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La General Atomics svela il nuovo drone “Mojave” armato con fino a 16 missili Hellfire e capace di operare da aeroporti austeri e piste semi-preparate

@ GA-ASI

Le truppe americane per le operazioni speciali non possono scegliere dove schierarsi in alcune delle missioni più difficili del mondo. Quindi non solo hanno bisogno del miglior supporto, ma ne hanno bisogno per poter andare ovunque. La buona notizia è che le forze armate di oggi beneficiano di 20 anni di innovazione continua, gran parte dei quali è stata resa possibile dai sistemi di aeromobili senza pilota, i droni.

Ecco perché è il momento giusto per un drone completamente nuovo dedicato alle particolari esigenze delle truppe per operazioni speciali e di altri utenti di particolare livello. Dopo anni di preparazione e mesi di voli di prova, la General Atomics Aeronautical Systems, Inc. ha svelato il suo nuovo e rivoluzionario UAS: il “Mojave”.

L’idea originale alla base di Mojave è quella di costruire un drone che gli operatori delle forze speciali potessero portare in condizioni austere  e che avesse un carico utile maggiore dell’MQ-1C Grey Eagle, sempre della GA-ASI, utilizzato dall’Esercito americano e in particolare dal famoso 160th Special Operations Aviation Regiment. Però non esiste un chiaro programma militare nel quale si possa adattare il ​​nuovissimo drone e, finora, il Comando delle Operazioni Speciali degli Stati Uniti ha mostrato scarso interesse per gli aerei senza pilota per il suo requisito “Armed Overwatch” teso a sostituire la sua flotta di U-28 Draco.

Se Mojave sembra inizialmente familiare, è perché lo è. Il sistema, infatti, sfrutta tutte le comprovate caratteristiche di successo che hanno reso i suoi fratelli precedenti, tra cui l’MQ-9 Reaper e l’MQ-1C Grey Eagle, gli aerei di maggior successo nel loro genere. La configurazione della cellula di Mojave è quindi ben collaudata e gli operatori possono utilizzare il controllo satellitare in linea di vista diretta o oltre comandando il velivolo utilizzando un’interfaccia di controllo altamente avanzata e tuttavia intuitiva.

Ma guardano un po’ più da vicino, però, il Mojave non è poi così simile agli altri droni di GA-ASi. Il velivolo è equipaggiato con un nuovo e grande e robusto carrello di atterraggio che consente decolli brevi e robuste ali ad alta portanza con piloni sub-alari per agganciare l’armamento per poter sfruttare il drone a partire da aeroporti semi-preparati ed austeri in linea con il nuovo concetto Expeditionary Advance Base Operations (EABO) dei Marines americani ora anche in corso di studio da parte delle forze armate italiane.

Il Mojave può trasportare un carico di armamenti senza precedenti con fino a 16 missili Hellfire AGM-114 o altri ordigni, comprese armi a fuoco diretto come la minigun Dillon Aero M134D-H, nonché sensori o altri carichi utili secondo necessità. L’aereo può trasportare fino a 3.600 libbre se necessario, più del doppio di quello di un Grey Eagle. Dispone del JTAC Remote Targeting e della possibilità di decollo ed atterraggio automatico via satellite.

Altri miglioramenti possono essere trovati sotto la pelle dell’aereo, incluso il motore Rolls-Royce M250 una potenza nominale di 450 cavalli altamente affidabile e ben collaudato; un sensore ad infrarosso elettro-ottico ad alta risoluzione nel muso; il radar Eagle Eye a lungo raggio ad apertura sintetica e tutta una serie di apparati di comunicazione. Con la capacità di volare per più di 24 ore di volo in una configurazione di intelligence, sorveglianza e ricognizione quando l’aereo è pulito, senza armamenti esterni, il Mojave supera facilmente qualsiasi altro aereo leggero turboelica ad ala fissa con equipaggio.

Il primo volo di un prototipo del Mojave è stato questa estate presso i poligoni di test nel deserto, i Desert Horizon, della compagnia nel deserto del Mojave. Da allora, la General Atomics ha affermato che l’inviluppo di volo dell’aereo è andato aumentando.

La capacità di decollo corto e il carello rinforzato significano che il Mojave avrà molte più opzioni su dove e come potrebbe operare. In uno scenario in cui potrebbe essere schierato dagli Stati Uniti, il velivolo potrebbe atterrare in una base avanzata ed austera utilizzata dalle forze per le operazioni speciali americane o dalle loro unità partner, fare rifornimento anche tramite un sistema ALARP (Air Landed Aircraft Refuelling Point), che permette di prelevare il carburante direttamente dai serbatoi di un velivolo C-130J tramite SPRP (Single-Point Refuel Panel) o dal RGR (Rapid Ground Refuel) che consente il rifornimento contemporaneo fino a quattro velivoli, caricare armi e quindi lanciarsi di nuovo per un’altra missione. Un aereo disarmato inviato per una missione di intelligence, sorveglianza e ricognizione potrebbe decollare in meno di 1.000 piedi e rimanere in volo per più di 20 ore. Piste più lunghe e più carburante consentirebbero invece una maggiore durata, fino a circa 27 ore di volo.

Tuttavia, i comandanti delle operazioni speciali hanno molte altre opzioni: potrebbero portare il Mojave nell’ambiente operativo pieno di altre apparecchiature in un C-130 Hercules o C-17 Globemaster III e quindi configurare l’aereo sul posto. Immaginate le forze americane che operano da una posizione austera avanzata senza shelter, hangar o piste asfaltate. Un aereo da trasporto potrebbe arrivare con il Mojave in ottimo stato di preparazione e anche con un po’ di carburante già a bordo. Le truppe a terra avrebbero bisogno solo di circa tre ore, equipaggiamento di spedizione e strumenti manuali per assemblare l’aereo e poi farlo decollare.

Oppure in un altro scenario, immaginiamo che le forze americane e alleate stiano operando da una base aerea convenzionale con hangar e attrezzature di supporto più complete. I comandanti a terra potrebbero schierare velivoli da trasporto caricati con un certo numero di velivoli Mojave da assemblare e con tutte le relative attrezzature di supporto.

Allo stesso modo per i ruoli di sorveglianza armata o di attacco, un Mojave armato con 12 missili aria-terra Hellfire e con circa 1.600 piedi di pista a disposizione, non importa se striscia erbosa in una radura della giungla, se distesa di sabbia o lago asciutto, potrebbe rimanere in volo a supporto delle truppe di terra per più di 9 ore. Queste caratteristiche, nonostante possano variare a seconda del carburante, della pista, degli armamenti e di altri fattori di una missione, rendono il Mojave più capace di qualsiasi piccolo aereo turboelica, con equipaggio, nel ruolo di sorveglianza armata.

Un distaccamento di velivoli Mojave, che lavora di concerto con altri enti, cambierà il modo in cui combattono le forze per le operazioni speciali. Le truppe a terra potrebbero avere una sorveglianza costante su un’area di interesse ben prima di un’operazione, supporto armato durante l’operazione e una sorveglianza prolungata dopo l’operazione e il loro ritorno alla base.

Una nuova rete dati e l’hardware a supporto offrono ai piloti un controllo maggiore di quanto non abbiano mai avuto prima, anche nelle mani di personale JTAC in missione con forze speciali. Usando un piccolo tablet standard delle dimensioni di un libro, si può prendere il controllo dei sensori di puntamento del Mojave e dirigere le armi esattamente dove è necessario, senza bisogno di cercare di parlare con il pilota.

Redazione di Aviation Report: Dalla redazione di Aviation Report // From editorial staff

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