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Compagnie aeree

Delta e i sindacati chiedono una lista passeggeri condivisa tipo “no fly” nel tentativo di combattere la “rabbia aerea”

‘ di questi giorni la notizia che Delta Airlines e almeno un sindacato deputato a tutela delle compagnie aeree americane, hanno di recente chiesto l’immediata creazione di una “lista passeggeri indesiderati” molto più ampia di quella già presente, che possa anche includere una lunga serie di persone considerate come “indisciplinate”.

Lo scopo è quello di contrastare e mettere fine ad una serie di comportamenti o malcostumi praticati dai clienti durante il volo e considerati come disturbanti o addirittura molesti. In sostegno alla creazione di questo elenco, in data 23 settembre una commissione del Congresso degli Stati Uniti ha deciso di riunirsi per affrontare seriamente il problema dei comportamenti a bordo degli aerei.

Dall’inizio del 2021, la Delta con sede ad Atlanta ha affermato di aver aggiunto circa 1.600 nomi alla sua lista interna di passeggeri non più autorizzati a volare a bordo dei propri aeromobili e ne ha presentati altri 600 alla Federal Aviation Administration. “Abbiamo anche chiesto ad altre compagnie aeree di condividere la loro lista no-fly per proteggere ulteriormente i dipendenti delle compagnie di tutto quanto il settore. E’ palese che una lista di soggetti ritenuti indesiderati non ha alcun senso di esistere se quel passeggero anziché su una può benissimo volare con un’altra compagnia aerea“, ha dichiarato Delta in una nota, inviata da Kristen Manion Taylor, vicepresidente senior del servizio di bordo della compagnia.

Fino al 21 settembre 2021 la FAA aveva ricevuto ben 4.385 segnalazioni riguardanti casi che coinvolgevano passeggeri indisciplinati. La stessa FAA ha dunque deciso di fare luce avviando 789 indagini sui maggiori incidenti e ha emesso multe per un totale di oltre 1 milione di dollari. La stessa Agenzia per il Dipartimento dei Trasporti Americana ha affermato che il tasso di tali incidenti è aumentato proprio durante la pandemia. Questi casi riguarderebbero in particolar modo proprio il mancato o il non corretto uso della mascherina facciale, cosi come imposto dalle leggi governative.

Per fronteggiare questa emergenza l’agenzia a gennaio ha già implementato una “politica di applicazione molto più severa” rispetto al passato con il fermo scopo di affrontare il problema; e molto probabilmente verrà inasprita nel prossimo futuro. Sara Nelson, presidente internazionale dell’Association of Flight Attendants-CWA, è stata tra coloro che hanno presentato la propria testimonianza durante l’audizione congressuale, tenuta dal  gruppo dell’aviazione del Comitato per i trasporti e le infrastrutture della Camera dei rappresentanti.

Questi numeri sono sbalorditivi e, se continueranno con questo ritmo, potrebbero verificarsi più episodi nel 2021 rispetto all’intera storia dell’aviazione commerciale“, ha affermato Nelson in una testimonianza scritta. Un sondaggio del sindacato ha poi rilevato che l’85% degli assistenti di volo ha addirittura riferito di aver incontrato una lunga serie di casi di quella che si può definire come “rabbia aerea” nella prima metà del 2021, con ben il 58% degli equipaggi che ha subito di persona almeno cinque situazioni violente.

Alla richiesta di commentare i suoi sforzi per combattere tali incidenti, la FAA ha rilasciato in un dichiarato che l’agenzia sta già incontrando aeroporti, compagnie aeree e sindacati per discutere quali ulteriori passi potranno essere mossi collegialmente e se i partner del settore potranno anche intraprendere delle decisioni in maniera collettiva con le altre compagnie per arginare il problema. Sara Nelson ha poi chiesto al Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti di perseguire anche penalmente i trasgressori se necessario mentre ha invitato le compagnie aeree di “limitare” le vendite di alcolici a bordo e di vietare le bevande “to-go” vendute dai bar degli aeroporti.

Sara Nelson ha anche sollecitato la creazione di “un elenco centralizzato di passeggeri che potrebbero non volare per un certo periodo di tempo, fornendo alle compagnie aeree l’accesso a tale elenco“. In una lettera del 23 settembre al presidente del comitato dei trasporti della Camera, l’Air Line Pilots Association International ha poi scritto che “il governo e l’industria devono scoraggiare tale comportamento rendendo chiare ai passeggeri le conseguenze dei loro comportamenti. La piena forza della legge federale e dell’azione penale può e deve essere applicata alle persone che conducono tali atti“.

Altre compagnie aeree statunitensi non sono arrivate al punto di sostenere pubblicamente la condivisione dei nomi di passeggeri problematici, anche perché si tratta di una mossa che potrebbe sollevare un vespaio per quanto concerne le norme di tutela della privacy o muovere addirittura l’antitrust. Il gruppo commerciale delle compagnie aeree Airlines for America, ha di recente affermato di collaborare attivamente con il governo per cercare di affrontare il problema.

Allo stesso modo, Southwest Airlines si è fatta avanti dichiarando di impegnarsi in questo percorso sia con i propri sindacati che con altre compagnie aeree oltre che, ovviamente con la FAA, per trovare modi finalizzati a prevenire ulteriormente le situazioni indisciplinate e l’escalation dei conflitti a bordo dei velivoli, inclusa  anche la condivisione delle migliori pratiche da attuare di comune accordo con tutte le altre compagnie aeree.

Testo: Simone Ferrante

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Simone Ferrante

Nato a Firenze nel 1986 è un grande appassionato di fotografia aeronautica e di tutto cio'che è ad ala fissa o rotante. Dal 2018 è collaboratore presso la rivista online Aviation Report. Ho volato su NH-90, CH-47F, UH-412 (AVES).

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