Esercitazione Blue Flag 2019
Copyright: Israeli Air Force

Israele, esercitazione Blue Flag 2019: l’Aeronautica Militare schiera gli F-35, gli Eurofighter e il CAEW

Si è conclusa ieri 14 novembre 2019 l’esercitazione internazionale Blue Flag 2019, iniziata martedì 2 novembre 2019 sulla base aerea di Ovda in Israele, la più grande e complessa esercitazione militare del Medio oriente. Per la prima volta nella sua storia presenti assetti stealth di 5° generazione.

Istituita nel 2013 a seguito dell’esclusione della Israeli Air Force dalla Anatolian Eagle e giunta ormai alla sua 4° edizione, rappresenta una delle più importanti e complete esercitazioni del panorama aeronautico internazionale. Si tratta di una complessa esercitazione militare che ha visto tra i suoi partecipanti oltre ad Israele, gli Stati Uniti, la Grecia, la Germania e l’Italia con un dispiegamento complessivo di circa 70 velivoli e di oltre 1000 uomini che si sono misurati in missioni di addestramento all’interno di teatri operativi altamente complessi, elaborati e realistici.

Il programma di base ha previsto una vasta serie di operazioni aeree combinate, con vari livelli di difficoltà crescenti, le quali hanno spaziato dal duello aria-aria, agli attacchi air-to-ground sino ai pattugliamenti dello spazio aereo. Lo scopo: simulare scenari di combattimento sempre più estremi e difficili ed addestrare in maniera congiunta le forze aeree delle varie nazioni con il massimo della fedeltà possibile. Gli scenari hanno quindi incluso grandi formazioni di aerei, tra cui jet da combattimento, APR (veicoli aerei a pilotaggio remoto), aerei da trasporto ed elicotteri che hanno condotto principalmente missioni “COMposite Air Operation” (COMAO) che hanno previsto attività di volo a bassa e bassissima quota (BBQ) operativa. Sono state testate inoltre diverse tattiche e manovre evasive contro i sistemi Surface Air Missile (SAM) che hanno previsto l’impiego di diverse contromisure tipo chaffs and flares. Inoltre è stata perseguita anche l’integrazione tra assetti di 4^ e 5^ generazione delle diverse nazionalità in scenari di missioni complesse. 

L’edizione 2019, già di per sé ricca di sorprese, da quest’anno sarà destinata a far parte della storia. Per la prima volta l’esercitazione ha visto ospitare i caccia di quinta generazione stealth F-35 israeliani ed italiani, questi ultimi da poco rientrati dalla missione Nato Wing Northern Lightning in territorio islandese. Per 15 giorni quattro F-35A del 13° Gruppo dell’Aeronautica Militare hanno lavorato a stretto contatto con gli F-35I Adir della Israeli Air Force, i padroni di casa, anch’essi alla loro prima Blue Flag nonostante siano già stati impiegati con successo da Tel Aviv in svariate operazioni militari. Le due nazioni hanno potuto lavorare insieme scambiandosi esperienze ed informazioni permettendo di fare un passo avanti nell’utilizzo del nuovo velivolo vedendo anche come ciascuna parte fa le cose in modo diverso ottimizzando l’uso delle capacità del velivolo. La Blue Flag ha anche testato la base aerea di Ovda, ora in grado di ospitare i futuri rischieramenti degli F-35 israeliani o di altre nazioni partner.

La guida ed il controllo dello spazio aereo oltre a tutte le attività di guerra elettronica saranno affidate ai Gulfstream G550 israeliani quest’anno affiancati da un CAEW dell’Aeronautica Militare. Per garantire la sicurezza dei partecipanti, l’intero spazio aereo che va da sud di Gerusalemme fino alla base aerea è stato interdetto al traffico aereo civile. Chiuse anche le frontiere con i paesi limitrofi. Al traffico aereo militare residuo escluso dalle manovre, è stato però concesso il sorvolo delle aree interessate dall’esercitazione limitatamente ai periodi di tempo in cui non sono presenti attività di volo.

L’Italia sin dal 2013 ha partecipato a tutte le edizioni della Blue Flag. Nell’ultima edizione l’Aeronautica Militare ha rischierato 4 velivoli Tornado in versione IDS per l’attacco al suolo e 2 ECR per la soppressione delle difese aeree, assieme ad 80 uomini fra piloti, navigatori e personale addetto al supporto tecnico-logistico. Su un totale di oltre 800 missioni sono state effettuate ben 58 sortite, testando con successo una larga scala di tecniche evasive contro missili SAM, voli a bassa e bassissima quota e l’ impiego di contromisure elettromagnetiche.

La Luftwaffe tedesca è intervenuta con sei Eurofighter Typhoon, la Hellenic Air Force e la US Air Force con rispettivamente 4 e 12 F-16 Fighting Falcon. Israele oltre ai già citati F-35I “Adir” del 140th (“Golden Eagle”) Squadron, ha messo in campo anche gli F-15 “Baz” e gli F-16I “Sufa”. L’Italia ha inviato quattro F-35A Lighning II, quattro Eurofighter Typhoon ed un Gulfstream G-550 CAEW, oltre a svariati supporti quali C-130J Hercules e i rifornitori in volo 767. Gli F-35 si sono rischierati, in un brevissimo lasso di tempo, direttamente dall’Islanda (dove hanno operato al servizio della NATO per proteggere lo spazio aereo dell’Alleanza Atlantica) grazie all’alto livello di professionalità raggiunto dal team manutentivo e all’efficacia della componente logistica.

La base aerea di Ovda rappresenta oggi una delle basi principali impiegate dall’Aeronautica Militare Israeliana oltre che la più adatta per lo svolgimento di questo tipo di esercitazioni. E’ dotata di hangar sotterranei, infrastrutture moderne e ampi spazi creati appositamente per ospitare un vasto numero di velivoli. Al suo interno è presente oltre ad un centro di addestramento avanzato, anche la sede del 115 Squadron Flying Dragon  (o Red Squadron) dotato di F-16C/D; un gruppo addestrato per simulare con assoluto realismo le tattiche di volo e di combattimento impiegate dai più famigerati velivoli “aggressors”.

La Blue Flag rappresenta a oggi il fiore all’occhiello della Israeli Air Force proprio grazie alla sua estrema complessità, la scelta dei partecipanti è molto rigorosa e i preparativi vengono intrapresi sempre con almeno 1 anno di anticipo. Lo scopo primario che si propone Israele è quello di poter creare una coalizione pronta a svolgere missioni di combattimento aereo di tipo congiunto, implementando le capacità di ognuna delle nazioni partecipanti per far fronte a future minacce ostili. Questa cooperazione tra i quattro paesi partecipanti, con Israele, pone le basi per molte opportunità future.

Testo: Simone Ferrante
Immagini: Israeli Air Force