in volo con il paramotore sulla costa abruzzese e marchigiana
Copyright: Emanuele "Manè" Ferretti

Martinsicuro – Ancona, sola andata!

Questa avventura si svolge in una fredda e ventosa giornata di Maggio, una di quelle giornate in cui quelli come me, come dei vampiri assetati di sangue, vagano alla ricerca della loro linfa vitale, una di quelle giornate non proprio calde a dispetto del periodo ma che, ad un occhio attento, ha molto da offrire!

Questa avventura ha inizio sulla spiaggia di Martinsicuro, il posto dove vivo e da cui sono partito per affrontare alcune delle mie sfide più entusiasmanti in giro per il mondo. Con me c’è Giordano Circolone, amico e compagno di mille sfide, c’è il mio fido Sky110S, il mio paramotore, questo in particolare è il motore con cui ho volato sul deserto e ci sono particolarmente affezionato, poi c’è… si c’è lei, madre Natura, incantevole, maestosa, affascinante, ma anche severa quando la sottovaluti, sempre pronta a punirti quando dimentichi chi è che comanda veramente.

La paura di aver sottovalutato le condizioni del vento mi viene subito, quando a fatica stacco i piedi da terra avanzando a 5km all’ora verso sud (un avanzamento al limite per il mio mezzo) prima di fare una virata secca e puntare deciso verso nord, verso Ancona che è a 90km di spiagge da Martinsicuro! Ma la paura poco può (a volte) contro la mia perenne ricerca di panorami, colori ed emozioni, la linfa vitale che mi fa andare avanti ogni giorno!

Viro verso Nord, seguito a terra dal mio amico Giordano, anche stavolta deputato al ruolo di angelo a terra, subito i miei occhi si riempiono della luce calda e viva del sole di maggio, una luce che esalta i colori tenui della spiaggia di Martinsicuro come mai mi era capitato. Supero il fiume Tronto ed entro nelle Marche, il tempo di costeggiare il Parco della Sentina e scendo di quota andando a carezzare con i piedi la spiaggia di San Benedetto del Tronto, sempre pulita e ordinata.

Siamo solo all’inizio di questo viaggio e penso a tutta la strada che mi aspetta, alle insidie, ai tratti tecnici che dovrò affrontare: paura e sconforto per un attimo mi assalgono. Ricevo un messaggio, è Giordano, mi dice che il vento è leggermente sceso e che è dietro di me e mi sta seguendo da lontano e di non preoccuparsi, che lui c’è! “Ma come ha fatto a capire che ero preoccupato? Mi avrà letto nel pensiero!” penso tra me e me mentre supero il porto di San Benedetto del Tronto.

Perdo quota e volo basso sulla terrazza del lungomare di Grottammare dove dei bimbi si slogano i polsi a furia di salutarmi; sempre bella Grottammare con il suo centro storico arroccato sulla collina, il suo lungomare piccolo ma molto bello e curato, le sue spiagge minute ma molto graziose. Proseguo verso nord costeggiando il centro storico di Cupra Marittima, anche questo un vero gioiello dell’architettura, se passate da queste parti fermatevi a vederlo che merita davvero, poi mollo i comandi e lascio che la vela vada da sola, sorvolo il faro di Pedaso che nonostante abbia ormai il mare ai suoi piedi, sembra voler sfidare la forza e la potenza delle mareggiate. I miei occhi si perdono tra le mille sfumature delle colline marchigiane, i colori tenui dei vecchi borghi arroccati sulle colline prospicenti il mare e un’acqua mai cosi limpida e verde. Supero Torre di Palme, sempre bello e maestoso, da qui il paesaggio si fa meno irto e più dolce, le colline, come un lenzuolo di seta sul corpo di una bella donna, sembrano voler scivolare dolcemente fino a tuffarsi nel mare quasi a voler mostrare le dolci forme di questo angolo d’Italia.

Supero, il porto di Porto S. Giorgio e proseguo verso nord sorvolando spiagge pesantemente erose dalle maree, forse l’unica nota stonata di un viaggio che finora si sta rivelando molto avvincente e ricco di scorci da favola. Il cemento e l’industria del turismo ben presto lasciano spazio a verdi prati e piccoli laghetti che arrivano a lambire il mare: non ricordavo che la costa delle Marche fosse cosi bella e, a tratti, cosi selvaggia!

Giordano mi raggiunge nei pressi di Civitanova Marche ma poi rimane imbottigliato nel traffico del sabato mattina mentre io filo indisturbato verso nord, lontano dal caos e dal traffico. Da Civitanova Marche la spiaggia ed il mare cambiano colore, la spiaggia assume una tonalità più chiara mentre il mare diventa di un colore azzurro chiaro, mentre sullo sfondo il Monte Conero, come un fantasma in mezzo alla nebbia, inizia a mostrarsi in tutta la sua imponenza.

Dai Mané, ci sei quasi: forza e coraggio!” penso tra me e me mentre dieci metri sotto sulla statale una macchina suona per richiamare la mia attenzione: è Giordano, mi ha di nuovo raggiunto!

Raggiungo Porto Recanati, una delle perle di questo viaggio! Porto Recanati ha conservato buona parte delle costruzioni antiche e, se non fosse per qualche obbrobrio di cemento armato, ancora oggi si ha l’impressione di essere nella città di inizio secolo.

Il mio viaggio volge al termine, pochi metri ancora e atterro in prossimità del fiume Musone, che delimita il confine sud del Parco del Conero: non sarò io a violare i limiti di un parco nazionale; mi fermo qui anche se vorrei raggiungere le bellissime Numana e Sirolo. Mi fermo qui e nella mente scorrono ancora le mille immagini di questa regione cosi bella e di un volo che, seppur fatto altre volte, ha saputo emozionarmi come mai prima.

Dedicato al mio amico Giordano Circolone, il mio angelo a terra!

Testo e immagini: Emanuele “Mané” Ferretti