Una serie di scatti effettuati nella giornata di ieri 3 aprile 2022 e circolati sulla rete fino a diventare virali, mostrano il relitto carbonizzato di un caccia assimilabile per forma e caratteristiche ad un Su-35S Flanker-E russo.
Il velivolo protagonista precipitato nella campagna di Izium, nell’Ucraina orientale, a circa 120 chilometri a sud-est di Kharkiv, come abbiamo già scritto in un altro articolo è uno dei fiori all’occhiello dell’aviazione militare di Mosca. Le cause dello schianto sono senza ombra di dubbio da ricollegarsi ad un abbattimento ad opera degli ucraini ma al momento si ignora quale sistema d’arma sia stato impiegato per colpirlo.
Per quanto concerne il destino del pilota, questo rimane sconosciuto, ma sappiamo che è riuscito a lanciarsi ed atterrare incolume e che è stato catturato dalle forze armate ucraine. La foto di un sedile eiettabile vuoto recuperato nei pressi, sarebbe la conferma che l’occupante abbia avuto la possibilità di lanciarsi.
Nell’ultimo mese questa classe di velivoli è stata impiegata in modo molto esteso con decolli e atterraggi da basi localizzate sia in madrepatria che nella vicina Bielorussia per svolgere una serie di missioni aria-aria oltre che di soppressione e distruzione della difesa aerea (SEAD/DEAD) che includono non solo l’eliminazione di batterie di missili terra-aria (SAM) o artiglieria antiaerea (AAA), ma anche sistemi interconnessi come radar di allerta precoce oltre all’identificazione e il targeting di obiettivi per gli aerei da attacco.
Il velivolo coinvolto è un multiruolo di 4 ++ gen. di tipo monoposto, senza i classici canard frontali, equipaggiato con i pod alari L-265M10P/R ECM e dotato di scudi termici sugli stabilizzatori. E’ equipaggiato con un triplo radar array Irbis E a scansione elettronica passiva, un sistema IRST (Infra-Red Search and Track) e una suite di guerra elettronica Khibiny M con finalità di jamming. Il Su-35 può essere armato con i missili anti-radiazione Kh-31P/PM e con i missili aria-aria R-77-1 e R-73.
l Kh-31P (NATO AS-17 Krypton) è un missile anti-radiazioni supersonico (mach 3) a medio raggio che utilizza uno scramjet con un booster integrato per raggiungere un’elevata velocità supersonica. È stato progettato per distruggere i radar dei sistemi SAM a medio e lungo raggio, i radar di controllo delle operazioni aeree e i radar di allerta precoce e rappresenta quindi una risorsa ideale per neutralizzare bersagli come i sistemi di difesa aerea S-300 e BuK-M1 puntando sulle loro emissioni radar. Il missile è in grado di effettuare la ricerca in una varietà di modalità, inclusa la ricerca automatizzata e il controllo esterno e può intraprendere manovre evasive di pull-up fino a 10 g se venisse rilevato dal radar nemico. Questi missili tuttavia non sono adatti per contrastare i sistemi di difesa aerea portatili quali i Manpads Igla e Stinger che utilizzano la guida a infrarossi anziché radar e che allo stato di fatto rappresentano la principale minaccia per gli aerei e gli elicotteri russi perché molto difficili da rilevare.
D’altra parte, l’R-73 (NATO AA-11 Archer) è un missile a infrarossi a ricerca di calore a corto raggio che può essere lanciato utilizzando un mirino montato sul casco visore (HMS), che consente ai piloti di contrassegnare i bersagli semplicemente osservandoli. L’R-73 è un missile molto agile e con elevate capacità di combattimento, anche se molti analisti lo ritengono inferiore agli equivalenti missili occidentali AIM-9X o ASRAAM. L’R-77-1 (NATO AA-12 Adder), invece, è un missile a ricerca radar attivo a medio raggio (BVR), il che significa che ha un piccolo sistema che invia impulsi radar per rilevare il bersaglio e quindi utilizza tali informazioni per puntare su di esso. Può essere lanciato anche durante manovre di combattimento ad angoli di attacco molto elevati. Anche in questo caso le prestazioni sarebbero inferiori agli equivalenti AIM-120D o Meteor. Questo missile era stato precedentemente avvistato in Siria, su un aereo Su-35S, dove Mosca sostiene il regime di Bashar al Assad nella guerra in corso con i gruppi jihadisti.
Nel complesso l’apparecchio può vantare una serie di prestazioni di volo molto elevate grazie anche alla sua tecnologia “trust vectoring” che lo rendono per gli avversari un bersaglio molto difficile da ingaggiare. Si pensa che nel corso degli ultimi combattimenti aerei i Su-35 abbiano abbattuto almeno cinque caccia ucraini, quattro dei quali erano Su-27 da superiorità aerea, ad oggi i migliori in carico all’Aeronautica Militare Ucraina.
Al contempo, assieme al Flanker-E, l’Ucraina in questi durissimi giorni ha rivendicato un numero molto elevato di abbattimenti sebbene alcuni di essi siano apparsi fin da subito come dubbi. Fra quelli ancora col punto interrogativo, sei caccia russi tra cui un Su-35 distrutti da un Mig-29 in poche ore. Nonostante il Governo Ucraino abbia confermato l’accaduto, sussistono ancora numerosi dubbi. Considerato che la propaganda mediatica di entrambe le fazioni la sta facendo ormai da padrone, sta diventando anche per noi molto difficile filtrare le fonti e approvvigionarsi di informazioni che possono risultare come reali e veritiere. C’è da aggiungere e da sottolineare che le forze aeree russe non sono state certo del tutto immune dagli attacchi ucraini. Da Mosca riferiscono la perdita confermata di almeno un caccia Su-34, abbattuto proprio lo scorso 5 marzo.
Il copioso schieramento russo effettuato fin dai primi giorni del conflitto di una cospicua forza aerea, ha fornito un supporto in più alle forze di terra costantemente prese di mira da parte della resistenza. Nonostante l’aviazione militare ucraina sia una delle forze più estese dell’Europa orientale e sia formata da validi elementi, la sua incapacità di modernizzare in modo significativo il suo arsenale dopo il crollo dell’Unione Sovietica ha di fatto prodotto un arsenale grande ma al contempo molto obsoleto complessivamente.
Per risultare ugualmente efficace sul campo e dare filo da torcere all’invasore, l’Ucraina ha dunque imparato fin da subito a sfruttare gli errori commessi del nemico, fra i quali i ripetuti voli a bassa quota dei suoi velivoli facendo leva sull’impiego di avanzati sistemi antiaerei portatili, i famosi Manpads, per contrastarli ed infine abbatterli.
Mentre nei primi giorni l’uso verteva quasi esclusivamente sull’Igla di fabbricazione sovietica di dotazione nazionale, a seguito dei cospicui aiuti forniti da potenze straniere come Usa, Unione Europea e Regno Unito sono stati impiegati sia gli Stinger che i Javelin statunitensi assieme all’innovativo Starstreak inglese che ha fatto il suo battesimo sul campo qualche giorno fa abbattendo un Mi-28 Havoc.
Con l’aviazione militare russa che è costretta a far volare a bassa quota i propri elicotteri per coprire le sue recenti ritirate o per impiegarli come sistemi MLRS volanti a copertura delle forze di terra, grazie a questi innovativi sistemi le possibilità di fare centro per Kiev sono diventate molto alte. Anche i caccia che i primi giorni volavano fuori dalla portata di tiro sono stati costretti a scendere di quota principalmente causa della costante carenza di munizionamento di precisione.
I Manpads sono sistemi che si basano sulla guida a infrarossi o mista come nel caso dello Starstreak e possono essere facilmente trasportabili e riposizionabili in poco tempo da qualsiasi formazione di fanteria, risultando assieme ai droni i veri armamenti protagonisti di questa battaglia.
Nonostante il relitto del caccia sia stato già circondato e ispezionato dalle forze ucraine, resta un’ipotesi plausibile che i russi cercheranno di recuperare almeno le componenti più interessanti della cellula del Su-35 precipitato proprio per evitare che possano cadere dritte nelle mani della NATO per finalità di ricerca e di studio. Con il Su-57 ancora in pochissimi esemplari, il Su-35 rappresenta la spina dorsale della flotta da superiorità aerea russa e le informazioni sensibili e classificate di alcuni dei suoi sistemi di bordo sarebbero un bottino molto apprezzato se finissero nelle mani occidentali.
Testo: Simone Ferrante
Immagini: Ukrainian MoD