F-35B Royal Navy inglese
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Pubblicato su Twitter il video dell’incidente del velivolo da combattimento F-35B britannico

È stato pubblicato su Twitter il drammatico video dell’incidente del 17 novembre 2021 che ha visto coinvolto un velivolo da combattimento stealth di quinta generazione F-35B inglese che era imbarcato a bordo della portaerei della Royal Navy, la HMS Queen Elizabeth II. Il velivolo era uno degli otto F-35B che hanno partecipato alla prima crociera operativa (UK CSG-21) della nuova portaerei britannica.

Il video mostra il jet a velocità molto bassa che cerca di decollare dall’unità navale inglese mentre è in navigazione nel Mar Mediterraneo. Il pilota si vede lanciarsi dal velivolo con il seggiolino eiettabile e paracadute mentre questo cade in mare dallo ski jump praticamente davanti al ponte di volo.

Il pilota del famoso 617th Squadron, conosciuto come i “Dambusters” uno squadrone congiunto con un mix di personale della Royal Air Force e della Royal Navy, è stato recuperato da un elicottero Merlin della portaerei e riportato a bordo della nave. Al momento il Ministero della Difesa ha confermato di essere a conoscenza del video ma non ne ha confermato ancora confermato la veridicità. L’unità inglese era stata imbarcata insieme a 10 F-35B del Marine Fighter Attack Squadron (VMFA) 211 del Corpo dei Marines degli Stati Uniti, il “Wake Island Avengers”, con sede presso la Marine Corps Air Station Yuma in Arizona, ma questi hanno appena lasciato la nave che è alla fine del suo dispiegamento.

Siamo a conoscenza di un video che circola online. È troppo presto per commentare le potenziali cause di questo incidente. Gli sforzi di recupero sono in corso e il ramo investigativo sugli incidenti della difesa riferirà i loro risultati preliminari a tempo debito“, ha affermato un portavoce del Ministero della Difesa inglese.

Alcuni media, ma si vede chiaramente dalla ripresa, hanno riferito che il video lungo 16 secondi sembra essere stato ripreso da una delle telecamere di sorveglianza della nave da guerra. Come abbiamo detto l’aereo inglese sembra procedere ad una velocità molto ridotta rispetto a quella che dovrebbe avere in quel punto del ponte di volo per poter decollare. Potrebbero essere quindi confermate le voci di qualche giorno fa che davano come causa dell’incidente una copertura di plastica anti-pioggia lasciata per errore sulla presa d’aria del motore del velivolo.

Nel frattempo sono sempre in corso le operazioni di ricerca e recupero dell’F-35B precipitato nel Mar Mediterraneo. Il relitto dovrà essere trovato e tutti i pezzi recuperati per impedire alle nazioni straniere di mettere le mani su parti del jet e della sua tecnologia sensoristica. Un portavoce del governo britannico aveva confermato che la Marina degli Stati Uniti stava inviando una nave e un equipaggio per aiutare nella missione di salvataggio. Anche l’Italia starebbe assistendo la Royal Navy nella ricerca del velivolo.

Se diamo per scontato che il video sia reale, il recupero dell’aereo è una priorità assoluta per il Ministero della Difesa inglese perché l’F-35B perso potrebbe essere praticamente integro data la bassa velocità con la quale è caduto in mare. Non c’è alcuna indicazione credibile che i sottomarini russi stiano correndo verso la tomba sottomarina dell’F-35 ma il timore che la Russia possa mettere le mani su parti del velivolo e dei suoi sensori è molto elevato.

Questo è il quinto incidente di un F-35, di tutte le versioni, ma è la prima perdita di un F-35 britannico e il primo F-35 perso mentre operava da una portaerei o da una nave d’assalto. Il Corpo dei Marines ha perso due F-35B, l’US Air Force un F-35A, e la Japan Air Self-Defense Force un F-35A perso in mare. Il Regno Unito, che ha in servizio 24 su 48 F-35 in ordine, è secondo agli Stati Uniti per numero di ore di volo, quindi ha inevitabilmente un rischio maggiore di incidenti rispetto alle nazioni partner F-35 più piccole. Il Lightning britannico non è il secondo esemplare di Joint Strike Fighter precipitato in mare, dopo quello della Japan Air Self-Defense Force (JASDF) che si è schiantato al largo della costa nord-orientale del Giappone nell’aprile 2019.