L’Esercitazione “Grifone 2021” si è conclusa oggi in Sardegna, dopo una settimana densa di attività. Organizzata dall’Aeronautica Militare, essa rappresenta uno sforzo collettivo e coordinato di risorse, personale e mezzi che ha come fine ultimo l’addestramento di equipaggi e soccorritori provenienti dalle tantissime realtà della “catena” SAR (Search and Rescue), al fine di cooperare sinergicamente per la salvaguardia della vita umana.
Al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) della Sardegna è stato affidato il ruolo di direzione e coordinamento delle squadre a terra, costituite con il prezioso contributo di personale dell’Esercito (Centro Addestramento Alpino e Bgt Alpina Taurinense), Fucilieri dell’Aria dell’A.M., Soccorso Alpino della Guardia di Finanza (SAGF), Vigili del Fuoco, Protezione Civile e Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna.
Come si interviene prontamente in caso di equipaggi militari dispersi? In che modo gli assetti delle Forze Armate, degli altri Corpi ed Amministrazioni dello Stato possono operare sotto il coordinamento del Rescue Coordination Centre (RCC) del Comando Operazioni Aerospaziali (COA) affinché le sortite raggiungano e soccorrano i personale in pericolo? Come massimizza l’efficacia dalle risorse che ciascuna Amministrazione mette a disposizione In caso di pubblica calamità? Sono tutte domande alle quali la “Grifone” si è addestrata a rispondere, ogni anno in una zona diversa d’Italia, ogni anno migliorando tecniche e procedure condivise.
Sono stati 11 gli aeromobili messi in campo dall’Aeronautica Militare (un HH139A del 15° Stormo, un TH-500 del 72° Stormo, un TH-500 e un U-208 della Squadriglia Collegamenti di Linate), dall’Esercito Italiano (BH-412), dall’Arma dei Carabinieri (AW-109 Nexus), dalla Guardia di Finanza (AW-139 e AW-169), dalla Polizia di Stato, dai Vigili del Fuoco e dalla Capitaneria di Porto (tutte componenti con un AW-139). A supporto in area d’esercitazione anche un EC-145 di AREUS (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza Sardegna). Essi hanno volato 100 missioni, per un totale di circa 48 ore di volo (comprese le “notturne”), elitrasportando 65 squadre. Notevole la varietà di interventi simulati e quanto più possibile simili ai casi reali.
La base dell’Aeronautica Militare di Decimomannu ha svolto il ruolo di DOB (Deployed Operating Base ossia Base di rischieramento), mentre il Campo Volo “XPTZ” di Decimoputzu quello di PBA (Posto Base Avanzato); l’area montuosa sud-occidentale dell’Isola, comprendente il monte Linas e la zona del Parco Perd’e Pibera, è stata designata come area di effettuazione dell’attività.
Il PBA (Posto Base Avanzato), approntato dal Comando Logistico dell’AM, è stato il “cuore pulsante” delle operazioni, frutto di un notevole sforzo organizzativo e logistico della Forza Armata: con il contributo di tutti i partecipanti, oltre 400 unità, è diventato in pochissimi giorni un vero e proprio eliporto campale adatto a proiettare le capacità di personale e mezzi il più vicino possibile alla zona di esercitazione.
La “Grifone” è un’esercitazione internazionale e interdipartimentale pianificata e condotta annualmente dall’Aeronautica Militare nell’ambito dell’accordo internazionale SAR.MED.OCC. (SAR Mediterraneo Occidentale). Essa ha lo scopo sia di sviluppare sinergie tra l’Aeronautica Militare e gli altri Dicasteri pubblici, sia di migliorare costantemente tecniche e procedure per portare a termine qualsiasi missione di Ricerca e Soccorso. Tale missione è uno dei compiti d’istituto dell’A.M. che persegue, eventualmente, anche con l’apporto di assetti interforze, interministeriali o inter-agenzia.
Una macchina del soccorso come quella messa in funzione per la Grifone può essere utilizzata non solo in caso di incidente aeronautico ma anche in caso di altri incidenti, calamità naturali o maxi-emergenze, come peraltro già accaduto in occasioni di terremoti, alluvioni, valanghe o incidenti come Rigopiano o il ponte Morandi.
La Grifone trae origine sostanzialmente da due accordi. Il primo è quello stipulato circa 60 anni fa dall’Italia, Spagna e Francia per operare, in caso di sinistro aeronautico, congiuntamente perché sia il Mediterraneo che i confini terrestri come le Alpi sono scenari molto vasti e, in caso di un aeromobile disperso, queste aree così complesse richiedono un lavoro congiunto. Almeno una volta all’anno le nazioni partner dell’accordo SAR.Med.Occ. si incontrano per condurre un’esercitazione congiunta.
Il secondo accordo è quello stipulato tra Stato Maggiore Difesa e Corpo Nazionale Soccorso Alpino che prevede una collaborazione tra le Forze Armate e il Soccorso Alpino in caso di incidente aeronautico per organizzare e condurre le ricerche. Le Forze Armate e l’Aeronautica Militare mettono a fattor comune gli assetti aerei mentre il Soccorso Alpino, che ha una dislocazione territoriale su tutta l’Italia, mette a disposizione i propri tecnici. A questa macchina si aggiungono anche assetti, uomini e donne della Guardia di Finanza, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco.
Immagini: Ufficio Pubblica Informazione Aeronautica Militare, CNSAS Sardegna