Martedì 24 Febbraio 2009, complice la splendida giornata di sole che ha accompagnato la visita, siamo stati ospiti della 46 Brigata Aerea che ha sede sull’aeroporto “Arturo dell’Oro” di Pisa – San Giusto.
Il reparto è uno dei pochi dell’Aeronautica Militare ad essere costituito da tre Gruppi di Volo: il 2° (callsign Lyra – dal nome della omonima Costellazione), il 50° (callsign Vega – dal nome dell’omonima stella) e il 98° (callsign Lupo); i primi due equipaggiati rispettivamente con le versioni C-130J e C-130-J-30 (“lungo”) dell’Hercules; il terzo gruppo invece è equipaggiato con il C-27J Spartan.
Ognuno dei Gruppi Volo racchiude in sé una storia ricca di soddisfazioni, di risultati e di uomini che hanno creato ciò che è oggi la Brigata Aerea. Ricordiamo, tra le tante, che a fine 2008 la Quarantaseiesima ha festeggiato il raggiungimento delle 75.000 ore di volo con il velivolo C-130J .
Nel 2007 inoltre è stato conferito alla Brigata il prestigioso premio “Flight Award” come riconoscimento del valore e dell’efficacia delle missioni operative a supporto dei contingenti rischierati e delle attività umanitarie svolte in tutto il mondo. Per l’occasione venne realizzata una patch commemorativa che viene portata con orgoglio dagli appartenenti alla 46 BA.
Obiettivo della nostra visita era quello di realizzare un censimento di tutti i G-222 accantonati, in una sorta di AMARC, sul sedime aeroportuale toscano prima della definitiva eliminazione degli stessi, pertanto sono poche o nulle le immagini inerenti i mezzi attualmente in carico ai Reparti.
I velivoli sono raggruppati nelle “margherite” (piazzole) presso il 98° Gruppo Volo, una delle aree storiche dell’aeroporto; qualche decennio addietro le famose margherite erano più di 100… Sono ormai pochi gli esemplari dell’amato “Gigio” rimasti a Pisa, nello specifico 13 velivoli, in differenti stadi di conservazione.
La particolarità però è che quasi tutti gli esemplari rimasti raccolgono in sé pezzi importantissimi di storia della Brigata Aerea.
Tutte le immagini sono pubblicate per gentile concessione dell’Ufficio Stampa della 46ª Brigata Aerea con il nulla osta della 46 Brigata Aerea.
46-21 – n.c. 4025 – MM62119
Il velivolo fu uno degli esemplari impiegati a partire dalla base turca di Incirlik nell’ambito dell’operazione “Provide Comfort” a supporto dei profughi del Kurdistan iracheno, operazione attivata a partire dall’Aprile del 1991. Nel 2002 poi l’esemplare fu utilizzato per provare la possibilità di utilizzo di un campo di volo nei pressi di Valona nel corso dell’operazione Joint Guardian Kosovo. I risultati delle prove però furono negativi per le scarse condizioni di conservazione della pista che venne perciò scartata.
46-22 – n.c. 4020 – MM62115
Il 27 Febbraio 1980 “46-22” fu il secondo G-222 a giungere in Thailandia in occasione del primo rischieramento operativo dei velivoli.Lo stesso esemplare – insieme al 46-93 – è uno dei due velivoli donati dall’AMI alla Forza Aerea Tunisina nel Maggio del 2001 ma mai ritirati a seguito di problematiche logistiche nella gestione dei velivoli da parte dei Tunisini.
Degno di nota il fatto che entrambi gli esemplari sono conservati a Pisa.
46-23 – n.c. 4028 – MM62122
Nel 1999 l’AMI attivò l’operazione Airone al fine di allestire (da parte dei parà della Brigata Folgore) un ospedale e un campo profughi in Iraq, presso la località di Zakho. Il 46-23 fu uno dei velivoli utilizzati all’uopo.
Sempre il 46-23 è il detentore di un record di volo continuativo realizzato nel Dicembre 1986 da parte del Gen. Tonini, che riuscì a rimanere in volo per 12 ore e 29 minuti consecutivi; interessante sapere che il 4 giugno 1991 questo record fu battuto dal “46-28” che rimase in aria 15 ore e 5 minuti.
46-25 – n.c. 4023 – MM62117
Unico esemplare presente con questa colorazione adottata a partire dalla Primavera del 1999 e uno degli ultimissimi G-222 grigi dell’AMI esistenti in generale.
Nell’ambito dell’operazione “Airone” prima citata, anche il velivolo “46-25” dette il proprio contributo, essendo peraltro proprio il primo G-222 ad atterrare sulla pista dell’aeroporto di rischieramento il 18 Maggio 1999 .Il velivolo esposto è uno dei quattro esemplari che furono utilizzati nel corso della missione UNMEE (United Nations Mission in Ethiopia and Eritrea) a partire dal mese di Ottobre del 2000 (anche se sin dalla metà di Settembre un Gigio era stato inviato in Eritrea per una visita conoscitiva del territorio e dell’area che poi sarebbe diventata sede del 3° ROA (Reparto Operativo Autonomo) all’interno del quale erano inquadrati tutti i velivoli italiani.
A ricordo della missione è rimasta solo la bandierina tricolore sul lato destro, probabilmente però lo stencil è stato apposto successivamente.Il 46-25 peraltro è un veterano dei rischieramenti all’estero, infatti nel Gennaio 2000 venne inviato in Gabon per partecipare all’esercitazione di Peace Keeping “Gabon 2000”.
Sempre lo stesso velivolo riportò a San Pietroburgo il dipinto della Madonna di Litta di Leonardo da Vinci che era stato esposto a Roma per una mostra a fine Novembre del 2003.
46-26 – n.c. 4032 – MM62126
L’esemplare è conservato senza i motori. A tal proposito ricordiamo che a partire dal 1981 i motori del G-222 (T64) vennero resi intercambiabili tra “destro” e “sinistro”, con indubbi benefici sotto l’aspetto logistico.
Per evitare che il velivolo possa appoggiarsi sulla parte posteriore della fusoliera in caso, ad esempio, di forte vento, si è provveduto ad apporre un tripode di acciaio appeso in fusoliera poco dietro le carenature dei carrelli.
Il velivolo ha partecipato all’operazione in Somalia nel 1991, primo ad essere rischierato a Mombasa (insieme al 46-81).
Il 9 Gennaio 1991 ci fu una delle ultime operazione di evacuazione profughi da parte della 46 BA; il “46-26” atterrò a Mogadiscio senza però potersi fermare sul piazzale principale perché ormai danneggiato dai continui bombardamenti, pertanto, con i motori in moto, il portellone aperto e sulla via di rullaggio, riuscì ad imbarcare 80 (!) profughi al suo interno, circa il doppio del normale carico previsto a bordo.
Sempre il “46-26”, ma stavolta il 12 Gennaio 1991, portò a termine l’ultima operazione della missione in Somalia atterrando a Mogadiscio e dopo momenti concitati decollò dopo qualche minuto con a bordo ben 87 uomini (equipaggio compreso) battendo ogni record di trasporto personale per la sua categoria fino ad allora.
Non è rimasta traccia della grande Croce Rossa dipinta su entrambi i lati della deriva in occasione della suddetta operazione in Somalia.
46-81 – n.c. 4015 – MM62110
L’esemplare è l’unico conservato presso l’area “ex Hangar 3” insieme al C-119G ed è mantenuto in condizioni di completezza strutturale ed interna, nello specifico con la configurazione da trasporto paracadutisti.
Il velivolo è inoltre uno degli esemplari rimasti tra quelli che parteciparono alle operazioni in Somalia nel 1991 e fu l’altro esemplare rischierato a Mombasa insieme al “46-26”.Il 46-81 rientrò poi in Somalia nel marzo del 1991, dopo la prima fase di cruenti combattimenti che si svolsero nei mesi precedenti.
Neanche sul suddetto velivolo sono presenti tracce dell’apposizione della Croce Rossa sulla deriva.
46-83 – n.c. 4016 – MM62111
Il velivolo è uno degli esemplari che parteciparono alle operazioni nei Balcani negli anni ’90. L’esemplare di Pisa è l’unico velivolo rimasto dei cinque allestiti con i sistemi di autoprotezione, primo tentativo di ciò che oggi è standard sul successore C-27J .Esattamente, il 46-83 fu il terzo velivolo sottoposto a questo particolare aggiornamento.
Il velivolo è stato rischierato in Nevada in occasione dell’esercitazione Red Flag e a Goose Bay (Canada) a supporto delle esigenze dei velivoli AMI ivi basati per l’operazione Green Flag.Il caso ha voluto che l’aereo sia accantonato nell’area dove si effettuavano le operazioni di carico dell’estinguente utilizzato in ambito di operazioni MAFFS atte all’ausilio nella lotta agli incendi boschivi e proprio il “46-83” venne utilizzato nel corso di quelle operazioni che proseguirono fino alla prima metà degli anni ’90 ..
46-90 – n.c. 4026 – MM62120
Anche questo velivolo risulta tra quelli inviati a GooseBay (Canada) a supporto dei rischiaramenti addestrativi dell’AMI.
Il velivolo inoltre ha partecipato ad una delle esercitazioni Red Flag negli Stati Uniti e porta ancora con sé gli stencil raffiguranti due velivoli Tornado “abbattuti” nel corso di una delle missioni.
La fusoliera presenta inoltre altri due zapping raffiguranti rispettivamente la bandiera Canadese e un tavolo da scacchi con il Cavallo.
Quando rischierato a Goose Bay, aveva disegnata simpaticamente sulla fusoliera (proprio sotto i numeri “46-90”) la rotta seguita per raggiungere la base canadese secondo il percorso Pisa – Kinloss (Scozia). Ad oggi purtroppo nulla è rimasto di quello che – affettuosamente – venne ribattezzato “scarabocchio”.
46-91 – n.c. 4007 – MM62104
L’aeroplano è in fase di smontaggio, tutte le superfici verticali ed orizzontali sono state separate dalla fusoliera.
Quello esposto è il più vecchio velivolo prodotto (n.c. 4007) tra quelli presenti; ricordiamo infatti che i G-222 ebbero numero di costruzione a partire dal “4001”; essendo però il “4001” e il “4002” i due prototipi possiamo dire che il “4007” è il quinto velivolo prodotto tra gli esemplari operativi.
Il 46-91 (e il 46-93) è uno dei due velivoli che per primi furono rischierati in occasione dell’operazione “Stabilise” a Timor Est il 29 Settembre del 1999; non è rimasto però nessun segno della partecipazione del velivolo alle citate operazioni.
L’unica differenza rispetto agli altri G-222 accantonati è un adesivo del 615 Air Mobility Squadron apposto sulla gamba di forza del carrello anteriore.
46-93 – n.c. 4046 – MM62133
Questo esemplare venne utilizzato nel Settembre 1979 come supporto al display di presentazione dell’MM-339K (versione monoposto del noto addestratore mai entrata in produzione) in Turchia, Iraq e Arabia Saudita.Subì quindi nel Febbraio 1998 il rientro del carrello sinistro a causa di un atterraggio duro a Bardufoss (Norvegia) dove era rischierato a supporto di un’esercitazione.
Nel 1999 poi (insieme al 46-91) fu uno dei due G-222 ad essere rischierato a Timor Est nel corso dell’operazione “Stabilise” .Proprio il “46-93” porta sulla fusoliera i tangibili segni della presenza a Timor Est, con i due canguri stampigliati su entrambi i lati della fusoliera; manca invece la bandiera Australiana che venne dipinta a destra del portellone di ingresso su entrambi i velivoli utilizzati.
Sempre presente invece lo stencil applicato nel 1998 per i festeggiamenti dei 75 anni dell’AMI (che peraltro rimase applicato su entrambi gli aerei in occasione del rischieramento a Timor Est).
Infine, il 46-93 è il secondo (e ultimo) degli esemplari conservati donati nel Maggio 2001 alla Forza Aerea Tunisina e anch’esso mai ritirato.
46-94 – n.c. 4048 – MM62135
Fu il secondo velivolo a partire per la missione UNMEE il 5 Dicembre 2000. Per l’occasione i velivoli utilizzati vennero dipinti completamente di bianco con le diciture “UN” sulla fusoliera.
L’esemplare esposto è l’ultimo velivolo rimasto con tracce della suddetta colorazione. Ricordiamo che la vernice impiegata era di tipo lavabile con solvente per riportare agevolmente i velivoli alla loro livrea originale al termine dell’esigenza. I velivoli furono dipinti di bianco presso le Officine Aeronavali a Pisa.
Nel 1995 partecipò alla terza edizione dell’Airlift Rodeo negli Stati Uniti. Il 27 Settembre 2000 poi fu il primo velivolo a partire per l’operazione UNMEE in Eritrea.
RS-46 – n.c. 4095 – MM62153
L’RS-46 è il più “nuovo” dei G-222 costruiti e conservati a Pisa e detentore di due prestigiosi riconoscimenti per le esibizioni svolte tra le fine degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90. Nel Luglio 1989 l’RS-46 fu tra gli ospiti del Royal International Air Tatoo, la più grande esibizione aeronautica europea e tra le maggiori al mondo.
Il display del velivolo fu giudicato talmente spettacolare da meritare il Sir Douglas Bader Trophy, ovverosia il premio che spetta alla miglior presentazione in volo di un velivolo all’Air Tattoo.
L’impresa venne ripetuta 8 anni dopo e infatti nel 1997 lo stesso RS-46 vinse il suo secondo Sir Douglas Bader Trophy.Sul lato sinistro della fusoliera, per la gioia degli appassionati, sono rimasti i segni tangibili delle citate imprese.
Il carrello anteriore è caratterizzato dall’essere composto da una struttura di acciaio rigida (e mai più rientrante in fusoliera…) che aiuta il velivolo ad essere sorretto.
L’esemplare esposto è raffigurato con i colori del 2° Gruppo della 46 Aerobrigata, come si può notare dal colore rosso del musetto con il numero “38”,dalla bordatura del medesimo colore presente intorno al logo della 46 AB sulle derive e infine dal colore del cappellotto delle ogive delle eliche Aeroproduct.
Ricordiamo infine che i velivoli del 98° Gruppo invece avevano queste stesse caratteristiche ma colorate di verde. Un esemplare così caratterizzato è conservato sul sedime della base di Rivolto (il velivolo 46-84)
Grazie all’attenta disponibilità del Comandante del Gruppo Volo di quest’ultima F.A. possiamo mostrarvi alcune immagini dell’AB-412 in forza al Reparto Volo.
Un grazie infine al dott. Paolo Farina per il supporto e la concessione di numerosi dati “storici” dell’operatività dei G-222 accantonati.
Testo e foto: Matteo Marianeschi