Si è conclusa la Astral Knight 2021 (AK21), esercitazione multinazionale congiunta che ha visto coinvolti aviatori, soldati, marinai e forze speciali degli Stati Uniti che hanno interagito con aliquote ed assetti di Albania, Croazia, Grecia, Italia e Slovenia, con lo scopo di migliorare l’integrazione di comando e controllo, il coordinamento e l’interoperabilità delle capacità aeree, terrestri e marittime e le operazioni di difesa aerea e missilistica integrate (IAMD).
All’esercitazione hanno partecipato circa 1200 uomini dell’USAFE-AFAFRICA, inclusi piloti ed avieri del 31st Fighter Wing, nello specifico il 555th Fighter Squadron e il 56th Rescue Squadron con i loro caccia-bombardieri tattici F-16C Fighting Falcon e gli elicotteri CSAR HH-60G Pave Hawk di stanza nella base friulana di Aviano, supportati dal 31st Maintenance Group e dal 606th Air Control Squadron.
L’esercitazione si è concentrata sulla conduzione delle operazioni di difesa aerea e missilistica integrata in varie zone dell’area Adriatica e Balcanica, in modo particolare combinando operazioni di volo e scenari assistiti da sofisticatissimi simulatori. Inoltre, l’esercitazione intendeva verificare la prontezza e le capacità di “force protection” e “forward presence” della NATO.
Gli assetti aerei americani coinvolti, oltre alle macchine di Aviano, sono stati i caccia-bombardieri F-15E Strike Eagle rischierati in Grecia, con i “tutto-fare” C-130J Super Hercules per il sostegno logistico avanzato, trasporto materiale e aviolancio.
Il contributo della Grecia si è tradotto nella partecipazione massiccia dei propri F-16C/D Block 50+ unitamente ad aerei-radar Embraer ERJ-145; da parte croata la partecipazione degli anziani MiG-21 BisD/UMD, in procinto di essere sostituito dal Dassault Rafale.
Il contributo dell’Aeronautica Militare è stato qualitativamente rilevante con la partecipazione di alcuni velivoli a pilotaggio remoto e soprattutto di un’aliquota di avanzatissimi aerei di quinta generazione Lockheed Martin F-35A Lightning II che hanno operato dalla home base di Amendola, rappresentando nel contempo il velivolo più moderno ed avanzato tra tutti quelli schierati sul campo.
Scopo di questo genere di esercitazioni, come abbiamo già sottolineato, è migliorare l’integrazione tra le forze, il loro coordinamento e tutte le operazioni di comando e controllo. L’obiettivo è garantire e sostenere l’interoperabilità delle capacità aeree, terrestri e marittime a sostegno delle operazioni di difesa aerea e missilistica integrate. Applicare misure offensive e difensive per creare una forza articolata e combinata completa, consente di impedire a un nemico di impiegare efficacemente le sue armi aeree e missilistiche offensive.
Operando con alleati e partner regionali è possibile giungere alla stesura di processi decisionali e risposte sincronizzate e preparate alle possibili minacce alla sicurezza della regione e naturalmente alle operazioni di emergenza a livello mondiale.
Il 31st Fighter Wing di Aviano è la spina dorsale dell’USAFE-AFAFRICA per il perseguimento degli obiettivi di deterrenza, interoperabilità e proiezione della forza negli scenari regionali e nelle emergenze che via via si possono manifestare sullo scacchiere Mediterraneo e internazionale.
Non è un caso che la base aerea di Aviano, dove abbiamo avuto il piacere di essere ospitati nelle fasi finali dell’esercitazione, grazie alla disponibilità dell’USAFE-AFAFRICA Public Affairs Office di Ramstein (PAO) e dell’Aeronautica Militare, non abbia visto rischieramenti di altri squadroni americani, i cui velivoli, in particolare gli F-15E, sono invece giunti in Grecia, nazione confinante con la turbolenta Turchia, membro NATO ma ormai ai margini di molte esercitazioni-chiave.
Durante la nostra permanenza all’interno dell’Aeroporto “Pagliano e Gori”, abbiamo avuto l’occasione di visionare da vicino un elicottero CSAR HH-60G Pave Hawk, un veterano classe 1988, e due F-16CM revisionati e portati ad uno standard molto vicino ai più recenti Blocks, seppur privi dei serbatoi conformal (CFT).
La caratteristica dei “nuovi” velivoli, immediatamente riconoscibili, è la colorazione grigia “Have Glass V”, evoluzione del programma standard Have Glass che ha visto già molti F-16 ricevere una combinazione bicolore a toni di grigio realizzata con una speciale vernice in grado di ridurre la Radar Cross Section dell’aereo attraverso una particolare miscela RAM (Radar Absorbent Material) costituita da microscopici granuli di metallo che, per le loro caratteristiche, contribuiscono a degradare la firma radar del velivolo.
Gli F-16, al termine della revisione generale, ricevono il nuovo schema di verniciatura presso stabilimento SABCA di Charleroi in Belgio, responsabile della manutenzione a livello di deposito e dell’aggiornamento dei Fighting Falcon operati da nove diversi operatori in tutto il mondo.
Oltre al continuo supporto alle flotte di F-16 del Belgio e di altre flotte europee, la SABCA assicura l’MRO (Maintenance, Repair and Operations) a livello di deposito degli F-16 dell’USAFE operati nel teatro europeo.
Come noto, invece, il Comando Aeroporto “Pagliano e Gori” è uno dei reparti operativi che costituisce l’organizzazione periferica dell’Aeronautica Militare ed è responsabile della diretta esecuzione delle attività definite dal Capo di Stato Maggiore e sancite dagli accordi bilaterali Italia-USA per l’utilizzo delle infrastrutture e dello spazio aereo da parte dell’aviazione americana che vi opera dal lontano 1954.
Il 31st Fighter Wing
Il 31st Fighter Wing, il cui motto è “Return with Honor”, è l’unico stormo statunitense a Sud delle Alpi, fatto che lo rende un assetto critico per le operazioni della NATO nel Sud Europa. Esso ha compiti di deterrenza attraverso lo svolgimento di missioni sicure ed efficaci per vincere la battaglia di oggi per essere pronti a vincere quella di domani.
La “mission” è quella di rappresentare, all’interno dell’U.S. Air Force, un luogo ambito, di primo livello, per gli aviatori e le loro famiglie, essere lo stormo più pronto al combattimento, un luogo in cui il personale sia orgoglioso nel recarsi al lavoro, sia consapevole della propria identità e dei compiti assegnati.
Il 31st FW mantiene in organico due Squadroni da combattimento basati sui caccia multiruolo Lockheed Martin F-16CM Fighting Falcon: il 555th Fighter Squadron “Triple Nickel” e il 510th Fighter Squadron “Buzzards”, capaci di condurre operazioni aeree offensive e difensive.
Il Wing inoltre ospita da qualche tempo anche il 56th Rescue Squadron dotato di elicotteri Sikorsky HH-60G Pave Hawk con compiti di soccorso in combattimento e forza di reazione rapida immediatamente dispiegabile.
Il 56thg RQS supporta, attraverso il sistema Guardian Angel e forze speciali, inserzioni in ambiente ostile, estrazione e recupero di combattenti americani e alleati, oltre a svolgere compiti di protezione civile, assistenza umanitaria, evacuazione d’emergenza in caso di catastrofi naturali in tempo di pace.
Il Guardian Angel è un sistema d’arma non aereo dell’USAF progettato per eseguire le missioni di Ricerca e Soccorso in Combattimento (CSAR) e il Recupero del personale (PR) nell’intero spettro delle operazioni militari statutarie dello squadrone ed eseguibili di giorno e di notte. Aviano ospita anche il 57th Rescue Squadron che definisce, guida, organizza ed equipaggia il sistema Guardian Angel e il relativo personale.
Non va però dimenticato il 731st Munitions Squadron, assegnato al 31st FW ma fisicamente dislocato nella base di Camp Darby vicino a Livorno. In tempo di pace, il 31st FW si addestra al combattimento attraverso la formazione del personale e la manutenzione degli aeromobili al fine di garantire un elevata prontezza operativa. All’interno del Wing non va dimenticato il 606th Air Control Squadron incaricato della sorveglianza aerea, delle comunicazioni e del controllo elettronico.
Lo Stormo è stanziale ad Aviano dal 1994 quando iniziò a supportare la prima missione operativa in assoluto della NATO, l’operazione Deny Flight volta ad imporre una no-fly zone sui cieli della Bosnia-Erzegovina nel pieno della grave crisi politica umanitaria, conseguenza della dissoluzione dell’allora Jugoslavia.
La Deny Flight cessò formalmente con il trattato di pace di Dayton, imposto dall’allora presidente americano Bill Clinton ai rappresentanti bosniaci, croati e serbi, che ufficializzò le divisioni sancite da un conflitto cruento che costò più di 100 mila morti.
Parteciparono ai colloqui di pace tutti i più importanti rappresentanti politici della regione: Slobodan Milošević, presidente della Jugoslavia e rappresentante degli interessi dei Serbo-bosniaci (il loro leader Radovan Karadžić era assente), il presidente della Croazia Franjo Tuđman e il presidente della Bosnia Erzegovina Alija Izetbegović, accompagnato dal ministro degli esteri bosniaco Muhamed Sacirbey. La conferenza di pace fu guidata dal mediatore statunitense Richard Holbrooke, assieme all’inviato speciale dell’Unione Europea Carl Bildt e al viceministro degli esteri della Federazione Russa Igor’ Ivanov.
Tra l’Agosto e il Settembre 1995, il 31st FW portò a compimento più di 400 missioni di combattimento reale inquadrate nell’operazione Deliberate Force, legittimata dalla Risoluzione 836 delle Nazioni Unite contro le forze armate della Repubblica Serba di Bonsia ed Erzegovina.
Il 31st Fighter Wing fu nuovamente impegnato in operazioni reali a partire dal Marzo 1999 a supporto dell’operazione Allied Force che vide aliquote di velivoli americani ed alleati NATO rischierati sulla base di Aviano a sostegno della campagna di attacchi aerei contro la Repubblica Federale di Jugoslavia.
Le missioni operative dei due Squadroni, il 510th e il 555th, sono poi proseguite negli anni 2000 con il supporto all’operazione Southern Watch successiva alla Guerra del Golfo, per il controllo e monitoraggio dello spazio aereo a sud del 32° Parallelo, per proseguire con l’operazione Iraqi Freedom e Enduring Freedom.
Nel 2007, il rischieramento sulla Kunsan AFB in Korea del Sud segnò il primo rischieramento in assoluto nel teatro asiatico da parte di uno Squadrone inquadrato nell’US Air Force Europe (il 555th).
Nel 2011 invece, il 31st Fighter Wing fu protagonista assoluto durante l’operazione Odissey Dawn ottemperando alla risoluzione ONU 1973 che sancì l’ennesima no-fly zone sui cieli della Libia, volando 2250 missioni operative in 15 giorni di operazioni, passate poi sotto controllo NATO con il nome di Unified Protector.
Testo: Gianluca Conversi
Immagini: Aviation Report / Gianluca Conversi; TF-74; Daniele Dotto