Il Tempest è un sistema di sistemi che comprende il caccia di sesta generazione come core platform, cui si associano i cosiddetti “adjuncts” – ovvero i loyal wingmen – e una serie di altri sistemi e armamenti. Il progetto prevede che tutti gli elementi del sistema siano collegati da una rete “intelligente”, basata su un’architettura cloud dedicata (combat cloud), intelligenza artificiale (AI) e potenti datalink di nuova generazione. È compito di queste tecnologie permettere di elaborare, analizzare, prioritizzare e rendere disponibili in modo semplice e immediato enormi quantità di dati.
Il Tempest è stato lanciato come iniziativa del Regno Unito al Farnborough Airshow 2018 nell’ambito della Combat Air Strategy formulata dal governo britannico per rivitalizzare l’industria aerospaziale nazionale. In quella sede, Leonardo UK è stato considerato come partner fondatore del Team Tempest insieme al Rapid Capability Office della Royal Air Force, a BAE Systems, MBDA e Rolls-Royce. Da allora, il team ha iniziato la propria attività di studio, ricerca e valutazione sul concetto Tempest e condotto lo scouting di alcune tecnologie ritenute chiave per il sistema, mentre progressivamente è partita pure l’attività di progettazione, svolta ricorrendo in misura rilevante a supercalcolo, simulazione e “digital twin”.
Al Royal International Air Tattoo, nel luglio 2019, il Regno Unito e la Svezia hanno firmato un accordo per collaborare all’iniziativa, alla quale, a settembre dello stesso anno, ancora una volta durante il DSEI, si è associata anche l’Italia.
Questa collaborazione internazionale è stata ulteriormente rafforzata nel luglio 2020 con l’annuncio di una nuova “cornice” trilaterale che vede le industrie delle tre nazioni riunire le loro competenze ed esperienze nel settore degli aerei da combattimento e metterle al servizio della ricerca e dello sviluppo di tecnologie all’avanguardia per i sistemi di combattimento aereo del futuro.
Il successivo accordo governativo del dicembre 2020, firmato dai tre ministri della Difesa, ha stabilito i principi generali della cooperazione e ha aperto la strada agli sviluppi più recenti. Nel luglio di quest’anno, il Ministero della Difesa del Regno Unito ha firmato un contratto che assegna una prima tranche di finanziamento da 250 milioni di sterline per la fase di valutazione. L’investimento fa parte di uno stanziamento complessivo di 2 miliardi di sterline allocato dal Regno Unito per i prossimi quattro anni.
Subito dopo, anche l’Italia ha reso il suo impegno più concreto con il primo finanziamento di 20 milioni di euro incluso nel Documento di Pianificazione Pluriennale (DPP) 2021-2023. Questi fondi fanno parte di uno sforzo in ricerca e sviluppo che per il nostro Paese vale 2 miliardi di euro nei prossimi 15 anni. Con l’aggiunta del contributo della Svezia, i tre Paesi partner hanno così accelerato la cooperazione che vedrà Leonardo impegnata nel programma per i prossimi decenni, con significative ricadute in termini di avanzamento tecnologico, sviluppo industriale e occupazionale.
Il Tempest è stato anche uno dei temi discussi nei recenti incontri tra il Ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini e il Ministro della Difesa britannico Ben Wallace a giugno (ad Augusta, a bordo della portaerei Cavour) e poi a settembre. In entrambe le occasioni, i ministri hanno fatto il punto sulla situazione internazionale e sulla cooperazione industriale tra i due Paesi, diventata centrale nelle relazioni bilaterali tra Roma e Londra. Il Tempest ne è, ovviamente, il cuore, ma la cooperazione comprende anche i settori dell’elicotteristica, dell’elettronica, dell’aviazione, dei radar e altro ancora.
Il Ministro Guerini ha sottolineato l’importanza del programma Tempest per l’Italia e la volontà di proseguire una partnership strategica con il Regno Unito che si annuncia proficua e ricca di collaborazioni industriali, tecnologiche e scientifiche.
A sottolineare ulteriormente questo percorso comune, le dichiarazioni di Guerini sono arrivate in concomitanza con l’iniziativa italiana di unirsi al Regno Unito nello sviluppo della versione Mk2 del radar AESA Captor-E dell’Eurofighter Typhoon, una mossa che apre la strada alla piena partecipazione al programma da parte del nostro Paese. La standardizzazione dei velivoli italiani e britannici è fondamentale in quanto il know-how alla base delle tecnologie sviluppate per aggiornare il Typhoon confluirà nel Tempest, simboleggiando la perfetta continuità tra due programmi fondamentali per l’industria aerospaziale europea.
Con l’annuncio più recente, Leonardo ha siglato con la società britannica di servizi aeronautici 2Excel un nuovo contratto grazie al quale un aereo di linea commerciale Boeing 757 sarà trasformato in un laboratorio volante, fornendo un banco di prova per sviluppare le nuove tecnologie riguardanti il futuro sistema di combattimento aereo Tempest.

La rivoluzione digitale nello sviluppo del Tempest
Ora tre anni dopo che il Regno Unito e i suoi partner hanno annunciato lo sviluppo di un caccia a reazione di sesta generazione noto come Tempest, la maturazione della tecnologia continua con il programma che abbraccia concetti di ingegneria digitale per accorciare i tempi di sviluppo. Concetti di ingegneria digitale che l’ex capo delle acquisizioni dell’US Air Force Will Roper ha sposato prima della sua uscita dalla forza armata.
Il programma sta abbracciando l’ingegneria digitale, compresi concetti come il “digital twin”, insieme alla produzione additiva al fine di ridurre drasticamente la quantità di tempo necessaria per concepire, sviluppare e produrre una nuova generazione di caccia a reazione. Questa tempistica accelerata è uno degli obiettivi principali del programma, ha affermato L’Air Commodore Jonny Moreton, direttore del futuro programma aereo da combattimento presso la Royal Air Force, alla mostra DSEI che si è tenuta a Londra lo scorso mese di settembre 2021.
“Uno degli obiettivi è rompere il ciclo di 40 anni in cui qualcosa viene concepito, sviluppato e costruito e dopo 20 anni che è nell’aria, si inizia a pensare a cosa verrà dopo, e poi mi chiedo, ma dove sono finite le mie competenze industriali?” E il caccia di sesta generazione Tempest punta a un ciclo di sviluppo di 10-15 anni e a far volare il suo primo aereo entro il 2035, ha aggiunto.
Il problema con i precedenti programmi di caccia a reazione erano le loro tempistiche di sviluppo decennali. Stabilire i requisiti troppo presto e inciderli nella pietra ha comportato l’obsolescenza degli aerei nel momento in cui sono stati finalmente schierati. Per questo motivo la rivoluzione dell’ingegneria digitale non solo aiuterà a ridurre drasticamente i tempi di sviluppo del Tempest, ma aiuterà anche a risolvere l’enigma dei requisiti che affliggeva i programmi passati.
Una caratteristica fondamentale del Tempest sarà che, a differenza del programma di combattimento congiunto F-35 che ha anche iniziato lo sviluppo come programma internazionale ma sotto la guida degli Stati Uniti, le nazioni partner di questo progetto saranno libere di modificare e aggiornare l’aereo come desiderano. “Libertà d’azione, libertà di modifica e controllo sovrano” faranno da traino a nuovi potenziali partner, ha affermato Moreton.
E uno di questi nuovi potenziali partner è il Giappone. Mentre la nazione non è ancora formalmente un partner, una bandiera giapponese ha sventolato sul display Tempest della Royal Air Force insieme a Svezia, Italia e Regno Unito, alla mostra DSEI. In questa occasione Moreton aveva detto che il Giappone stava conducendo uno studio sul programma. “Sarebbe un buon partner in quanto sta sviluppando il proprio caccia a reazione di sesta generazione, l’FX, con una linea temporale identica del 2035 e che opererà in un ambiente di minaccia simile“, ha aggiunto.