Mesi impegnativi per la nostra Aeronautica Militare che a poco meno di un mese dal termine di altre due importanti operazioni fuori dai confini nazionali, Romania ed Islanda, dal 1 agosto tornerà all’estero con i suoi aerei da combattimento.
I velivoli da combattimento italiani parteciperanno ad un nuovo rischieramento in territorio baltico per la missione NATO Baltic Air Policing volta a salvaguardare lo spazio aereo dell’Alleanza Atlantica nella regione baltica dimostrando coesione e solidarietà verso i partners ed elevate capacità operative. I velivoli Eurofighter italiani saranno affiancati dai Jas-39 Gripen dell’Ungheria e dagli Eurofighter della Germania.
“Le missioni baltiche e di polizia aerea rafforzate continuano a dimostrare la natura collettiva della NATO come alleanza difensiva“, ha affermato il Tenente Generale Pascal Delerce, vice comandante del comando aereo alleato. “Mentre Ungheria, Germania e Italia assicureranno la 60esima rotazione dell’Air Policing nella regione, gli alleati hanno rapidamente fornito ancora più risorse contribuendo alla nostra nuova missione di difesa aerea che consentirà un aumento a lungo termine della posizione di difesa aerea e missilistica lungo il fianco orientale in risposta ai cambiamenti nella situazione della sicurezza“, ha aggiunto.
Gli Eurofighter italiani si schiereranno per la prima volta a Malbork, in Polonia, e aumenteranno per l’ottava volta la missione Allied Air Policing nella regione. L’Aeronautica Militare ha schierato all’estero diverse volte i suoi aerei da combattimento Eurofighter e F-35 in ambito NATO. Ricordiamo che proprio questi assetti erano rientrati in patria i primi del mese di luglio rispettivamente dalla Romania e dall’Islanda.
I Typhoon e gli equipaggi che hanno partecipato alle operazioni in Romania, provenienti da tutti gli Stormi dell’Aeronautica Militare che impiegano questo sistema d’arma (il 4°, il 36°, il 37° e il 51° Stormo), hanno superato, in sei mesi di operazioni, le 1.400 ore di volo, un risultato mai raggiunto da una TFA sul suolo europeo. Questo risultato ammonta a circa 750 sortite, di cui oltre la metà destinate a missioni di pattugliamento aereo dei confini rumeni.
Il distaccamento F-35A dell’Aeronautica Militare è stato in stand-by 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per salvaguardare i cieli dell’Islanda e per continuare la pluriennale missione NATO Air Policing. Questo è stato il terzo dispiegamento in Islanda dei caccia italiani di quinta generazione dopo quelli del 2019 e del 2020. Prima di allora, l’Italia aveva sostenuto la missione con i suoi velivoli da combattimento Eurofighter Typhoon nel 2013, 2017, 2018 e 2019. In questa ultima occasione gli F-35 hanno effettuato quasi 30 scramble di addestramento e quasi 500 ore di volo con il 99% di efficienza con i quattro jet, a dimostrazione della grande maturità dell’F-35 a livello globale e in particolare all’interno dell’Aeronautica Militare.
Ungheria e Germania
Gli aerei da combattimento ungheresi JAS-39 torneranno sulla base aerea di Šiauliai, in Lituania, per la terza volta dopo il 2019 e il 2015 per guidare la missione collettiva della NATO. Quando operativi dalla loro base di Kecskemét, i caccia garantiscono la difesa aerea sopra l’Ungheria sotto il CAOC Centro operativo meridionale della NATO a Torrejón, in Spagna, mentre nel Baltico effettueranno anche missioni sotto il CAOC settentrionale di Uedem, in Germania.
Infine, la Germania schiera quattro Eurofighter del Tactical Air Force Squadron 71 “Richthofen” di Wittmund ed un Eurofighter del Tactical Air Force Squadron 31 “Boelke” di Nörvenich sulla base aerea di Ämari, in Estonia, per la nona volta dopo cinque schieramenti in Lituania. L’aviazione militare tedesca si conferma come uno degli alleati che schierano regolarmente i loro jet nella regione. La missione tedesca durerà nove mesi.
Mentre la Baltic Air Policing della NATO a Šiauliai è iniziata nel 2004, la missione potenziata di Air Policing ad Ämari e Malbork è iniziata nel 2014 come reazione alleata all’invasione russa della Crimea. Oltre alla missione di polizia aerea, gli alleati hanno protetto il fianco orientale con risorse aeree aggiuntive contro potenziali aggressioni, assicurando gli alleati e migliorando la prontezza, soprattutto negli ultimi mesi a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia.
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