L’ultimo rischieramento in Europa della Bomber Task Force Europe 20-1 americana composta da quattro bombardieri strategici B-52H Stratofortress operati dal 2nd Bomb Wing e provenienti dalla base aerea di Barksdale è lo spunto per una riflessione sul famoso aereo della US Air Force, il più longevo aereo militare mai costruito e vera icona dell’aviazione militare mondiale.
Le polveri della seconda guerra mondiale dovevano ancora poggiarsi al suolo quando verso la fine del 1945 l’aeronautica militare statunitense pose il requisito per un nuovo bombardiere che sarebbe diventato, nel corso degli anni, il simbolo della guerra fredda, del potere nucleare e della paura della fine dell’umanità, dei bombardamenti a tappeto sul Nord Vietnam. Ancora oggi il B-52 solca i cieli di tutto il mondo e la US Air Force è in procinto di rilasciare nuovi aggiornamenti che terranno operativi gli aerei B-52H, versione della quale l’ultimo velivolo venne consegnato nel 1962, almeno fino al decennio del 2050.
Ma perché gli USA continuano a scommettere sul B-52 in un’era nella quale si parla di aerei di sesta generazione, di invisibilità, di sciami di droni “loyal wingman” e di armi ipersoniche? Perché nella sua semplicità costruttiva il B-52 resta un aereo dalle molteplici capacità operative multiruolo. Robusto con un carico bellico impressionante e un’autonomia senza pari lo Stratofortress resta uno strumento indispensabile che vedremo volare almeno per altri 30 anni superando anche i più recenti e moderni B-1B Lancer e B-2A Spirit che saranno entrambi sostituiti dal B-21 Raider la cui entrata in servizio è prevista per il 2025.
Il Boeing B-1B Lancer è entrato in servizio nel 1986, mentre il Northrop Grumman B-2A Spirit nel 1997. Nel 2052 all’avvicinarsi del centenario del B-52 potremmo vederlo fianco a fianco con il B-21 che avrà raggiunto nel frattempo i suoi primi 30 anni di carriera.
Il B-52 è entrato in servizio nel 1955 ed è stato costruito in 744 esemplari negli stabilimenti di Seattle, Washington e Wichita, Kansas. La produzione è iniziata nel 1952 e l’ultimo bombardiere versione H è stato consegnato nel 1962, all’epoca della crisi dei missili di Cuba. Oggi solo la versione H è in servizio negli Stati Uniti con l’Air Force Global Strike Command e, grazie alla sua semplicità e robustezza, la flotta è attualmente composta da 76 bombardieri.




Il B-52 fu pensato e costruito quale bombardiere da alta quota ma si è rivelato molto versatile ed utilizzabile in svariati ruoli. Proprio la sua semplicità gli ha permesso di svolgere diversi tipi di missione e di essere riconfigurato molto facilmente. Questo fa del B-52 una piattaforma in grado di utilizzare una vasta gamma di armi nell’inventario della US Air Force. Bombe convenzionali e nucleari, bombe cluster, mine Quick Strike MK 62 , fino a 20 missili da crociera, JDAM (Joint Direct Attack Munitions), JASSM (Joint Air-to-Surface Standoff Missile) con un carico bellico di 31.500 kg che può essere trasportato all’interno delle baie oppure ai piloni subalari. Oltre agli armamenti il B-52 può trasportare e lanciare velivoli sperimentali come fatto con il North American X-15 nel 1959 e con il Boeing X-51 nel 2010.
Naturalmente il B-52 rispetto ad altri velivoli di nuova generazione, in uno scenario di guerra complesso, non potrebbe penetrare le difese aeree nemiche come farebbero invece i velivoli stealth quali i B-2 o gli F-35. Ma una volta assicurata la superiorità aerea il bombardiere diventa un’arma incredibilmente potente. Durante la prima Guerra del Golfo il bombardiere ha sganciato il 40% del totale delle armi utilizzate da tutta la coalizione. Con la capacità di trasportare ed eventualmente impiegare armamento nucleare la flotta di B-52, negli anni, è stata comunque impiegata soprattutto per le lunghe missioni strategiche di deterrenza volando in media per circa 250 ore l’anno per velivolo. Il bombardiere deve la sua fama soprattutto perché era parte attiva della triade nucleare (componente aerea: bombardieri, componente terrestre: missili, componente navale: sottomarini) a disposizione degli Stati Uniti nel corso della Guerra Fredda. I vertici del SAC – Strategic Air Command attivarono la cosiddetta allerta in volo “Airborne Alert” (operazione Chrome Dome) che prevedeva il mantenimento in volo continuo di un’aliquota di bombardieri con armi nucleari su tre rotte diverse. I bombardieri venivano armati con testate nucleari ed erano pronti ad attaccare qualora si fosse presentata la necessità. In seguito alla perdita di due velivoli armati con testate nucleari negli incidenti di Palomares e Thule, l’operazione Chrome Dome fu sospesa nel 1968.

I prossimi 30 anni
Per poter affrontare i prossimi anni di operatività la Boeing e l’USAF hanno programmato diversi aggiornamenti da applicare ai B-52H. A Luglio 2019 la Raytheon è stata selezionata per sviluppare e produrre un nuovo radar AESA – Active Electronically Scanned Array, basato sul sistema APG-79/82. Il nuovo radar dovrebbe aumentare le capacità di: navigazione e di rilevazione delle condizioni meteo, scoperta degli obiettivi, mappatura del terreno, attaccare simultaneamente più obiettivi.
La sostituzione dei motori è un altro capitolo nel upgrade del bombardiere. Nell’ottica di ridurre i tempi di manutenzione e i costi, l’USAF vorrebbe sostituire gli attuali turbofan Pratt & Whitney TF33-P-3 per garantire maggiore durata alle missioni tagliando anche il costo carburante grazie a motori più efficienti. Oggi il B-52H ha una autonomia, senza rifornimento in volo, di 14.200 km e, a seconda della motorizzazione selezionata, l’autonomia potrebbe aumentare del 20-40%. Nei prossimi mesi la US Air Force dovrebbe essere in grado di selezionare i nuovi motori nella gara tra GE Aviation, Rolls-Royce e Pratt & Whitney.
Nel 2016 i B-52 avevano ricevuto il Conventional Rotary Launcher che permette al bombardiere di lanciare otto JDAM o AGM-158 JASSM dalla stiva interna, ma con una limitazione di utilizzo di soli 4 missili alla volta che rallenta quindi il lancio dell’armamento ed aumenta il tempo di permanenza sull’obiettivo. Quest’anno, a Febbraio, la Boeing ha iniziato i test su un nuovo lanciatore che permetterà l’uso massiccio delle armi caricate nella stiva.
Anche per il cockpit è previsto un aggiornamento che potrebbe permettere di diminuire di una unità l’equipaggio dei bombardieri, attualmente composto da pilota, secondo pilota, navigatore, radarista e addetto alla guerra elettronica. Questo aggiornamento, unito a quello sui motori e sul radar potrebbe accorpare il ruolo del radarista con quello dell’addetto alla guerra elettronica, portando a quattro il numero del personale a bordo dei B-52H.
Immagini: U.S. Air Force photo by Staff Sgt. Trevor T. McBride, Tech. Sgt. John Wilkes, Staff Sgt James Cason, Airman 1st Class Lillian Miller, U.S. Marine Corps photo by 1st Lt. Pawel Puczko/Released, Airman 1st Class Duncan C. Bevan