorato come la più bella delle farfalle, in fondo, come in ogni rospo che si rispetti si cela un bellissimo ed affascinate principe analogamente in ogni volatore che si rispetti si cela una leggiadra ed aggraziata farfalla; a differenza dei principi non salveremo nessuna principessa (ahimè) però… quando siamo per aria siamo belli, colorati, affascinanti, lontani anni luce da quell’essere brutto e diversamente attraente che è un bruco.
E’ cosi, le favole in questo sono maestre e ci insegnano che nell’essere più ripugnate si può celare l’essere più bello al mondo ma per scoprirlo si deve avere il coraggio… di baciarlo: volete baciare me ed Ubaldo?
La farfalla Ubaldo si solleva dal prato gelido di Faraone colorando il cielo del teramano ed infilandosi in una labile foschia per puntare sicuro verso le montagne. I Monti Gemelli, con la loro imponenza e la loro maestosità, sembrano voler precludere l’accesso all’Appennino al mio compare, ma io lo so, lo so che oggi lui non vuole profanare l’Appennino, oggi lui è qui con me per andare alla scoperta di un pezzo di storia troppo spesso dimenticato specialmente dalle genti del posto: stiamo parlando della Fortezza di Civitella del Tronto. Si la fortezza di Civitella del Tronto: massiccia, fiera, maestosa, superba e sfacciata nella sua imponenza!
I primi documenti che attestano l’esistenza della Fortezza risalgono all’anno Mille, ed era già nota nel Medioevo e durante il Risorgimento a causa anche di memorabili assedi. A partire dal 1564 la struttura del forte subì modifiche e ampliamenti sino ad ottenere l’attuale configurazione, voluta dal re di Spagna e di Napoli Filippo II d’Asburgo, quando potenziò le precedenti fortificazioni angioine e la rocca aragonese ordinando d’innalzare la fortezza.
Nel 1734, i Borboni si insediarono come nuovi dominatori del forte, sostituendo la precedente sovranità asburgica, realizzando nuove modifiche strutturali che consentirono alla fortificazione di opporsi agli assedi francesi e piemontesi. Nel 1861 fu l’ultima roccaforte del regno borbonico ad arrendersi ai Piemontesi il 20 marzo del 1861, tre giorni dopo l’incoronazione di Vittorio Emanuele II a Re d’Italia. Con i suoi oltre 500 metri di lunghezza, i 45 metri di larghezza media ed una superficie di 25 mila mq è una delle più importanti opere di ingegneria militare mai realizzate sul suolo italiano.
Ubaldo vola alto sopra la fortezza, forse come me immagina di vedere i tanti assedi alla fortezza, immagina di vedere le genti del posto fiere ed orgogliose resistere agli assedi degli invasori, immagina storie di Borboni e Papalini o forse…. Se ne frega della storia ed osserva estasiato questo capolavoro di ingegneria militare! Non glielo chiedo, a volte è bene rimanere in silenzio come di fronte ad una bellezza acqua e sapone che indossa un bikini striminzito, non gli dico nulla e lo seguo da vicino cercando lo scatto perfetto.
I monti Gemelli ci osservano dall’alto sorvolare la fortezza, per un attimo sembrano rivolgersi a me con tono minaccioso e dirmi: “Ehi Mané, chi ti credi di essere? Credi, con un banale volo, di poter raccontare la storia di questo posto e dell’Italia? Noi nei millenni abbiamo visto ed osservato genti molto diverse e culture differenti contendersi questo posto apparentemente inutile ma ricco di storia e di importanza politica, abbiamo visto eserciti litigarsi questo piccolo lembo di terra per avere il dominio dell’Italia ed a volte dell’Europa. Mané, sei venuto qui per vedere un pezzo di storia dell’Italia e per raccontarla nel modo che più ti si addice ovvero volando, ma una storia cosi antica ed importante non la racconti con un volo! La storia, quella vera e non quella scritta dai vincitori non la trovi in aria, né sui libri, la storia di questo posto la trovi 500 metri sotto di te, nelle mura della fortezza; continua pure volare che sei bravo e quando vorrai conoscere meglio le vicende di questo luogo le troverai raccontate all’interno della fortezza.”
Torno in me e vedo Ubaldo filare veloce verso est puntando deciso la Vallata del Tronto per poi virare verso est sorvolando i comuni di Maltignano e S. Egidio alla Vibrata: io lo seguo da lontano e ancora mi sembra di vedere ai miei piedi eserciti accampati prepararsi all’ennesimo, vano, tentativo di assediare la fortezza e di espugnarla…
Forse ho sognato o forse mi son lasciato coinvolgere dalla storia di questo posto chissà; posso solo dirvi che questo luogo, per la sua bellezza e per la sua millenaria storia merita di essere visitato, magari unendo la visita ad un buon pranzo a base di prodotti tipici locali.
Testo e immagini: Emanuele “Manè” Ferretti