Airbus ha presentato in Italia la versione pentapale del suo bimotore leggero multi-missione H145, il più venduto di Airbus, un elicottero che, grazie a un nuovo e innovativo rotore pentapale, aumenta il carico utile di 150 kg e offre nuovi livelli di comfort, semplicità e connettività. La macchina ha un MTOW (Maximim Takeoff Weight) di 3.800 Kg, un carico utile di 1.905 Kg e presenta una maximim altitude for TO and landing di 6.096 metri.
Alimentato da due turbine Safran Arriel 2E che garantiscono una potenza al decollo di 667 kW / 894CV, l’H145 è l’unico della sua gamma a decollare e atterrare a 20.000 piedi, come confermato a settembre 2019 dal volo sull’Aconcagua nella catena montuosa delle Ande (22.840 piedi), dove l’H145 ha dimostrato la sua riserva di potenza ad alta quota. Le sue eccezionali High and Hot performance permettono all’elicottero una elevata versatilità e sicurezza per le missioni a cui è dedicato.
Equipaggiato con il controllo digitale completo del motore (FADEC) e della suite avionica digitale Helionix, questo elicottero include inoltre un pilota automatico a 4 assi ad alte prestazioni, che consente di aumentare la sicurezza e ridurre il carico di lavoro del pilota. Silenzioso grazie alla sua impronta acustica particolarmente bassa e sostenibile grazie ad una riduzione del 30% di emissioni di CO2 rispetto ai principali concorrenti e alla possibilità di utilizzare Sustainable Aviation Fuel (SAF).
Con il nuovo rotore principale avanzato senza cuscinetti, i clienti dell’H145 beneficeranno di una manutenzione semplificata grazie anche a nuove procedure che ottimizzano gli intervalli tra le ispezioni periodiche, garantendo una maggiore disponibilità e costi operativi ridotti.
Il sistema di rotore semplificato e i componenti della cellula, insieme a una scatola ingranaggi principale migliorata, consentono bassi costi di manutenzione e tempi di servizio elevati. I motori contribuiscono inoltre in modo significativo alla riduzione dei costi di manutenzione (una riduzione pari al 30%) attraverso un elevato TBO (tempo tra revisione) e un concetto di manutenzione evoluto con monitoraggio dell’utilizzo, che aumenta la disponibilità del motore.
Per quanto riguarda il mercato italiano, Alexandre Ceccacci, direttore generale di Airbus Helicopters Italia, ci ha detto che nei prossimi due anni prevedono di poter vendere tra le 10 e le 12 macchine e ci ha confermato che qui in Italia un elicottero è stata già ordinato, ma senza far riferimento al cliente e che il prezzo dell’elicottero in configurazione HEMS è di circa 8,5 milioni di euro. Alexandre Ceccacci ha aggiunto che, in Italia, Airbus Helicopters si occupa anche della manutenzione di tutti gli elicotteri italiani e di molti paesi europei. Il 50% degli elicotteri in manutenzione a Trento vengono dall’estero e che inoltre è già partita anche la conversione degli H145 da quattro a cinque pale.
Per l’H145 è disponibile un’ampia gamma di attrezzature opzionali rapidamente e facilmente intercambiabili, come galleggianti di emergenza, paranco di salvataggio, proiettore di ricerca e gancio di carico. Insieme al suo layout di cabina intrinsecamente versatile, questo velivolo multiuso è concepito per i servizi medici di emergenza e per le forze dell’ordine , insieme al lavoro aereo e al trasporto passeggeri, compresa l’aviazione privata e d’affari, nonché le operazioni offshore.
Tutte caratteristiche, quelle sopracitate, molto valide ma mi chiedo: “Cosa ne pensano davvero i piloti di questo elicottero?” Ho posto questa domanda, ed altre, a Luca Bertolono di Aiut Alpin Dolomites e a Ivo Airaudi di Airgreen, entrambi piloti HEMS con centinaia di ore di volo alle spalle, sentiamo la loro opinione.
Luca Bertolono: “Opero su b3 ed ec135 e svolgo lavoro aereo al gancio baricentrico e missioni di elisoccorso con Aiut Alpin. L’H145 è una macchina con grande potenza e soprattutto una macchina che dal punto di vista della stabilità in volo lascia senza parole. Fondamentalmente mi ha stupido la totale assenza di vibrazioni, che anche se piccole sono una costante degli elicotteri che ho utilizzato … questo è impressionante. Zero vibrazioni. L’unica pecca che mi sento di fare presente è solo una. Abituato come sono a lavorare in ambiti dolomitici, spazi angusti insomma … mi sento di dire che pur essendo una gran macchina le dimensioni sono importanti. Probabilmente sono troppo abituato a volare sul 135 che dal punto di vista della manovrabilità e soprattutto delle dimensioni dice ancora la sua.”
Ivo Airaudi: “Volo da circa venti anni principalmente come pilota di elisoccorso, mi occupo anche di addestramento ed in parte di lavoro aereo. Opero principalmente con macchine che fanno elisoccorso quali l’AW169, l’AW139, l’H145, e macchine da lavoro quali il 350 ed il Lama. L’H145 pentapale sicuramente mi ha dato un’ottima sensazione perché sono state ridotte le vibrazioni che si percepiscono in cabina. Le dimensioni esterne dell’elicottero non sono cambiate in modo particolare, è migliorato il carico utile e trovo molto interessante questa nuova filosofia di migliorare le prestazioni dell’elicottero che derivano non solamente dall’aumentare i cavalli del motore ma che derivano dalla riduzione del peso basico dell’elicottero.
Riduzione del peso significa anche ridurre il flusso di aria che viene spinto a terra in manovre di hovering o in decollo ed atterraggio e quindi minor danni potenziali che si possono causare al suolo, quindi maggior possibilità di scegliere punti di atterraggio.
Non mi ha stupito l’elicottero ma l’Airbus in quanto ha avuto la volontà di andare ancora a lavorare su una tipologia di elicottero che sembrava già aver raggiunto l’apice di crescita, che è il BK117 nato molti anni fa e che ha avuto tutta una sequenza di migliorie. Credevo che, con la certificazione dell’H145 quindi la BK117d2, avessero raggiunto la maturità completa di questo tipo di elicottero ed invece sono riusciti a stupirmi aggiungendo una pala, riducendo le vibrazioni e riuscendo a ridurre il peso al decollo e quindi creando un maggior carico utile.”
In volo con l’Airbus Helicopters H145 “Five Blades”
Io non sono un pilota di elicottero anche se sono stato cresciuto a pane e NH500, una passione nata grazie a mio padre che me li faceva vedere da piccolo quando passavamo davanti la allora Breda-Nardi per andare al mare, una passione che mi ha portato venti anni dopo ad essere assunto proprio in quella azienda e successivamente mi ha portato a raccontare di volo, di sogni e di emozioni.
“Mané, quali emozioni si provano a volare su questo elicottero?” è questa la domanda che mi rimbomba in testa da quando ho iniziato a scrivere questo pezzo. Sentire il clack della cintura, indossare le cuffie e annusare il profumo (non chiamatela puzza per favore, è un profumo, il profumo del volo!) dei gas di scarico delle turbine che si avviano è qualcosa a cui non riuscirò mai ad assuefarmi, è una specie di droga.
“Il volo è la peggiore delle malattie perché ha come unica cura… il volo” Lo aveva scritto a caratteri cubitali un mio vecchio collega e oggi che sono qui su questo elicottero, cuffie in testa e macchina fotografica pronta, non posso non pensare a lui e a quella frase per anni letta sulla sua cassettiera. Le turbine aumentano di giri e sollevano dolcemente l’elicottero da terra mentre i battiti del mio cuore vanno letteralmente fuori giri per l’emozione: non sarà l’unica volta in questo volo!
L’H145 si solleva e non posso non apprezzare gli ampi finestrini molto utili in una missione di ricerca e soccorso figuriamoci per un volo dimostrativo come il nostro, pochi secondi e i colori tenui delle foreste sopra l’aeroporto di Trento in breve lasciano spazio al verde smeraldo del lago di Molveno. L’elicottero continua la sua incessante ascesa, non so dove ci stia portando ma riesco ad apprezzare l’ampia cabina e i bassi livelli di rumorosità, provo a sbirciare la rotta sugli ampi display della cabina di pilotaggio ma poi l’occhio mi cade a destra e vedo loro, le regine delle montagne, le Dolomiti!
Sapete, solo nei miei sogni più belli avevo immaginato di volare qui, era un sogno così irrealizzabile da averci ambientato un racconto ancora inedito, “il volo perfetto” anche se in quel racconto il mio mezzo era un molto meno tecnologico parapendio. Le osservo, le ammiro e penso, penso alle parole di amico, un manager che un giorno mi ha detto: “non smettere di sognare!” Se oggi sono qui è solo grazie a lui!
L’H145 inizia ad accarezzare le vette delle Dolomiti del Brenta, poi vira secco in una vallata senza scomporsi quasi che volare con sei passeggeri e due piloti a 2000 metri fosse la cosa più facile al mondo, vira stretto vicino ai costoni di roccia, per un attimo sono tentato di allungare la mano per accarezzare le rocce tanto siamo vicino! L’imponenza di queste montagne mi ha sempre messo in soggezione, eppure stavolta mi sento molto tranquillo, mi sento protetto e rilassato, non dovrebbe essere così in una situazione del genere, eppure la sensazione che mi da questo elicottero è di una estrema sicurezza e lo dice uno che se la fa sotto pure sulle montagne russe (ma voi non ditelo in giro, mi raccomando!)
Il pilota continua il suo volo mettendo in risalto le doti di questa macchina (e le sue doti di pilota ndr) ma poi l’occhio mi cade qualche centinaio di metri più in basso, a quel parapendio con cui spesso volo o a uno di quei tanti sentieri che attraversano queste montagne e non posso non pensare a quante volte ho visto un’eliambulanza e a quante volte ho sperato che facesse una sola cosa: salvare la vita di uno sfortunato amico! Ecco, questa è la cosa che riesce meglio a questo tipo di elicottero: raggiungere in fretta una persona, prelevarla velocemente, trasportarla al più vicino ospedale nel modo più veloce, confortevole e sicuro possibile!
Il volo termina tra gli sguardi entusiasti e meravigliati dei miei colleghi, sguardi che la dicono lunga sulla bontà del lavoro fatto da Airbus Helicopters. L’H145 si dimostra oggi come una delle miglior macchine da HEMS sul mercato, una macchina che ha saputo assecondare le richieste di chi su questi elicotteri ci lavora pur mantenendo elevati standard di sicurezza.
Dedicato agli ingegneri, ai tecnici, ai piloti che ogni giorno lavorano alacremente per sviluppare mezzi efficienti, performanti, sostenibili ma soprattutto SICURI!
Aviation Report e l’autore desiderano ringraziare tutto il personale di Airbus Helicopters Italia, l’Ing. Ceccacci, la Dott.ssa Castioni e i piloti Luca Bertolono e Ivo Airaudi.
Testo: Emanuele Ferretti
Immagini: Gianluca Vannicelli