Il Royal International Air Tattoo (RIAT) è sempre un’occasione unica per vedere in volo o a terra nell’enorme mostra statica mezzi aerei e non solo provenienti da molteplici forze aeree, privati, aziende che considerano l’evento annuale che si tiene sulla RAF Fairford come una vetrina al pari di una fiera specializzata.
Prendendo spunto da una riflessione di un amico e che condivido appieno, non sono i piloti ad esibirsi e mostrare le doti acrobatiche degli aerei che hanno tra le mani, ma è il pubblico protagonista e competente che osserva e giudica, come un insegnante che passa tra i banchi e controlla l’esecuzione della verifica (per la verità io preferisco ancora chiamarla alla vecchia maniera: compito in classe).
Bene, nella zona “americana” vicino ad uno degli ingressi (quello verde) dove trionfava il sinuoso ed elegante bombardiere strategico B-1B Lancer affiancato da un KC-13R Stratotanker, abitualmente si trova la zona delle operazioni speciali e del Combat SAR.
Di solito si trovano aerei e macchine ad ala rotante “speciali”, citiamo gli MC-130J Commando II, almeno un convertiplano CV-22B Osprey e l’onnipresente Black Hawk (nella versione specializzata Pave Haw), come sempre idealmente scortati dalle macchine di Lakenheath, che al RIAT sono di casa, ovvero gli immortali F-15C Eagle e F-15E Strike Eagle, oltre a qualche trasporto pesante: quest’anno un sontuoso C-17 ed un KC-10 Extender erano a loro volta della partita.
In occasione dell’evento organizzato dall’Aeronautica Militare per celebrare i “100 anni dei Gruppi Venti” abbiamo potuto osservare da vicino sulla base di Istrana l’elicottero Leonardo HH-101 CaeSAR in dotazione al 15° Stormo ed in volo i venerandi ma sempre efficaci HH-212ICO.
Un confronto tra le macchine italiane ed americane è stato facile.
Mentre ci avviciniamo all’ennesima versione del fortunatissimo elicottero Back Hawk, un HH-60G Pave Hawk prodotto dalla Sikorsky Aircraft Corporation principalmente per USAF ma risulta essere in servizio anche con le forze sud-coreane, si nota subito quel che è evidente: è un elicottero medio da ricerca e soccorso in combattimento (CSAR).
Come riferito poc’anzi, l’HH-60G è una specifica e specializzata versione derivata dal diffusissimo elicottero Sikorsky UH-60A Black Hawk, caratterizzato dalla sonda per il rifornimento in volo e da altri apparati appositamente sviluppati per la navigazione ogni-tempo, il contrasto delle minacce missilistiche ed elettroniche, oltre ad aver la possibilità di essere trasportato dai grandi aerei da trasporto C-5 Galaxy e C-17 Globemaster III.
Data l’anzianità e l’utilizzo intensivo delle 112 macchine inizialmente costruite, Sikorsky e Lockheed Martin hanno avviato una proposta di modernizzazione dell’intera flotta (o la sua sostituzione) con i “nuovi” HH-60M.
Osservando un HH-60G ma avendo ben in mente un CaeSAR, con l’esemplare 15-05 presente in bella mostra alla statica dell’Air Tattoo 2018 affiancato da un HH-139A, si notano subito le dimensioni diverse, oltre ad altri particolari dai quali si intuisce quanto sia più moderno e prestante l’elicottero anglo-italiano: quest’ultimo è trimotore e pesante, l’americano bimotore e medio.
HH-60G Pave Hawk
Il Pave Hawk, come ci illustra il gentilissimo comandante del velivolo “nascosto” dietro agli abituali Ray-Ban, può ospitare un equipaggio di quattro membri inclusi pilota, copilota che si trovano in un cockpit pressurizzato, flight engineer e l’artigliere.
È dotato di un sistema di controllo del volo automatico, di un sistema di navigazione inerziale, GPS e, molto importante di un sistema denominato LARS-12 volto a comunicare in modo più efficiente e sicuro con il personale a terra, in particolare con piloti abbattuti, “pararescue”, forze speciali. La sua missione primaria è il recupero di personale a terra in aree ostili.
Come funzioni secondarie, assolve anche a compiti di semplice ricerca e soccorso, evacuazione medica, supporto a disastri naturali, assistenza umanitaria, sicurezza contro slow-movers, attività anti-droga. L’elicottero, in servizio dal 1981 con la versione A, upgradata alla G nel 1991 (con la versione G è stata installata l’evidentissima sonda per il rifornimento in volo a tubo flessibile montata nella parte destra della fusoliera) ed in corso di aggiornamento alla M.
Visto anche l’impiego a bordo di unità navali e l’esigenza di essere rapidamente portato in teatro dai grandi aerei da trasporto, è dotato di pale e rotori ripiegabili e di carrello retrattile; è anche in grado di muovere carichi esterni sino a 270 Kg. di peso e di operare in ambienti ostili anche dal punto di vista meteorologico montando un apparato anti-ghiaccio.
A parte i portelli laterali per pilota e copilota, vi sono due grandi porte scorrevoli sulle fiancate ed un’uscita posteriore che consente di entrare ed uscire rapidamente dall’elicottero. Inutile aggiungere che può essere armato, anzi lo è quasi sempre: sono due le postazioni per mitragliatrici pesanti calibro 0.50 oppure due minigun M134.
La suite avionica installata nell’HH-60G include un sistema di navigazione Doppler AN/APN-235, un radar meteorologico ANS/APN-239 specifico per il controllo delle aree di maltempo durante la missione, un ulteriore radar meteorologico a colori AN/APN-239, un sistema di imaging ad infrarossi AN/AAQ-16, radio di sopravvivenza PRC-112, un sistema per le comunicazioni satellitari AN/ARC-210, radio digitale terrestre AN/ARC-220 e sistema radio AN/ARC-222 SINCGARS.
Non finiscono qui le dotazioni elettroniche dell’HH-60G: esso è anche dotato di un jammer radio AN/ALQ-202, di un sistema di gestione della guerra elettronica AN/ALQ-213, di un RWR (ricevitore di allarme radar) AN/APR-39, di un essenziale sistema di contromisure contro i missili a guida infrarossa AN/ALQ-144 corredati da un sistema di soppressione, di un jammer specifico per i missili a ricerca di calore (minaccia particolarmente sentita, tiene a sottolineare il Comandante) ed ovviamente di lanciatori di chaff e flare.
Tutti questi sistemi sono ben visibili nella parte anteriore del velivolo, sulle fiancate e nella parte posteriore del velivolo. La scheda che ci viene consegnata al termine contiene quasi tutte le informazioni che abbiamo sinora descritto ma vi sono anche alcuni cenni sull’apparato motore: l’HH-60G è alimentato da due motori General Electric T700-GE-701C capaci di erogare 1220 kW di potenza massima ciascuno.
Il motore T700, lungo poco più di un metro con diametro di circa 40 cm., è equipaggiato con turbina ad alta pressione a doppio stadio, generatore di gas a bassa pressione a due stadi, compressore a sei stadi e un bruciatore anulare. La motorizzazione è la stessa degli elicotteri Merlin, anche i nostri HH-101 e AW101 della Marina sono motorizzati dallo stesso propulsore.
Le prestazioni del Pave Hawk sono di tutto rispetto: la velocità massima è di 360 km/h mentre quella di crociera è di 294 km/h con raggio d’azione di 933 km a 4.300 metri (senza rifornimento in volo). In generale, la durata massima di una missione è di 4,2 ore, ma è un dato nominale. I veri valori sono classificati.
Salendo in cabina, si notano subito le piastre d’acciaio e kevlar in parti strategiche, ma anche l’essenzialità degli interni con parecchi apparati, condutture, matasse di fili a vista. Non ci sono pannellature come sul nostro HH-101A: quest’ultimo sembra un salotto, ma parliamo di due elicotteri di generazioni differenti ed il prodotto di Leonardo è molto più recente. Sul Pave Hawk ritengo si sia evitato di allestire il superfluo, i pesi sono fondamentali per garantire velocità e sicurezza nelle critiche fasi di infiltrazione ed esfiltrazione, in particolare nelle impervie e rarefatte aree dell’Afghanistan.
Il nostro accompagnatore ci scorta verso il vicino convertiplano CV-22B Osprey, una macchina incredibile e silenziosa, anch’essa essenziale negli interni, la cui cabina è equiparabile a quella del CaeSAR e ci racconta una missione che ha coinvolto l’esemplare presente a Fairford, si trattò di una missione classificata, cruenta, con l’elicottero che portò a casa il personale delle forze speciali, non tutti indenni, e con diversi colpi a segno come ricordo. Non dimentichiamo che le macchine che ammiriamo sono pilotate da personale professionalmente preparatissimo, dai nervi saldi, che vola missioni rischiosissime di cui molte volte non sappiamo nulla.
HH-101A Caesar
Durante le celebrazioni dedicate ai “Gruppi Venti” che si sono tenute sulla base aerea di Istrana a maggio 2018 l’Aeronautica Militare ha presentato il sesto esemplare dell’elicottero pesante di Leonardo accompagnato da un Agusta-Bell HH-212 ICO in livrea Tiger Meet, abitualmente adibito alla ricerca e soccorso anche in modalità Combat (CSAR), e da due esemplari nell’abituale colorazione verde scuro che hanno eseguito un piacevole flypast nel momento culmine della giornata dedicata ai Gruppi Venti.
La presenza ad Istrana del “CaeSAR”, grazie al gentilissimo personale dell’Aeronautica, ha reso possibile la ripresa fotografica dell’aeromobile e l’accesso, con le doverose cautele, ai compartimenti interni ed alla strumentazione. Abituati ad elicotteri medi o leggeri, salire dalla rampa posteriore di un bestione come questo aggirando la postazione del mitragliere di coda fa indubbiamente un certo effetto.
La macchina, del resto è intuibile dalla sigla, è un elicottero derivato dalla versione EH-101 / AW101 Merlin che tutti ben conosciamo e che in Italia è già utilizzata con successo dall’Aviazione Navale della Marina Militare in diverse versioni in carico ai Gruppi Elicotteri di Catania e Luni Sarzana.
Per dimensioni e pesi è considerato un elicottero pesante consegnato ad operatori civili e militari in oltre 220 esemplari in tutto il mondo, aggiornato e dotato di equipaggiamenti specifici che consentono l’assolvimento di più ruoli tra i quali quello di Supporto alle Operazioni Speciali, ma non solo:
- Difesa aerea ed intercettazione degli Slow Movers, ovvero quei velivoli che per la loro velocità ridotta risulterebbe poco economico se non difficoltoso impegnare i più prestanti Eurofighter F-2000A Typhoon o i nuovissimi F-35A di Amendola che sono anch’essi entrati a far parte del sistema di difesa aerea del paese.
- Missioni “ambulanza” in configurazione MEDEVAC (Medical Evacuation) con la capacità di imbarcare sino a 12 barelle.
- Missioni SAR, evacuazione e trasporto sanitario HEMS a favore della comunità civile.
- Recupero personale.
- Trasporto Tattico ad alto rischio ed a bassissima quota.
Con queste capacità, il 15° Stormo di Cervia può soddisfare le nuove missioni che la nostra Aeronautica Militare può finalmente garantire andando a coprire ulteriori categorie di missioni potendo offrire capacità di sopravvivenza elevate in aree ostili e/o in difficili condizioni ambientali in un modo molto più efficace rispetto ad altri elicotteri con configurazioni in ogni caso inferiori.
L’HH-101A dispone tra l’altro della riconoscibilissima sonda per il rifornimento in volo posta sul lato destro della fusoliera che consente all’aeromobile di ampliare il già ragguardevole raggio d’azione. Alla data di questo articolo è l’unico elicottero militare italiano rifornibile in volo. Se volete saperne di più di questa attività consigliamo di leggere il nostro recente reportage sul rifornimento in volo tra HH-101A Caesar e il KC-130J della 46^ Brigata Aerea di Pisa.
Completano la dotazione dell’aeromobile un nuovo rotore che garantisce un’elevata manovrabilità, molto utile nei voli a quote bassissime ed una serie di equipaggiamenti assai avanzati come l’HMS (Helmet Mounted Display), strumenti di integrazione uomo-macchina, sistemi di comunicazione criptati e data link tattici, contromisure attive e passive oltre a tagliacavi e corazzature aggiuntive, serbatoi esterni auto-sigillanti, ricevitori di allarme, torretta FLIR.
Insomma un bel bestione anche caratterizzato dal colore nero e dall’armamento in calibro 7,62mm (12,7 opzionale) installato in due postazioni laterali ed una in coda utilizzabile a rampa posteriore abbassata. Ciascuna “gatling” ha a disposizione ben 4400 colpi, riserva tale da saturare l’area di inserzione o esfiltrazione in cui l’elicottero è presente garantendo così al personale a terra una rassicurante copertura.
Questi calibri sono ritenuti sufficienti dal personale di cabina. Per le missioni tipiche previste dall’Aeronautica Militare il grosso calibro .50 non è considerato indispensabile.
Le immagini a corredo evidenziano subito le misure importanti di questa macchina, frutto della cooperazione dell’allora Westland e della nostra Agusta e che tutt’ora viene prodotta negli stabilimenti britannici di Yeovil:
- Lunghezza: 22,81 m.
- Altezza: 6,65 m.
- Diametro rotore principale: 18,59 m.
- Propulsione: 3 turbo-alberi General Electric GE CT7-8E (2500 cavalli x 3), certificati anche per uso civile
- Peso massimo al decollo: 15,6T
- Velocità di crociera: 150kts ( in configurazione operativa)
- Tangenza pratica: 15000ft
- Raggio d’azione: superiore a 250NM (senza rifornimento in volo)
- Autonomia: 5 ore (solo carburante interno)
- Armamento: 3 mitragliatrici calibro 7,62 montate su sensibilissimi giroscopi e con possibilità di installazione delle più prestanti in calibro 12,7m.m
- Equipaggio: 2 piloti e 3 operatori/addetti alle armi, oppure 2 piloti e 3 operatori.
- Capacità di carico: l’elicottero HH-101A “CAESAR” è in grado di ospitare a bordo un equipaggio di 5 persone oltre a 20 soldati totalmente equipaggiati, oppure fino a 6 membri di equipaggio e 8 soldati per operazioni speciali
(fonti: AM/Leonardo)
Ma continuiamo il nostro “tour” attorno al prodotto di “Leonardo divisione Elicotteri” ed osserviamo i 3 robusti carrelli,tutti biciclo e retraibili. Salendo dalla dalla rampa posteriore, anche un soggetto alto non ha problemi per accedere rapidamente all’interno dell’elicottero: sono a disposizione ben 195 i centimetri tra il piano inclinato della rampa e la parte superiore della fusoliera, mentre l’interno è lungo ben 6,50 metri con un’altezza di 183 cm.
Le ampie vetrate laterali e i due portelloni laterali consentono una visibilità ed accesso notevoli, mentre le postazioni dei mitraglieri godono di un’apertura indipendente dove poter operare, su seggiolini circondati in missioni “combat” da piastre corazzate, con le mitragliatrici brandeggiabili. Concludiamo il “tour” interno con l’immancabile visita al cockpit, ampio e moderno con 5 grandi schermi LCD, naturalmente adatti alla navigazione ognitempo.
HH-212 ICO
Dell’AB-212 si sa invece praticamente tutto, dal Vietnam ad oggi lo si vede volare è amatissimo, efficace ed affidabile. La configurazione ICO (Implementazione Capacita Operativa), operativa dall’agosto 2005 in seno all’Aeronautica Militare, è una delle ultime di questo elicottero con rotore bi-pala e bi-turbina.
Il pacchetto di modifiche ha previsto l’installazione di strumenti destinati alla navigazione ognitempo (inclusi i visori notturni), apparecchiature di protezione passiva dell’equipaggio, la possibilità di installare armamento difensivo attraverso postazioni per mitragliatrici, l’installazione di un sistema di contromisure anti-missile, IR ed altro.
Dopo le missioni di ricerca e soccorso, l’Aeronautica ha inteso affidare a questa macchina anche lo spettro delle operazioni Combat SAR, superando a pieni voti l’esame operativo nel difficile scenario afghano in forza all’ISAF.
L’HH-101 Caesar è una macchina di categoria ben superiore in tutto, ma i più piccoli ed economici HH-212 in determinati contesti possono tranquillamente essere più efficaci e spendibili senza dover impegnare i più prestanti CaeSAR.
Le caratteristiche tecniche salienti dichiarate dalla Forza Armata sono:
- Diametro rotore: 14,60 m.
- Lunghezza: 17,40 m (con rotore in moto)
- Altezza: 4,40 m.
- Peso massimo al decollo: 5.080 kg.
- Impianto propulsivo: Twin Pack con due turbine Pratt & Whitney PT6T-3D da 1.193 HP
- Velocità massima: 240 km/h
- Tangenza: 5.180 m.
- Autonomia: 750 km.
- Equipaggio: 2 piloti, 1 specialista,, 1 aero-soccorritore
- Armamento: 2 mitragliatrici brandeggiabili cal. 7,62 mm.
In chiusura, va ricordato che anche la RAF ha richiesto una specifica versione CSAR dei propri Merlin, mentre abbiamo potuto vedere anche un nuovissimo NH Industries NH-90 TTH finlandese “gadgettato” di tutto punto in una configurazione assai simile a quella del Pave Hawk americano.
Testo e immagini: Gianluca Conversi