X

Guerra in Ucraina: a volte ritornano! Un S-125 di Kiev sarebbe il probabile responsabile dell’abbattimento del primo Su-35S Flanker-E russo

Immagine di archivio @ Wikipedia / Srđan Popović

Le immagini del Sukhoi Su-35S abbattuto domenica nei pressi di Izum e diventate virali facendo il giro del mondo, hanno lasciato di stucco centinaia di appassionati e addetti di aviazione, assieme ad una lunga serie di curiosità e di punti interrogativi. In molti infatti (compreso l’autore dell’articolo ndr) si sono domandati con quale sistema d’arma sia stato possibile intercettare ed abbattere quello che è attualmente il caccia più costoso e moderno in carico alle forze aeree russe impiegato nel conflitto, rendendosi responsabili de facto del primo abbattimento della sua storia da quando il caccia è stato introdotto formalmente in servizio all’inizio del 2014.

Sono emersi dei rapporti secondo i quali il responsabile sarebbe un sistema missilistico SAM S-125 Pechora (nome in codice NATO SA-3 Goa) a medio raggio di chiara origine sovietica ma modificato circa 10 anni fa in Ucraina.

L’S-125 è un sistema d’arma ormai super-collaudato con alle spalle una lunga storia di successi, talvolta avvenuti in scontri anche dispari o contro ogni probabilità, sfidando caccia ad alte prestazioni. Il suo ingresso in scena è da ricondursi al lontano 1961, quando venne introdotto per la prima volta nelle forze di difesa aerea sovietiche alle porte di Mosca come sistema di complemento ai già collaudati S-25 e S-75.

Il sistema venne studiato apposta per risultare più resistente del S-75 agli attacchi ECM e più adatto nella neutralizzazione di bersagli ad altitudini inferiori; nel corso del tempo, man mano che i suoi sensori sono stati modernizzati e la sua portata è stata aumentata, ha acquisito la capacità di ingaggiare bersagli situati a quote molto più elevate.

Qualche anno dopo il suo ingresso in scena venne sviluppata anche una variante per impiego navale denominata M1 Volna, nome in codice NATO SA-N-1 Goa. Nel 1967 venne aggiornato alla Versione Volna M ( SA-N-1B) e successivamente fra il 1974 e il 1976 alla versione Volna-P, con maggiore resistenza al jamming.

L’S-125 iniziò ad essere consegnato ai paesi del Patto di Varsavia a partire dal 1969. Nel 1970 iniziò ad essere distribuito e schierato anche con le FFAA del Vietnam, Egitto, Korea, Cuba e di almeno altri 8 paesi diversi. Il sistema ha ottenuto i suoi primi abbattimenti durante la guerra dello Yom Kippur del 1973, quando in mani egiziane, si stima che riuscì a neutralizzare dai 5 ai 9 caccia F-4E Phantom israeliani che all’epoca erano i migliori velivoli da combattimento in carico al mondo occidentale.

Negli anni ’80 questi sistemi sono stati in grado di distruggere diversi caccia sudafricani Mirage F1 sui cieli dell’Angola. In piena Guerra del Golfo, a farne le spese fu un F-16 americano con matricola 87-257. Il velivolo venne abbattuto il 19 gennaio del 1991 in piena  campagna Desert Storm. L’aereo fu colpito da un S-125 appena a sud di Baghdad. Il pilota, il maggiore Jeffrey Scott Tice, si eiettò dal velivolo in sicurezza ma fu catturato e fatto prigioniero dagli iracheni. Soltanto 2 giorni prima un B-52G venne danneggiato da un SAM; anche stavolta molto probabilmente si trattava di S-125 o di un Kub.

In ogni caso il sistema è molto più noto al pubblico per il suo abbattimento più clamoroso, quello avvenuto il 27 marzo del 1999 ai danni di un F-117 Nighthawk in piena Guerra del Kosovo ad opera della 250° Brigata Missilistica della Difesa Aerea, lasciando a bocca aperta l’opinione pubblica e creando una campagna mediatica senza precedenti.

Il 2 maggio dello stesso anno un F-16 con ai comandi il Ten. Col. David Goldfein, Comandante del 555° FS sarebbe stato colpito da uno stesso sistema d’arma. Anche stavolta il pilota riuscì a lanciarsi in sicurezza e venne recuperato prontamente da un elicottero C/SAR giunto sul posto. Nonostante questi 2 clamorosi abbattimenti, la Guerra del Kosovo ha ampiamente dimostrato la totale obsolescenza di queste piattaforme SAM fisse e la loro inaffidabilità come parte di un sistema di difesa aerea integrato: per decine di missili che sono stati lanciati, sono stati abbattuti 2 soli aerei.

In tempi più recenti, l’ S-125 debitamente aggiornato, ha continuato a far parlare di sé, implementando la sua già lunga lista di abbattimenti degli ultimi 50 anni. Impiegando questo sistema, la Siria sarebbe riuscita ad abbattere un MQ-1 Predator americano il 17 marzo 2015 e, secondo quanto riferito, avrebbe abbattuto persino cinque missili da crociera della NATO nell’aprile 2018.

Sebbene sia un dispositivo che ormai l’esercito russo ha cessato di impiegare per la propria difesa, sostituendolo con i nuovi sistemi SA-10 e SA-12 e con i BuK-M3, gli S-350 e i Pantsir-SM per il ruolo di difesa aerea di quota medio-bassa, l’S-125 ha continuato ad essere aggiornato e modernizzato per l’export, destinandolo a quei paesi come il Venezuela dove continua ad essere ampiamente utilizzato; in questo caso integrando i sistemi S-300VM forniti anch’essi sempre da Mosca.

@ Ukrainian MoD

Nel corso dei decenni l’S-125 è stato sottoposto a molteplici upgrade e sono state sviluppate ulteriori diverse configurazioni. Per rafforzare le sue capacità militari, l’azienda ucraina Aerotechnica ha sviluppato a fine 2010 una versione migliorata del sistema, dotata di GPS e denominata S-125D-2D “Pechora”, dotata di un nuovo sistema radar con un raggio di azione esteso a 40 chilometri e di missili modernizzati. Il sistema è stato venduto anche in Turchia. Molto probabilmente è proprio questa versione, la responsabile dell’abbattimento ai danni del Sukhoi Su-35 del 04 aprile scorso.

L’abbattimento del Su-35S, se realmente confermato, renderebbe l’S-125 come uno dei sistemi antiaerei più letali della storia, strettamente rivaleggiato dal sistema S-75 Divina a lungo raggio ad alta quota, reso celebre per aver centrato un U-2 americano il 1° maggio del 1960.

Testo: Simone Ferrante
Immagini: Ukrainian MoD, US Air Force, Russian MoD, Wikipedia Srđan Popović

Simone Ferrante: Nato a Firenze nel 1986 è un grande appassionato di fotografia aeronautica e di tutto cio'che è ad ala fissa o rotante. Dal 2018 è collaboratore presso la rivista online Aviation Report. Ho volato su NH-90, CH-47F, UH-412 (AVES).

Il nostro sito utilizza solo cookies tecnici e di funzionalità.

Leggi tutto