Si è appena conclusa la sessione autunnale dei tiri d’aviazione che le forze aeree svizzere (Schweizer Luftwaffe) organizzano abitualmente sul poligono di Axalp-Ebenfluh, alle spalle della nota base aerea di Meiringen e che culmina con la presentazione delle capacità della forza armata ad addetti ai lavori e pubblico proprio sul poligono alpino ubicato a 2321 metri sul livello del mare.
La dimostrazione per il pubblico, normalmente organizzata su due giorni, ha avuto luogo esclusivamente nella giornata di mercoledì 20 Ottobre causa le cattive condizioni meteo del giorno successivo. L’edizione del 2019 venne cancellata per maltempo e il 2020 vide l’inevitabile assenza dal calendario come conseguenza dell’emergenza sanitaria collegata alla pandemia da Covid-19.

Un giorno solo per il pubblico, ma ricco di spunti sia dal punto di vista dei contenuti della conferenza stampa tenuta dal Comandante delle forze Aeree svizzere Divisionario Peter Merz, sia per il programma mostrato sul poligono nell’ora e mezza di dimostrazioni serrate chiuse con il tradizionale display della Patrouille Suisse che in quota e tra canaloni e cime fa di sicuro un certo effetto per chi è abituato alle esibizioni in pianura.
Il Divisionario Merz ha aperto la conferenza stampa introducendo lo scenario internazionale con il quale uno stato neutrale come la Svizzera, seppur circondato da paesi con i quali intrattiene solidi legami culturali ed economici, deve confrontarsi per garantire la propria stabilità, la sicurezza delle istituzioni federali e cantonali al fine di rendere a sua volta credibile il proprio status internazionale.
L’aggressività di una potenza militare ed economica come la Cina, slide iniziale della presentazione con eloquenti immagini di un bombardiere H-6 e del caccia pesante di 5a generazione J-20, l’evacuazione dall’Afghanistan, il sempre turbolento Medio-Oriente e le relazioni USA-NATO-Russia sono considerati elementi tali da richiedere una programmazione a lungo termine che l’Esercito Svizzero (e la Luftwaffe in particolare) hanno voluto pianificare e portare avanti.
Da qui la scelta, tramite il programma Air2030, del Joint Strike Fighter nella versione convenzionale che ancora sta facendo discutere e dei sistemi missilistici Raytheon Patriot sono visti dal Divisionario come cruciali per mantenere la deterrenza e il controllo dello spazio aereo ed elettronico della confederazione.
Per la protezione e la difesa dello spazio aereo, ha ribadito il Comandante Merz, è necessaria una combinazione di aerei da combattimento e difesa terra-aria. Gli aerei da combattimento e la difesa terra-aria a corta gittata attuali sono obsoleti o lo saranno presto. Nell’immediato futuro non vi è un’alternativa idonea agli aerei da combattimento e alla difesa aerea perché droni sempre più sofisticati, elicotteri e aerei da combattimento oggi volano a quote troppo basse e anche a velocità ridotte.
L’acquisto di nuovi aerei da combattimento e i nuovi sistemi di difesa aerea finanziati, rappresentano un investimento per almeno 30 anni con consegne presumibilmente tra il 2025 e il 2030 anno in cui i “legacy” F/A-18 Hornet verranno definitivamente dismessi.
Il Divisionario Merz è stato peraltro un attore fondamentale del processo di selezione e scelta dei nuovi sistemi; prima di essere nominato Comandante delle forze aeree elvetiche, è stato infatti Project Manager del programma AIR2030; un’interessante analisi di come è stata gestita la gara internazionale e le fasi successive è disponibile al link Air2030: Il progetto «Nuovo aereo da combattimento», tanto da meritare un riconoscimento ad Armasuisse nella categoria grandi progetti al Concorso indetto dall’International Process Management Association (IPMA).
Al termine della conferenza stampa, lo abbiamo avvicinato per porgere alcune brevi domande collegate al tipo di contratto siglato con gli Stati Uniti e in particolare sul luogo di produzione degli F-35 elvetici. In esclusiva per Aviation-Report, Merz ha dichiarato che la scelta non è stata ancora definita ma dovrà essere presa entro il prossimo mese e mezzo. Pertanto la F.A.C.O. di Cameri (Final Assembly & Check-Out), vicinissima al confine elvetico, potrebbe essere il luogo dal quale usciranno i JSF svizzeri. “Tutto dipenderà dalle offerte finali che riceveremo” ha chiosato il Divsionario Merz.
Ricordiamo che l’acquisizione del pacchetto Lockheed-Martin/Raytheon è frutto di un accordo a livello governativo in quanto prevede non solo la fornitura dei sistemi d’arma e assistenza ma anche corposi ritorni industriali che devono essere garantiti all’acquirente. A differenza delle acquisizioni tramite canali FMS (Foreign Military Sales) nelle quali non è possibile produrre alcunché al di fuori del territorio statunitense, gli accordi a livello governativo possono invece prevedere altre forme di acquisizione materiali e produzione.
La Svizzera, attraverso un accordo governo-governo del valore complessivo di 8 miliardi franchi svizzeri, ha selezionato Lockheed Martin per l’acquisizione e gestione di 36 caccia statunitensi a bassa osservabilità F-35A Lightning II, le prime consegne previste attorno al 2027, destinati a sostituire la flotta di circa 30 F/A-18 Hornet e poco più di 20 F-5E Tiger II e Raytheon per 5 batterie di difesa aerea a lungo raggio Patriot PAC-3.
“Il Consiglio federale ritiene che F-35 e Patriot siano i più adatti a proteggere la popolazione Svizzera contro le minacce aeree”, si legge nel comunicato pubblicato da Armasuisse (L’ufficio federale dell’armamento) circa la scelta del Joint Strike Fighter a discapito di Rafale, Typhoon e Super Hornet, gli altri aerei in gara. “Tutte le offerte hanno soddisfatto i requisiti per la Svizzera, ma l’F-35A presenta la più ampia gamma di benefici ed è di gran lunga il modello più economico”.
Ricordiamo che le offerte di Lockheed Martin e Raytheon hanno sbaragliato le analoghe presentate da Airbus per conto di Eurofighter, Dassault e Boeing per la scelta del NKF (nuovo aereo da combattimento) e di MBDA che aveva offerto il proprio FSAF/SAMP-T evoluto.
Venendo all’evento vero e proprio per il quale migliaia di cittadini elvetici, stranieri e addetti ai lavori oltre a delegazioni militari dei paesi vicini, la flotta di elicotteri Airbus Super Puma e H135M ha garantito il trasferimento degli invitati e media muniti di autorizzazione, tra cui noi di Aviation Report, dalla base aerea di Meiringen al poligono di tiro e ritorno, con una cadenza ed efficienza invero eccellenti.
Le dimostrazioni in volo hanno avuto come protagonisti gli aerei da combattimento Boeing F/A-18C Hornet che hanno colpito bersagli a terra il proprio cannone gatling a 6 canne rotanti General Dynamics M61A1 Vulcan da 20 mm dotato di 578 colpi.
Terminati gli “assalti” degli F/A-18 con il flypast conclusivo di una formazione di 4 Hornet ai quali si è aggiunto il bellissimo Hawker Hunter T.68 in livrea tigrata, il posto è stato lasciato ai display delle forze speciali supportati da un Super Puma che ha curato la spettacolare esfiltrazione di un intero team “appeso” al gancio baricentrico, alla spettacolare dimostrazione dell’ AS232 Super Puma e dalla poderosa esibizione dello Swiss Hornet Display Team ai quali hanno fatto seguito Pilatus PC-21 e lo scramble da Meiringen di due F/A-18 per intercettare un velivolo ostile e costringerlo all’atterraggio.
Al termine, la Patrouille Suisse si è esibita ed ha chiuso Axalp 2021 con la sua manovra numero 16 denominata “Grande” condita dallo spettacolare rilascio di bengala.
Si ringraziano le Forze Aeree Svizzere, l’Uffico Stampa dell’Esercito Svizzero, l’equipaggio dei Super Puma che ci hanno trasportato in poligono e il Divisionario Peter Merz per la sua squisita gentilezza nell’intrattenersi con noi.
Testo e immagini: Aviation Report / Gianluca Conversi, Matteo Alfieri