L’anno appena passato ha visto un notevole aumento del numero di paesi che scelgono di acquistare aerei da combattimento di seconda mano per le loro forze aeree. Il mercato offre grandi opportunità per i paesi con scarse disponibilità economiche, e non, e molti sono gli esempi, vediamone alcuni di seguito a partire dal dicembre 2021, quando il parlamento rumeno ha approvato l’acquisto di 32 F-16 Fightning Falcon usati dalla Norvegia.
Il paese scandinavo sta sostituendo la sua flotta di F-16 con F-35A di quinta generazione ed è disposto a vendere i suoi F-16 usati ad un altro paese della NATO. La Romania attualmente gestisce già 17 velivoli F-16. L’acquisizione dei caccia norvegesi raddoppierebbe le dimensioni della flotta e consentirebbe a Bucarest di sostituire i suoi jet MiG-21 Fishbed molto più vecchi, praticamente dell’era sovietica.
Anche la Croazia gestisce una manciata di antiquati, ma quanto mai affascinanti, MiG-21. A novembre 2021, Zagabria ha firmato un accordo con la Francia per l’acquisizione di 12 caccia Dassault Rafale F3-R di seconda mano dall’aeronautica militare francese. La Francia poi ordinerà 12 nuovi jet Rafale nel 2023 per sostituire gli ex F3-R andati alla Croazia.
Anche la Danimarca sta acquisendo gli F-35A e prevede di vendere gradualmente i suoi F-16. Si è ipotizzato, ipotesi poi smentita dalla stampa filogovernativa turca, che Ankara potesse essere interessata all’acquisto degli aerei danesi. Ricordiamo che alla Turchia è stato vietato l’acquisizione degli F-35 dopo aver acquistato gli avanzati sistemi missilistici di difesa aerea S-400 russi. Ankara ora deve però aggiornare i suoi F-16 in modo che possano rimanere operativi per il prossimo futuro. Come parte di questo sforzo, ha richiesto 40 F-16 Block 70 agli Stati Uniti insieme a 80 kit di modernizzazione per la sua flotta esistente, che include anche i più anziani F-16 Block 30.
Il Congresso americano potrebbe non approvare l’accordo con la Turchia a seguito delle tante obiezioni fatte a molte scelte politiche del governo turco in carica, inclusi i suoi legami di difesa con la Russia. Inoltre, anche se la Turchia fosse interessata all’acquisto degli F-16 danesi di seconda mano, Copenaghen dovrebbe comunque ottenere il permesso e l’autorizzazione da Washington.
Atene, il vicino di casa di Ankara, sta attualmente aggiornando la sua flotta esistente di F-16 e Mirage 2000. Lo scorso gennaio 2021, anche la Grecia ha ordinato alla Francia 18 Rafale, di cui 12 di seconda mano, per un affare da 2,5 miliardi di euro. A settembre, il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha inoltre rivelato che il Paese ne avrebbe acquistati altri sei, portando il numero totale a 24.
In questo contesto a luglio 2021, il ministro della Difesa turco Hulusi Akar ha deriso il potenziamento militare della Grecia quando aveva affermato che non è possibile modificare l’equilibrio di potere nell’area geografica del Mar Egeo con alcuni jet di seconda mano. Anche gli Emirati Arabi Uniti, che hanno appena ordinato 80 nuovi jet Rafale F4 dalla Francia, però potrebbero vendere i propri Mirage 2000 aggiornati alla Grecia, con la quale ha un patto di difesa, nel prossimo futuro, andando così ad aumentare notevolmente la flotta aerea greca.
Rimanendo sempre in zona, ci sono state molte e ragionevoli speculazioni sul fatto che uno dei motivi per cui Israele non ha cercato di acquisire il “nuovo” F-15EX Advanced Eagle per la sua forza aerea è perché starebbe in attesa dell’opportunità di acquisire vecchi F-15 di seconda mano in eccedenza dagli Stati Uniti. Ottenere quei vecchi jet usati sarebbe molto più economico per Israele, che potrebbe quindi riconfigurarli per soddisfare le sue specifiche richieste con la propria vasta esperienza e competenza.
Potremmo aggiungere a questa lista anche l’Austria che è sempre in cerca di un possibile acquirente per i suoi 15 caccia Eurofighter nei quali, la nazione confinante con l’Italia, non ha mai trovato soddisfazione soprattutto a causa degli elevati costi di gestione, il poco utilizzo e la versione mai aggiornata. L’Indonesia a fine 2020 aveva mostrato interesse nei velivoli di Vienna ma senza poter giungere ad un accordo tra i due paesi.
Anche il Canada ha recentemente acquistato sette F-18 Hornet usati dall’Australia per rafforzare la sua flotta di CF-18. La lenta integrazione di questi jet usati nell’aeronautica militare del paese ha fatto arrabbiare l’ala dell’opposizione conservatrice di Ottawa che indignata per la situazione ha dichiarato lo spreco di soldi dei contribuenti nell’acquisto di vecchi caccia australiani arrugginiti.

E poi ancora la Malesia che secondo quanto riferito da alcuni media stranieri vorrebbe espandere la sua piccola flotta di otto caccia F-18 Hornet sperando che il Kuwait accetti di vendere la sua flotta di F-18. Ikmal Hisham Abdul Aziz, vice ministro della difesa della Malesia, aveva recentemente affermato che Kuala Lumpur vorrebbe acquistare tutti i 33 Hornet kuwaitiani.
L’acquisizione della flotta kuwaitiana da parte della Royal Malaysian Air Force aumenterebbe sicuramente il livello di preparazione e capacità della forza aerea nel salvaguardare lo spazio aereo del paese. Tuttavia il Ministero della Difesa kuwaitiano ha smentito le notizie secondo cui c’erano negoziazioni su una potenziale vendita dei suoi F-18 affermando che qualsiasi trattativa per vendere armamenti di proprietà del Ministero della Difesa sarebbe stata dichiarata direttamente ed ufficialmente.
Spesso le prime versioni di molti caccia non possono essere sempre aggiornate agli standard più recenti, così alcune nazioni decidono di venderli per ottimizzare le proprie flotte. Sebbene i vecchi jet di seconda mano potrebbero essere più economici nella fase di acquisto, questi sono sicuramente dotati di cellule con una durata di vita ridotta che potrebbero richiedere una manutenzione e pezzi di ricambio più costosi a lungo termine e meno reperibili sul mercato rispetto ad un caccia appena uscito dalla catena di montaggio con un prezzo iniziale più elevato.
In questo scenario infatti l’India sta acquistando 24 Mirage 2000 di seconda mano dalla Francia, da cannibalizzare, per fornire alla sua flotta esistente di Mirage 300 pezzi di ricambio critici. Su 24 caccia, 13 sono in condizioni complete con motore e cellula intatti con otto di loro pronti a volare dopo la manutenzione, aveva riportato l’Hindustan Times a settembre 2021. I restanti 11 caccia sono parzialmente completi ma con serbatoi di carburante e sedili eiettabili, che verranno recuperati quale scorta per i due squadroni esistenti dell’Indian Air Force.
A questi paesi poi vanno aggiunte le nuove aziende private che offrono servizi di addestramento basico ed avanzato ai militari, come il combattimento aereo dissimilare di tipo “aggressor”, che stanno acquistando jet di terza/quarta generazione per poter offrire servizi di formazione sempre più elevati e vicini agli scenari di combattimento odierni. Per citare gli ultimi casi, ricordiamo la Top Aces e la Draken International che stanno acquisendo, e a breve saranno in sevizio, i primi aerei da combattimento F-16.
I velivoli da combattimento usati continueranno probabilmente a mantenere una buona fetta di mercato nei prossimi anni, quando ci saranno disponibili gli F-15, gli Eurofighter o i Gripen delle prime versioni che potranno soddisfare le esigenze di paesi che non possono permettersi nuovi velivoli.