MQ-20 Avenger e F-5 Tiger in volo autonomo
@ Tactical Air Support / José M. Ramos (via GA-ASI)

Il drone autonomo stealth MQ-20 Avenger vola con i caccia tattici F-5 Tiger in missioni aria-aria

Il 17 novembre scorso, la General Atomics Aeronautical Systems (GA-ASI) ha fatto volare un suo drone autonomo MQ-20 Avenger® Unmanned Aircraft System (UAS) di proprietà dell’azienda con un velivolo Sabreliner, gestito da Lockheed Martin che fungeva da surrogato di un caccia e due velivoli da combattimento F-5 Advanced Tigers (AT) dell’azienda privata Tactical Air Support tutti equipaggiati con i sensori di ricerca e tracciamento a infrarossi TacIRST di Lockheed Martin, per eseguire il rilevamento a infrarossi multipiattaforma.

Durante questo evento, tutti i velivoli hanno eseguito manovre coordinate per rilevare e monitorare i bersagli aerei nello spettro infrarosso. L’MQ-20 e il Sabreliner erano collegati digitalmente su una rete TTNT (Tactical Targeting Network Technology) per condividere le osservazioni e altre informazioni di rilevamento. Oltre al drone vero e proprio utilizzato per il volo, sono stati integrati anche cinque gemelli digitali dell’MQ-20 per pilotare autonomamente una missione di combattimento collaborativo Live, Virtual, Constructive (LVC).

Durante il test, tutti i velivoli attivi erano dotati di sensori TacIRST™ (Tactical Infrared Search and Track) di nuova generazione per fornire il tracciamento del bersaglio in modalità aria-aria. Queste tracce live sono state fornite dal sensore TacIRST di Lockheed Martin e sono state elaborate su un processore multifunzione (MFP) EMC2 di General Dynamics Mission Systems, comunemente indicato come “Einstein Box”, la scatola di Einstein. Utilizzando questa architettura definita dal software, il volo ha dimostrato la collaborazione e l’integrazione tra aerei con e senza equipaggio eseguita tra il drone MQ-20 con il velivolo Sabreliner e i caccia tattici F-5 AT con equipaggio.

Il sistema EMC2 era stato inizialmente sviluppato dalla nota divisione Skunk Works di Lockheed Martin e presentato nel 2017 come parte degli aggiornamenti sviluppati per gli aerei U-2S Dragon Lady. In pratica “Einstein Box” è un computer di missione modulare ad architettura aperta in grado di essere rapidamente riconfigurato sia a livello hardware che software per poter svolgere diverse funzioni. E’ stata utilizzata sugli U-2S per testare una varietà di nuovi gateway di comunicazione, per l’elaborazione dei dati in volo e per diversi sistemi di intelligenza artificiale e apprendimento automatico.

Inoltre, GA-ASI ha utilizzato un EMC2 di General Dynamics, un MFP ad architettura aperta con infrastruttura di sicurezza multilivello per eseguire l’architettura di autonomia, dimostrando la capacità di portare risorse di calcolo ad alte prestazioni (HPC) alle Autonomous Collaborative Platform (ACP) per eseguire set di missioni rapidamente personalizzabili a seconda sull’ambiente operativo.

Questo volo di prova ha aperto nuovi orizzonti“, ha affermato Michael Atwood, Senior Director of Advanced Programs di GA-ASI. “Ha dimostrato un’efficace collaborazione tra quattro appaltatori principali della difesa, tra team con e senza equipaggio e le possibilità di calcolo avanzato ad alte prestazioni per soddisfare scenari di dominanza aerea impegnativi. Questa è una chiara dimostrazione della nostra suite di sistemi di missione Autonomous Collaborative Platform (ACP) in rapida maturazione e che ci avvicina di un passo alla fornitura di questa capacità rivoluzionaria alla difesa”.

Far volare quattro piattaforme con TacIRST installato è stata una pietra miliare per Lockheed Martin“, ha dichiarato Matthew Merluzzi, Sr. Program Manager di Lockheed Martin. “Sfruttando i sistemi di missione aperti, il nostro team ha dimostrato che l’integrazione della piattaforma è possibile su una varietà di velivoli, offrendo capacità avanzate ai nostri aerei da combattimento in modo più rapido e conveniente“.

MQ-20 Avenger e F-5 Tiger in volo autonomo

Per realizzare l’integrazione multi-azienda, il team MQ-20 ha utilizzato un motore di autonomia CODE – Collaborative Operations in Denied Environment fornito dalla DARPA e il protocollo di messaggistica OMS – Open Mission Systems standard del governo per consentire la comunicazione tra il nucleo di autonomia e il TacIRST.

Un sensore IRST, in generale, viene utilizzato per l’individuazione e il tracciamento di minacce aeree ed è immune al disturbo delle radiofrequenze. A differenza dei radar che operano in modalità attiva, gli IRST operano in modo interamente passivo e quindi non avvisano i bersagli della loro presenza. Gli IRST sono particolarmente utili per rilevare bersagli a bassa osservabilità nello spettro delle radiofrequenze. Se combinati con il radar, offrono un potente miglioramento nella ricerca e nell’attacco delle minacce aeree.

Come ha affermato Michael Atwood questo test avvicina ancora di più alla fornitura di questa capacità alle forze armate statunitensi. I sistemi di missione ACP – Autonomous Collaborative Platform testati fanno parte del più ampio tema dei CCA – Collaborative Combat Aircraft un termine che l’aeronautica militare americana utilizza sempre di più per descrivere in generale i futuri droni con alti livelli di autonomia progettati per lavorare a stretto contatto con gli aerei con equipaggio, tra i quali anche il futuro velivolo di sesta generazione NGAD – Next Generation Air Dominance o il nuovo bombardiere strategico stealth B-21A Raider della Northrop Grumman.

Immagini: Tactical Air Support / José M. Ramos (via GA-ASI)