Premio Fiorenza De Bernardi 2021
@ Marissa Bidussi

Conosciamo le tre ragazze pilota che hanno ricevuto il premio “Fiorenza de Bernardi” 2021

Nelle scorse settimane abbiamo parlato con il Dott. Alessio Quaranta, Direttore Generale di ENAC, riguardo al ruolo delle donne nell’aviazione, così ora per la nostra rubrica “donne e volo” siamo andati a conoscere le tre ragazze pilota che hanno ricevuto il premio “Fiorenza de Bernardi” 2021, ovvero Marissa Bidussi, Alice Trevisan e Rosanna Spezzacatena.

L’11 febbraio 2022, in occasione della giornata internazionale dedicata alle donne e alle ragazze nella scienza, il Presidente dell’ENAC Avvocato dello Stato Pierluigi Di Palma, e il Direttore Generale Alessio Quaranta, hanno assegnato alle tre giovani donne pilota il Premio “Fiorenza de Bernardi” per l’anno 2021. Il Premio è stato istituito dall’ENAC nel 2020 in onore della Comandante Fiorenza de Bernardi, prima donna pilota di linea italiana, con l’obiettivo di promuovere la cultura aeronautica e l’inserimento delle donne nel settore dell’aviazione civile.

Marissa Bidussi

Marissa ha conseguito la Licenza di aliante (Glider SFCL), rilasciata dalla Direzione Aeroportuale ENAC Sardegna. Ciao Marissa e grazie per averci concesso questa intervista.

Aviation Report / Emanuele Ferretti: Innanzi tutto, qual è stata la molla che ti ha fatto decidere di spiccare il volo?

Marissa Bidussi: Sicuramente colui che mi ha avvicinata al mondo del volo è stato mio padre. Sono cresciuta circondata da aerei, passando dai modellini ai veri e propri aeromobili. Fin da piccola mio papà Giuliano mi ha portata alle manifestazioni aeronautiche o ai fly party, a casa mi faceva guardare i grandi film aeronautici, come l’immancabile Top Gun, e mi faceva toccare con mano i suoi modellini per poi proseguire, da più grande, a portarmi in volo con lui e a farsi dare una mano nelle manutenzioni. Il processo per la quale mi sono avvicinata agli aerei è stato il più naturale possibile, la mia passione è cresciuta con me.

AvRep: Cosa ti ha spinto a scegliere proprio questo velivolo?

Marissa Bidussi: Dopo aver fatto il mio primo volo su un aereo di aviazione generale, un Cessna C152 Aerobat, a dicembre 2018, a soli 13 anni feci il mio primo volo in aliante, un volo acrobatico per di più. Ne rimasi innamorata da subito, il volo in aliante mi diede delle emozioni più concrete e reali, provai un scarica di adrenalina indescrivibile. Dopo quel giorno feci altri voli acrobatici, sempre al posto del passeggero, fino a quando mio padre una mattina, al posto di portarmi in testata pista per un volo, mi portò in ufficio, dove mi iscrisse al corso per diventare pilota d’aliante Da subito la mia idea è stata di diventare pilota acrobatico ed è quello per la quale anche tuttora mi sto addestrando.

AvRep: Marissa, puoi spiegare ai nostri lettori le caratteristiche tecniche del tuo aliante e come avviene il volo?

Marissa Bidussi: Il mezzo su cui volo è un ASK 21, prodotto da Alexander Schleicher e costruito come tutti gli alianti moderni in materiali compositi, è un biposto usato anche dalle scuole di volo per le sue ottime caratteristiche aerodinamiche ed è un aliante acrobatico.
Questo tipo di velivoli per poter guadagnare quota hanno bisogno di un “aiuto esterno”. Nel mio caso vengo trainata da un aeroplano fino a circa 1000 m dove avviene lo sgancio e inizia il volo veleggiato, solitamente, seguita da un istruttore, mi alleno ad eseguire fiesler, tonneau e looping per poi andare all’atterraggio.

Marissa Bidussi

AvRep: La tecnica è importante ma lo sono di più le emozioni: cosa provi quando voli in aliante?

Marissa Bidussi: Quando sono in aria, provo una grande sensazione di libertà e calma. Riesco a liberare la mente e a pensare unicamente a cosa sto facendo, alle manovre da eseguire, alle chiamate radio e alla dinamica del volo che sto effettuando. Perché le emozioni che si provano in volo sono forti ed adrenaliniche, ma non devono mai distrarmi dal mio obbiettivo e dalla sicurezza del volo.

AvRep: Il Friuli Venezia Giulia è una regione bellissima vista da terra, ma com’è vista dall’abitacolo di un aliante?

Marissa Bidussi: La mia regione offre un paesaggio molto vario. In mezz’ora di volo si può passare dalla montagna innevata alla spiaggia di sabbia. Ma sono paesaggi che si godono di più facendo voli con altri tipi di velivoli. Io personalmente facendo volo a vela acrobatico devo stare dentro il cubo acrobatico che è una zona di sicurezza nelle vicinanze del mio campo volo.

AvRep: Qual è la cosa più curiosa che ti è successa per aria?

Marissa Bidussi: Più che curiosa è una cosa buffa che mi è capitata in aria. L’anno scorso durante un volo estivo con il mio istruttore faceva talmente caldo nell’abitacolo che avevo deciso di aprire la bocchetta dell’aria. Proprio in quel momento avevo sorriso ad una frase del mio istruttore, e una mosca mi è volata dritta in bocca!

AvRep: Quali sono le difficoltà che ha dovuto affrontare per avvicinarsi a questo sport?

Marissa Bidussi: Vere e proprie difficolta non le ho avute. Forse la distanza, perché a Trieste dove abito io non ci sono campi volo, e per raggiungere il mio campovolo devo fare un’ora e mezza di auto. Per questa disponibilità ringrazio i miei genitori.

AvRep: Cosa ti senti di dire ad una ragazza o ad una donna, che vuole avvicinarsi al volo?

Marissa Bidussi: Quello che mi sento di dire alle ragazze o donne che vorrebbero intraprendere un percorso nel mondo aeronautico è di non dimenticare mai il proprio obbiettivo. Per quanto sia un ambiente prevalentemente maschile, noi ragazze non abbiamo nulla di meno in confronto ai ragazzi, e possiamo eccellere esattamente come loro. Volere é potere, tutto il resto sono scuse.

AvRep: Quali consigli ti senti di dare?

Marissa Bidussi: Il volo deve essere una passione e non un capriccio. Consiglierei di effettuare più voli con diversi mezzi per capire quale faccia per voi e di impegnarsi al 100%, sia nella pratica che nella parte teorica. In fin dei conti un volo, oltre ad un’esperienza bellissima, è anche una situazione che richiede molta concentrazione e dedizione. Mi sento di dire che la passione è importante, ma la costanza e la determinazione sono fondamentali.

AvRep: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Marissa Bidussi: Sono veramente affascinata dal mondo dell’aeronautica militare, sarebbe un sogno per me riuscire ad entrarvi un giorno. Dopotutto sono cresciuta a pane e Top Gun, è stato inevitabile per me avere questi desideri. Penso però che sia importante avere un piano B nella vita. Attualmente sto frequentando l’Istituto Tecnico  A. Malignani di Udine proprio nella sezione Aeronautica, nello specifico “Costruzione e Manutenzione del mezzo aereo”. Non so dove mi porterà questo percorso, ma spero vivamente di restare nel mondo degli aerei e magari un domani di poter non solo volare per “gioco” ma di farlo diventare una professione.

Alice Trevisan

Alice ha conseguito la Licenza PPL(A) Pilota Privato di Aeromobile,  rilasciata dalla Direzione Aeroportuale ENAC Lombardia. Ciao Alice e grazie per averci concesso questa intervista.

Alice Trevisan

AvRep: Innanzi tutto, qual è stata la molla che ti ha fatto decidere di spiccare il volo?

Alice Trevisan: Frequentando l’aeronautico ho conosciuto diverse persone che stavano facendo il brevetto in quel momento, vedevo spesso le foto che facevano dall’aereo e mi son subito informata a riguardo perché mi piaceva l’idea di fare qualcosa di cui effettivamente si sa poco se non ci lavori, alla fine mi sono buttata; ho proprio fatto un salto nel vuoto, non avevo mai preso un aereo nella mia vita!

AvRep: Con che velivolo voli e cosa ti ha spinto a conseguire la Licenza PPL(A) Pilota Privato di Aeromobile?

Alice Trevisan: Tecnam P2008. Il PPL è il primo brevetto da prendere per poi continuare il percorso, quindi potevo fare solo quello volendo volare con il motore.

AvRep: Alice descrivici le sue caratteristiche dell’aereo con cui voli

Alice Trevisan: Il Tecnam è super tecnologico, sembra una play station dentro perché avendo il garmin è tutto digitale. Io mi sono trovata personalmente molto bene alla fine del brevetto, all’inizio però male perché è super sensibile e ogni minimo movimento dell’aria lo risente, quindi come primo step per volare è veramente difficile utilizzarlo. Dentro è abbastanza grande, tutto nuovo, mi è piaciuto tanto.

AvRep: La tecnica è importante ma lo sono di più le emozioni: cosa provi quando voli?

Alice Trevisan: Libertà. Lontana da tutti i problemi, senza internet, solo io e l’aereo. Non c’è altro modo per descrivere le emozioni che si provano volando.

AvRep: Qual è la cosa più curiosa che ti è successa per aria?

Alice Trevisan: Stavo facendo la navigazione a Bresso con l’istruttore, ero vicina a Lecco e lì vicino c’è un aeroporto più piccolino, quelli di Val Brembo usano quell’aerea per fare i voli acrobatici. A un certo punto il mio istruttore riconosce la voce di un altro istruttore della nostra scuola e ci siamo trovati super vicini, sembrava stessimo facendo un volo in formazione, mi son spaventata tantissimo però dai è stato bello.

AvRep: Quali sono le difficoltà che ha dovuto affrontare per avvicinarsi a questo sport?

Alice Trevisan: Purtroppo, l’essere femmina non ha aiutato, nonostante fossimo nel 2021/2022 ho avuto un’esperienza particolarmente brutta. Oltre a questo, il fatto di farlo contemporaneamente alla scuola, oltretutto aprile/maggio quindi il momento con più verifiche, mi ha portata a dover studiare veramente tanto. Io sono una super festaiola, e d’estate avevo i voli magari alle 8 di mattina quindi non potevo godermi il divertimento dell’estate. Insomma tante cose, tanto stress psicologico essendo anche la più piccolina, anzi troppo, però ne è valsa la pena.

AvRep: Cosa ti senti di dire ad una ragazza o ad una donna, che vuole avvicinarsi al volo? Quali consigli ti senti di dare?

Alice Trevisan: Buttati!! Vai, fai quello che vuoi, rincorri i tuoi sogni, tieni a mente l’obiettivo e vedrai che lo raggiungi! Il mio istruttore quando mi vedeva giù mi diceva sempre “Alice hai delle doti che superano di gran lunga quelle di questi maschi che vedi qua, continua il brevetto che stai spaccando”, perché è inutile dire che ho pensato credo ogni giorno di volerlo mollare. L’essere femmine in aeronautica è ancora visto male purtroppo, ma un lavoro è per tutti, non c’è distinzione maschio/femmina, soprattutto in aereo, per la torre siamo tutti dei nominativi e a nessuno interessa se ci sia dentro un uomo o una donna. I risultati e le soddisfazioni se ti impegni arrivano, sempre.

AvRep: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Alice Trevisan: Io ho deciso di allontanarmi da questo mondo perché ho sofferto di ansia durante il PPL e ho capito che non potrà mai essere il mio lavoro, sicuramente è un hobby ma niente di più. Ho deciso di frequentare la Bicocca, economia e finanza.

Rosanna Spezzacatena

Rosanna ha conseguito la Licenza commerciale CPL(H), Commercial Pilot Licence, rilasciata dalla Direzione Aeroportuale ENAC Puglia-Basilicata. Ciao Rosanna e grazie per averci concesso questa intervista.

Rosanna Spezzacatena

AvRep: Parlaci della tua passione per il volo, da dove viene?

Rosanna Spezzacatena: La mia passione per il volo viene grazie a mio padre che, portandomi in aeroporto fin da piccola, mi ha fatto avvicinare inconsciamente a questo vastissimo mondo. Infatti, mi sono sempre chiesta, come l’uomo possa battere le leggi della fisica per riuscire a librarsi in volo con macchine così pesanti e voluminose.  Di conseguenza, durante la scelta della scuola superiore, mi è stato chiaro, fin da subito, che volessi diventare pilota, o almeno provarci, dando il meglio di me. È stata proprio la scelta scolastica che mi ha appassionato, già dai primi anni, alle materie scientifiche che erano legate in qualche modo all’ambito aeronautico. Durante il terzo anno di scuola superiore ho deciso quindi di iniziare il mio percorso all’AeroClub di Bari, dove posso dire di aver trovato persone eccezionali che mi hanno instradata al meglio.

AvRep: Con che velivolo voli e cosa ti ha spinto a conseguire la Licenza commerciale CPL(H)?

Rosanna Spezzacatena: Ho iniziato il mio percorso prendendo il PPL (A) pilotando il Tampico TB9. Durante l’estate tra il quarto e il quinto superiore ho avuto la possibilità di fare lavoro aereo con l’elicottero Robinson R22. In questa occasione non pilotavo, ma è bastato per creare un enorme interesse per gli elicotteri. Così ho deciso di iniziare, durante l’ultimo anno di scuola, il lungo ed arduo percorso per conseguire il CPL(H).

AvRep: Rosanna descrivici le caratteristiche dell’aereo con cui voli

Rosanna Spezzacatena: Sia il TB9 che l’R22, per quanto possano essere mezzi differenti, secondo me hanno delle ugualianze. Basterebbe dare una veloce occhiata al cockpit per capire che la maggior parte delle indicazioni, necessarie per controllare i parametri di volo o eseguire una navigazione, sono in formato analogico. Siamo abituati a vedere nei film velivoli con cabine di pilotaggio piene di display e tablet di ultima generazione, schermi luminosi colmi di dati e numeri all’apparenza indecifrabili. Ma vi siete mai chiesti cosa potrebbe succedere se tutti quegli schermi, da un momento all’altro per un’avaria, non dovessero funzionare più? Il pilota sarà sicuramente in grado di portare tutti in salvo utilizzando solo quei pochi strumenti analogici a cui sempre, o quasi, ci si può affidare ad occhi chiusi.
Altra caratteristica di entrambi riguarda l’altitudine operativa. Infatti l’R22 così come il TB9 non possono salire a quote dove è necessaria la presenza di ossigeno in cabina.
Ultima particolarità di ambedue i velivoli è la mancanza di comodità all’interno. Lo spazio riservato ai piloti è esiguo e bisogna fare leva sulla capacità di convivenza pacifica, cosa non da poco visti i tempi.

AvRep: La tecnica è importante ma lo sono di più le emozioni: cosa provi quando voli?

Rosanna Spezzacatena: Quando per addestramento ho dovuto eseguire delle ore di volo notturno, è stata un bellissima esperienza. È strano vedere le lucine dei lampioni così piccole e ravvicinate, a differenza di quando si cammina per strada dove invece ti sembrano enormi e distanti. Ed è proprio con questa vista che mi rendo conto di quanto l’uomo, rispetto a ciò che lo circonda, sia piccolissimo e quasi insignificante.
Ammirare i monti innevati d’inverno, la linea di costa che spacca a metà la terra con il vasto mare, la forma irregolare dei laghi e le immense distese di alberi, è ciò che mi fa lasciare tutti i piccoli problemi a terra per potermi godere a pieno questa sensazione di leggerezza e spensieratezza, rimanendo pur sempre concentrata nel restare in sicurezza per aria.

AvRep: Qual è la cosa più curiosa che ti è successa per aria?

Rosanna Spezzacatena: Stavo facendo lavoro aereo. Volavamo bassi per poter eseguire alcuni controlli sul terreno. Seguendo l’orografia delle montagne e passando da aree piene di pale eoliche a terreni completamente disabitati, ad un certo punto, in un bosco di sempreverdi, noto delle macchie marroni spostarsi velocemente da un lato all’altro di un piccolo corridoio tra gli alberi. Erano dei bellissimi cervi che correvano ed è stata la prima volta che li vedevo così da vicino e nel loro ambiente naturale.

AvRep: Quali sono le difficoltà che ha dovuto affrontare per avvicinarsi a questo sport?

Rosanna Spezzacatena: Ricordo il periodo in cui andavo all’Aeronautico e, subito dopo la fine delle lezioni, andavo a Scuola di Volo per seguire le lezioni che mi avrebbero permesso di conseguire la licenza. Tornavo a casa, la sera, e studiavo sia per l’una che per l’altra scuola. Ma non ho mai pensato di aver fatto la scelta sbagliata o di fare sacrifici inutili. Per poter diventare pilota è necessario studiare molto e, anche dopo che lo si è diventato, è necessario continuare ad aggiornarsi ed eseguire esami di controllo e mantenimento. Ho dovuto rinunciare a molte cose come uscire con gli amici il sabato sera. Ma sono sicura che chiunque lo farebbe per poter inseguire il proprio sogno e la propria passione.

AvRep: Rosanna secondo te davvero il volo è ancora un ambiente maschile e maschilista?

Rosanna Spezzacatena: Dalla mia esperienza personale ho notato che quest’ambiente è maschile, ma non maschilista. Dalla scuola superiore a quella di volo, quasi tutti gli studenti e gli allievi erano dei ragazzi. Le ragazze potevano e possono essere contate su un palmo di mano. Personalmente, non ho mai trovato ambienti maschilisti, dove fosse difficile far valere la figura della donna o dove venisse sminuita. Anzi, penso che io sia stata, al contrario, premiata e ammirata per questa scelta di vita. So, tuttavia, che in passato non fosse così semplice e mi sento di affermare che sono stati fatti passi da gigante rispetto alle condizioni delle donne in questo ambito.

AvRep: Cosa ti senti di dire ad una ragazza o ad una donna che vuole avvicinarsi al volo? Quali consigli ti senti di dare?

Rosanna Spezzacatena: I fattori da considerare principalmente sono la dedizione e l’impegno richiesti per ottenere dei buoni risultati. Se si è disposti a inseguire il proprio obiettivo in qualsiasi circostanza l’occasione non va persa, perché si può trasformare il proprio sogno in un lavoro e quest’ultimo non sembrerà pesante. Non fatevi spaventare dal fatto che questo mondo è prettamente maschile, anzi. Cerchiamo di cambiare questa condizione con il passare degli anni e prendete questa circostanza come un’opportunità per far vedere a tutti, e a voi stesse, che le donne sono in grado tanto quanto gli uomini di occupare qualsiasi posizione.

AvRep: Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Rosanna Spezzacatena: In questo periodo ho in progetto di prendere altre abilitazioni per elicotteri più performanti come il AW109. Desidererei tanto, un giorno, poter diventare un pilota elisoccorritore, fornendo un servizio essenziale in molte occasioni e per salvare vite in pericolo.

Aviation Report e l’autore desiderano ringraziare il Direttore Generale di Enac Alessio Quaranta e Marissa Bidussi, Alice Trevisan, Rosanna Spezzacatena per il tempo dedicatoci e per aver risposto a tutte le nostre curiosità!

Intervista a cura di Emanuele Ferretti
Immagini: Marissa Bidussi, Alice Trevisan, Rosanna Spezzacatena

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