Axalp 2018
Copyright: Gianluca Conversi

Axalp 2018: la Swiss Air Force si addestra ad alta quota

Praticare escursioni ci porta a contatto con la natura dove finalmente, fuggendo dalla città inquinata, dai rumori di auto e motociclette che sfrecciano su strade e tangenziali, dal lavoro che ci mantiene,  abbiamo il tempo di percepire l’aria, il calore del sole, sentire il profumo di alberi e fiori, ascoltare lo sciabordio dell’acqua e i fruscii del bosco.

Ma alcuni vanno in montagna non solo per inebriarsi di quelle sensazioni e piaceri che in città sono preclusi, ma per ascoltare rumori, musica per le orecchie di molti: parliamo del rombo potente dei turboreattori degli aerei da combattimento che sfrecciano tra le valli e le cime più alte. Così, l’equilibrio montano fatto di silenzi e paesaggi mozzafiato viene spezzato (o integrato) da suoni prodotti dall’uomo.

Là dove volano le aquile e gli uccelli migratori impegnati in lunghi voli di trasferimento, uccelli metallici sfrecciano fragorosi nelle valli, sorvolano le creste e si perdono nel cielo per poi ricomparire a sorpresa e sparire in un profondo canalone.

Per chi, almeno una volta all’anno vuole cimentarsi nello sposalizio tra la montagna ed il volo tra le cime, esiste un luogo unico dove liberare sensazioni di libertà e pienezza, di quiete e serenità bruscamente integrate per alcune ore ed alcuni giorni all’anno dal sibilo cupo e potente dei jet da combattimento ed il ritmico tambureggiare delle loro armi di bordo.

Sì, perché se al Mach Loop o allo Star Wars Canyon si possono analogamente sposare montagna e volo, solamente in una località si possono osservare i tiri d’aviazione con le armi di bordo. Ad Axalp-Ebenfluh, 2250 metri circa sopra il livello del mare, in mezzo alle cime alpine brulle e rocciose del Cantone Bernese, esiste il poligono di tiro dell’Esercito Svizzero dove ogni anno viene offerta agli appassionati (ed ai contribuenti, tengo a precisare) la dimostrazione delle capacità operative dei propri mezzi attraverso esercitazioni di tiro dei bi-reattori McDonnell-Douglas F/A-18C Hornet e dei venerandi Northrop F-5E Tiger II ormai prossimi al ritiro.

Gli elicotteri da soccorso completano le attività addestrative cimentandosi nelle operazioni di soccorso in combattimento ed in caso di calamità naturali come incendi, frane e slavine.

Da Brienz, Interlaken o dal famosissimo Militärflugplatz Meiringen, casa delle Tigri dell’11° Squadron, si può raggiungere il poligono di tiro attraverso una lunga camminata di alcune ore oppure utilizzare la funivia per percorrere parte del  lungo tragitto che da 500 metri slm in un paio d’ore abbondanti arriva ai quasi 2300 delle vette circostanti oppure, per i più temerari ed arditi, si raggiungono i 3000 metri della vetta opposta del Wildgärst in circa sette ore, sette di cammino per lo più notturno, punto d’osservazione privilegiato perché a favore di luce e consente riprese uniche frontali degli aerei che risalgono le pendici impegnati nelle manovre di scampo dopo aver scaricato centinaia di colpi sui bersagli a terra contrassegnati da barriere e festoni arancioni.

Arrampicare una cima come il Wildgärst è senz’altro da togliere il fiato, ma lo è anche l’esperienza di portare sulle spalle l’indispensabile per sopravvivere in mezzo alla natura per il tempo dedicato all’escursione, la pesante attrezzatura fotografica, seguire il proprio ritmo e tornare a casa con la sensazione di aver imparato qualcosa di buono.

Camminare nella natura rende sicuramente felici, faticare per osservare alcune ore aerei in volo, con il rischio di cancellazioni per i capricci del tempo in montagna, aspetto da non sottovalutare per nessun motivo  per la propria sicurezza, per alcuni questa emozione di gioia sorge già solo al pensiero dell’escursione che si prospetta davanti con gli scatti o le riprese come piacevole contorno.

Altrettanto vero è che nella quotidianità riusciamo raramente a ritagliarci momenti che ci permettano di percepire pensieri e sensazioni. Così, quasi all’improvviso, scopriamo che durante un’escursione unica come quella che ci porta ad Axalp-Ebenfluh abbiamo magicamente a disposizione del tempo prezioso.

 

Le dimostrazioni di tiro culminano con una dimostrazione in volo degli assetti ad ala rotante e fissa in dotazione alla Schweizer Luftwaffe e con la Patrouille Suisse a chiudere con un’esibizione affascinante e mozzafiato in mezzo alle gole e le vette alpine. E’ in una settimana di Ottobre che si tengono i tiri d’aviazione, due giorni aperti al pubblico con i restanti riservati all’addestramento vero e proprio.

Abbiamo avuto l’onore ed il piacere di partecipare ai Fliegerschiessen Axalp 2018 come ospiti dell’Esercito Svizzera, una prima assoluta per chi scrive.

Conferenza stampa del Comandante delle Forze Aeree Svizzere

Completate le formalità di accreditamento presso la base aerea di Meiringen, abbiamo assistito alla conferenza stampa ufficiale tenuta dal nuovo Comandante delle Forze Aeree Svizzere  “Divisionario” Bernhard “Beni” Müller (nei gradi dell’esercito svizzero, il Divisionario equivale ad un Generale a due stelle) che ha aperto il suo intervento descrivendo il quadro politico internazionale con il ritorno della politica di potenza e delle aree di crisi del mondo tra le quali Siria, Ucraina,  Medio Oriente, North Korea e Mar Cinese.

L’intervento è proseguito entrando subito nel cuore: i piani di ammodernamento delle forze aeree rammentando che gli aerei da combattimento rimangono mediamente in servizio almeno una trentina d’anni e che non è possibile prevedere oggi, in uno specchio temporale così ampio, quale sarà la situazione mondiale e conseguentemente quale politica in materia di sicurezza attuare.

La missione della Schweizer Luftwaffe – Swiss Air Force si incentra su tre capisaldi, in procinto di diventare quattro trasformandosi in un sistema operativo globale: COMBATTERE – PROTEGGERE – AIUTARE, con le minacce CYBER, silenziose quanto terribilmente pericolose, attenzionate con sempre maggior cura.

L’aviazione elvetica si occupa della difesa aerea delle infrastrutture strategiche, delle frontiere e delle attività trans-frontaliere ed è pronta a combattere per difenderle. Il secondo pilastro della strategia di difesa multi-spettro è il sostegno all’autorità civile ed alla democrazia. Le forze armate elvetiche difendono il territorio e gli interessi della nazione e solo dopo garantiscono il sostegno dell’autorità civile perché senza una nazione, non ci sarebbero né parlamento né democrazia.

Altro compito in carico alla forza armata è quello della promozione della pace in tutte le sue forme anche attraverso compiti di protezione civile in caso di calamità naturali.

La difesa aerea oggi è incentrata su cinque pilastri: una rete di sensori, stazioni radar, due dozzine di cannoni anti-aerei Oerlikon da 35mm, le oramai obsolete batterie di missili a corto raggio MBDA Rapier di fabbricazione britannica (per quanto aggiornate)  ed un centinaio di lanciatori spalleggiatili FIM-92 Stinger ai quali si aggiungono poco meno di trenta sfruttatissimi caccia multiruolo McDonnell-Douglas (ora Boeing) F/A-18 Hornet (versione C monoposto e 5 D biposto da conversione operativa) e 24/27 vecchi caccia leggeri Northop F-5E Tiger II in servizio dal 1978.

Il diffusissimo caccia leggero americano ha partecipato per l’ultima volta alle esercitazioni di tiro di Axalp, 40 anni dopo la sua entrata in servizio.

Il forte vento in quota, che ha condizionato la manifestazione aerea pomeridiana condensata purtroppo in un’ora e mezza scarsa, ha consentito un solo passaggio (purtroppo contro-luce) del volo di commiato formato da 6 caccia in servizio scortati dalla Patrouille Suisse, anch’essa dotata dello stesso tipo di aeromobile.

Bernhard Müller ha poi introdotto il tema della difesa aerea di domani: difesa di punto, difesa aerea locale, difesa a distanza. La difesa di punto di obiettivi sensibili, così come quella aerea, si baserà su una nuova serie di morderni radar di scoperta, sensori di auto-protezione in grado di contrastare le minacce cybernetiche per difendere sistemi di comunicazione, installazioni civili ed industriali, dighe e centrali elettriche, apparati logistici.

Al nuovo caccia che entro la fine del prossimo decennio dovrà assolutamente sostituire l’attuale flotta di Hornet, il compito della difesa aerea a grande distanza.

La slide presentata subito dopo da Müller, ha marcato con evidenza la decisione politica del parlamento della Confederazione Elvetica del 8 novembre 2017 dove, con voto di fiducia, sono stati stanziati 8 miliardi di franchi svizzeri per l’ammodernamento della forza armata da oggi al 2030 con un tasso di crescita delle spese militari in termini reali superiore all’1,4% annuo per il quadriennio 2018-2021.

Su un punto il Divisionario è stato chiaro: questo investimento deve portare al 100% di compensazioni industriali; maggiori dettagli su questo argomento sono disponibili sul sito www.vbs.ch/air2030.

Quale strategia per affrontare l’ammodernamento delle Forze Aeree? Lo stato maggiore svizzero ha previsto un approccio parallelo che prevede la dismissione dei mezzi obsoleti o fine vita operativa e la contemporanea introduzione in servizio di nuovi mezzi ma è innegabile che da oggi al 2025 si sia di fronte ad un periodo difficile. Gli F-5 verranno ritirati dal servizio entro il 2019 con le batterie di Rapier, in servizio dal 1984, pochi mesi dopo, mentre i radar da difesa aerea tattica entro la fine del 2020 dopo 33 anni di servizio.

Entro il 2025 verranno ritirati 93 blindati ruotati, veicoli da esplorazione leggeri, la famiglia di cingolati  in servizio con Granatieri, Artiglieria e Genio, 74 Obici semoventi, sostituiti dal 2027 da un nuovo veicolo trasporto truppe e comando ruotato 93 esemplari), da un carro da battaglia da acquisire in 87 pezzi e da un trasporto truppe cingolato con torretta a controllo remoto dopo il 2030.

Sempre a partire dal 2025, vero anno cardine, inizierà il ritiro dei rimanenti Hornet, dell’artiglieria anti-aerea e degli Stinger. Non solo, entro il 2030 gli attuali elicotteri da trasporto (98 tra leggeri e medi), entrati in servizio in varie annate a partire dal 1989 sino al 2006, dovranno essere sostituiti.

L’acquisto del nuovo aereo da combattimento (NKF) rappresenta l’investimento più impegnativo per la Confederazione. Soprattutto, dovrà garantire un significativo livello occupazionale e di commesse per i lavoratori e le industrie elvetiche.

La RFQ prevede che le aziende interessate a partecipare dovranno preventivamente accordarsi con l’industria locale per stabilire quali compensazioni e trasferimento di tecnologia entreranno nel contratto. Già nella presentazione ufficiale della prima offerta al Ministero della Difesa, le aziende costruttrici dovranno indicare quali compensazioni faranno parte della vendita degli aerei da combattimento, e saranno vincolanti.

L’Aviazione militare elvetica ha manifestato interessi per sei aerei di generazione 4+ e 5a: Airbus (Eurofighter) con il Typhoon, Boeing con la nuova versione del Super Hornet dotato di CFT e sensistica avanzata, Dassault con il Rafale,  Lockheed Martin con l’ennesima evoluzione dell’F-16 e con l’F-35A Lightning II (unico aereo vero di 5a generazione in servizio) e Saab con il suo nuovo Gripen E in corso di sviluppo.

Non è stata fatta parola di un possibile interesse per un caccia leggero, anche se il turboprop avanzato Pilatus PC-21 potrebbe in parte assolvere alle funzioni che erano in carico agli F-5E.

Si è insistito molto sugli offset industriali per questo significativo piano pluriennale di ammodernamento, ma è chiara la volontà di mantenere competitivo il comparto aeronautico svizzero con il mantenimento di importanti capacità e know-how tecnico per la base industriale, ritenuto rilevante per la sicurezza nazionale, di assicurare nuove competenze chiave per la manutenzione e l’ottimizzazione di beni militari e civili dell’Esercito Svizzero, accedere in modo sostenibile a nuovi mercati ed alla supply-chain dei grandi players internazionali.

Le commesse future grazie alle compensazioni ottenute genereranno ulteriori commesse assicurando i posti di lavoro esistenti e creandone di nuovi. Ma, ha tenuto a precisare Müller, il tutto è subordinato alle decisioni che dovrà prendere la Confederazione Elvetica sul tema di principio: “Difesa aerea si o Difesa aerea no?”

Ricordiamo che già diversi anni or sono la sostituzione degli Hornet venne bocciata di stretta misura da un referendum nazionale. Pertanto, dopo aver esaminato diverse opzioni, il 9 marzo scorso il Consiglio Federale ha deciso di sottoporre al Parlamento l’acquisto di nuovi aerei da combattimento e di un nuovo sistema di difesa terra-aria a lungo raggio.

Se il Parlamento approverà tale decisione, essa sarà soggetta a referendum facoltativo; in altri termini, il popolo avrà la possibilità di raccogliere il numero di firme necessarie per una votazione popolare. Fino al 22 settembre 2018 i Cantoni, i partiti e le associazioni, così come altre organizzazioni e interessati, sono stati in grado di esprimere il proprio parere in merito che è in corso di valutazione.

Nuove comunicazioni in tal senso sono attese e se l’approvazione del progetto di acquisizione proseguisse il suo iter, non è detto che l’eventuale referendum lo ratifichi. In ogni caso, il progetto prosegue ed entro la fine del 2020 verrà ufficializzata la scelta svizzera con i primi stanziamenti previsti approvati dal Parlamento nel 2022.

L’entrata in linea di aerei e missili è prevista tra fine 2025 e 2030.

In cima ad Axalp

Nel ricordare che “gli uomini e le donne fanno le forze aeree”, il Comandante delle Forze Aeree Svizzere ha congedato e ringraziato i presenti lasciando il posto agli airmen che hanno predisposto il trasferimento in pista per l’imbarco sugli elicotteri da trasporto Eurocopter (ora Airbus Helicopters) AS332 Super Puma e AS532 Cougar che in un’incessante via-vai hanno imbarcato gli invitati per giungere dopo un breve volo di una decina di minuti alla piazzaforte militare di Axalp dove era allestito un sito di atterraggio sterrato in cima alla vetta.

Nonostante la giornata serena, la nebbia fitta e bassa che gravava sulla valle del Brienzsee ha impedito il decollo degli Hornet del Fliegerstaffel11 e poi un vento deciso da ovest che ha sferzato la vallata,  così come quota, ha causato la contrazione del programma di volo con la cancellazione delle dimostrazioni anti-incendio, del fly-by degli F-5 e degli elicotteri da trasporto oltre ad una riduzione dei tiri con le armi di bordo.

Il volo in montagna è un interessante studio di contrasti, dove i costoni offrono opportunità di volo riparati dalle correnti, ma è allo stesso tempo potenzialmente molto pericoloso se il flusso del vento produce turbolenze tali da risultare proibitive per certi tipi di assetti.

La Patrouille Suisse ha poi chiuso anzitempo l’air-show con un’impeccabile esibizione in tra cime e valli, unica ed emozionante terminata con un’apertura a ventaglio orizzontale arricchita dallo spettacolare lancio di flares. Nella zona riservata ai controllori di volo ed alle autorità erano presenti i rappresentanti militari delle forze aeree di Austria, Italia, Germania e Francia e tra loro anche il celebre fotografo aeronautico Katsuhiko Tokunaga.

L’evacuazione dal campo di tiro, questa volta verso nord-ovest con la discesa verso il Brienzsee, ha chiuso la giornata di un evento unico ed irripetibile nel calendario delle manifestazioni aeree mondiali che sarà ricordata come l’ultima per gli F-5E. Atterrati per pista 9, si ritorna ed il rullaggio verso la torre chiude Axalp 2018.

Arrivederci al prossimo anno.

Aviation Report e l’autore ringraziano le Forze Aeree Svizzere, il personale della base aerea di Meiringen ed i piloti e specialisti dell’elicottero AS332-M1 Super Puma, serial T-314,  che sia all’andata che al ritorno ci hanno impeccabilmente trasportati.

Testo e immagini: Gianluca Conversi