Ieri con l’arrivo, sulla base aerea di Nevatim, di ulteriori tre aerei F-35I presi in carico dal 116th Squadron “Leoni del Sud” (Lions of the South), Israele schiera già una flotta di 30 aerei stealth di quinta generazione. L’emblema del gruppo di volo è stato apposto dal Generale di brigata Eran Fahima e da sua moglie, il Tenente Colonnello Liat Fahima, il Comandante dello squadrone.
Il 116th Squadron ha iniziato ad operare con l’F-35I Adir nell’agosto del 2020, dopo circa sei mesi da quando era diventato il secondo squadrone Adir dell’aeronautica militare israeliana. Ad esso si affiancano anche il 140th Squadron “Golden Eagle” (primo gruppo) e 117th Squadron (terzo gruppo), omonimo dell’iconico squadrone che ha guidato l’attacco del 1981 al reattore nucleare in Iraq, e che inizialmente si concentrerà principalmente sull’addestramento dei piloti di Adir. L’Israeli Air Force ha, inoltre, iniziato anche le operazioni per formare un quarto squadrone di jet stealth di quinta generazione negoziando l’arrivo di 25 ulteriori jet F-35.
La flotta israeliana, ora composta da 30 velivoli da combattimento invisibili F-35, include anche uno speciale aereo sperimentale, che consentirà al paese di collaudare l’integrazione di alcune tecnologie di produzione nazionale nell’F-35 prima che vengano implementate per il resto della flotta. Israele è l’unico paese del programma F-35 a cui è stato permesso di apportare modifiche al velivolo che includono sistemi di guerra elettronica, sensori e contromisure di produzione locale.
Questo particolare F-35 sviluppato su misura per Israele e preso in carico dall’Israeli Air Force Flight Testing Center (FTC) di Tel-Nof AFB arricchirà notevolmente l’indipendenza della Israeli Air Force nel migliorare la sua flotta di velivoli di quinta generazione. Uno degli aspetti straordinari dell’IAF è il suo utilizzo di sistemi operativi e armamenti di produzione nazionale sulle sue varie piattaforme di volo.
Nella maggior parte delle acquisizioni effettuate in cooperazione con gli Stati Uniti, l’IAF ha l’opportunità di installare i propri sistemi di guerra elettronica, comunicazioni e armi, il tutto per adattare le piattaforme alle esigenze e ai requisiti operativi della forza aerea israeliana. Per l’F-35I la situazione è più complicata perché nel programma “Adir” l’IAF non ha accesso a tutto il sistema del velivolo e non può intervenire completamente.
La divisione “Adir” è destinata a svolgere un ruolo centrale nel futuro dell’attività operativa della Israeli Air Force avendo la necessità di testare il velivolo e adattare i suoi sistemi d’arma alla realtà operativa sul campo. L’F-35I sperimentale fungerà da elemento principale per l’acquisizione di nuove capacità di volo e consentirà l’installazione indipendente degli armamenti israeliani.
Israele ha dichiarato la capacità operativa per il caccia di quinta generazione nel 2017, dopo che i primi due jet F-35 erano arrivati nel mese di dicembre 2016, e si dice che abbia già utilizzato l’aereo in una serie di operazioni di combattimento. Il paese ha 50 unità in ordine e opzioni per ulteriori 25 ma fino a 50 velivoli. La consegna dei restanti jet dovrebbe concludersi entro il 2024, con l’arrivo di sei aeromobili all’anno fino ad allora. Allo stato attuale, il più grande operatore di F-35 al di fuori degli Stati Uniti sarà il Giappone con 150 unità in ordine.
A settembre 2021, il programma F-35, con Lockheed Martin al timone, ha consegnato più di 690 velivoli a 14 servizi in tutto il mondo. Otto paesi hanno raggiunto la capacità operativa iniziale con il tipo e hanno accumulato 430.000 ore di volo fino ad oggi.