Dante e la Meteorologia
@ Ufficio Pubblica Informazione Aeronautica Militare

Abbiamo intervistato il Ten.Col. Fucello del Centro Operativo Meteorologia dell’Aeronautica Militare durante una sua lezione all’ISMA e alla Douhet sul tema “Dante Alighieri e la Meteorologia”

Nel settecentesimo anniversario della morte del Sommo Poeta, Padre della lingua italiana, il nostro paese ha intrapreso numerose iniziative e pubblicazioni volte a celebrare il genio di Dante e a far conoscere soprattutto alle nuove generazioni il contributo che il Poeta fiorentino ha dato alla nascita della coscienza civile e politica nazionale.

Il Ten. Col. Fuccello, del Centro Operativo Meteorologia (Co.Met) dell’Aeronautica Militare, ospite della Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet ha svolto in diretta streaming una lezione sia per i ragazzi delle quinte classi della scuola che per una rappresentanza di studenti fiorentini presenti in dad.

Al seminario, oltre agli allievi della Scuola Douhet, hanno potuto partecipare anche numerosissimi appassionati dell’argomento. La lectio magistralis si è tenuta all’interno dei locali dell’Istituto. A fare gli onori di casa il Comandante dell’Isma, Generale Urbano Floreani e della Douhet, Colonnello Davide Rossellini.

Dante, nella sua enciclopedica conoscenza del sapere del suo tempo, ha infatti permeato le sue opere, ed in particolare la sua Commedia, di moltissime narrazioni dei fenomeni naturali, che spaziano dall’astronomia alla geografia fino alla meteorologia. La parola “pioggia”  ad esempio compare 14 volte nel Poema, “vento” addirittura 42, “neve” la troviamo 10 così come “nebbia”.

Ma non è solo la frequenza dei lemmi meteorologici che dà la cifra dell’attenzione di Dante ai fenomeni atmosferici, quanto l’efficacia delle descrizioni, talvolta funzionali alle similitudini ed alle allegorie, talvolta alle suggestive ambientazioni infernali. Nell’attacco del XXIV canto dell’Inferno, chiama la brina la “sorella bianca” della neve e ne descrive in modo mirabile la sua breve durata mattutina.

Nell’ XI Canto del paradiso, mentre dipinge i luoghi di origine di San Francesco, evidenzia come dal Monte Subasio scendano venti per cui Perugia sente freddo e caldo da Porta Sole.

Partendo da questi spunti della commedia, il Tenente Colonnello Fuccello ha condotto gli studenti in un viaggio nel tempo fino al mondo di Dante, cercando di rivisitare queste narrazioni alla luce delle conoscenze dei fenomeni atmosferici, maturate nei sette secoli successivi fino ai giorni nostri.

Fuccello ha voluto evidenziare in particolar modo come questi fenomeni siano di cruciale importanza nella Meteorologia Aeronautica di e come la loro efficace previsione possa contribuire alla sicurezza del volo. Nel medioevo chi studiava i fenomeni atmosferici e provava a prevederli finiva accusato di eresia e la divinazione era considerata pura stregoneria. Per Dante gli indovini sono dei dannati e l’immagine del futuro è figlia del suo tempo.

Due secoli più tardi però sarà un altro toscano, Galileo Galilei seppur con molte difficoltà, a gettare le fondamenta della scienza moderna e della moderna meteorologia, rivoluzionando il mondo e creando per la prima volta un vero spartiacque fra il prima e il dopo.

Per l’occasione abbiamo avuto modo di porgere alcune domande al Ten. Col. Fucello:

Aviation Report: Ten. Col. ci può dire nello specifico quale è il ruolo del COMet e che interazioni ha con il settore civile?

L’assistenza meteorologica alle operazioni, con particolare ma non esclusivo riferimento alla navigazione aerea, in quanto attività di supporto, deve contribuire a quella che viene definita situation awareness, ossia la percezione delle caratteristiche ambientali in cui si svolgono le operazioni, per la sicurezza e per l’efficacia delle stesse. Per questo il nostro lavoro si svolge senza soluzione di continuità, in particolare proprio nel mio Reparto di appartenenza, il Centro operativo per la Meteorologia, attraverso il servizio di Veglia Meteorologica, ovvero la funzione di Meteorologica Watch office ai sensi ICAO. I compiti principali di un MWO, sanciti nell’annesso 3 ICAO (raccomandazioni per i servizi meteorologici per la navigazione aerea internazionale) e recepiti nel nostro Paese dai regolamenti ENAC e Direttive di Forza Armata, sono essenzialmente:

  • monitorare con continuità le condizioni meteorologiche che possono influenzare le operazioni di volo all’interno dell’area di propria responsabilità;
  • preparare e diffondere secondo gli standard ICAO gli avvisi di sicurezza  SIGMET ed AIRMET ed altre informazioni relative all’area di propria responsabilità;
  • accentrare i messaggi dei riporti di volo di fenomeni pericolosi (SPECIAL AIREP) per inoltrarli sul circuito internazionale e provvedere all’emissione di avvisi di sicurezza pertinenti;
  • fornire agli Enti ATS (Air Traffic Services) associati i SIGMET ed AIRMET e, se richiesto, altre informazioni meteorologiche;
  • fornire all’ACC/FIC (Area Control Centre/Flight Information Centre) associato, le informazioni ricevute su attività vulcaniche pre-eruttive, eruzioni vulcaniche e nubi di cenere vulcanica, per le quali non sia già stato emesso un SIGMET, come convenuto con i fornitori dei servizi ATS, ed al Centro Avvisi di Cenere Vulcanica (VAAC) di Tolosa, competente per area geografica;
  • preparare ulteriori prodotti di assistenza, in ambito nazionale, tra i quali rientrano le carte di previsione di area per i bassi livelli di volo denominate “LL-SIGWX” (a cura del COAMet).

A tutto questo, che riguarda le attività di ruotine, si aggiunge la capacità tecnologica e infrastrutturale di proiettare la capacità previsionale in qualsiasi area del pianeta, secondo le esigenze definite dalla Difesa.

Aviation Report: Sappiamo che a livello militare le condizioni meteo giocano un ruolo cruciale in campo operativo ed è fondamentale saperle sfruttare a proprio vantaggio nel corso di ogni missione. Ci può spiegare quale è il ruolo del vostro reparto nello specifico e quali sono gli strumenti di cui vi avvalete?

La conoscenza delle condizioni meteo è fondamentale e strategica sia per le operazioni ordinarie e in tempo di pace, basti pensare a quanto impatta sul volo un fenomeno quale la nebbia, o il temporale, la turbolenza, il ghiacciamento, o magari la neve e la pioggia intensa sulle operazioni terrestre o il vento su quelle marittime. In operazioni particolari quali ad esempio i teatri operativi, è fondamentale avere le infrastrutture tecnologiche per proiettare la capacità osservativa e previsionale, quindi di supporto meteorologico, nei teatri operativi.

Aviation Report: La cinematografia ha spesso enfatizzato la nostra realtà e anche la meteorologia non ne è uscita indenne da questo processo. Sarebbe possibile impiegare il meteo a comando come strumento di difesa da potenziali attacchi nemici, ad esempio scatenando venti o tempeste in aree circoscritte?

No, per fortuna, la Meteorologia resta a tutt’oggi una disciplina scientifica che ha come obiettivo la conoscenza dettagliata dello stato dell’atmosfera e della sua evoluzione, senza intervenire sui suoi complessi meccanismi. Ma la capacità di fare previsioni accurate ed affidabili è lo strumento più potente. La storia ce lo insegna, con operazioni militari quali lo sbarco in Normandia, la guerra di Crimea, etc.

Aviation Report: Visto che siamo in tema di previsioni, secondo lei la meteorologia moderna come si evolverà nel prossimo futuro e quali saranno gli strumenti che verranno?

La meteorologia è, come tutte le scienze, in continua evoluzione. Negli ultimi decenni, sia il livello di conoscenza dei processi che regolano l’evolvere del tempo atmosferico, sia le capacità tecniche e tecnologiche sono cresciute enormemente, basti pensare che da quando si fa ricorso ai modelli matematici per simulare il comportamento dell’atmosfera, abbiamo guadagnato un giorno di previsioni attendibili ogni dieci anni di ricerca e sviluppo nel settore. Con riferimento al futuro, che comunque possiamo già definire presente perché la direzione è abbastanza chiara, saranno soprattutto due gli ambiti in cui è probabile che possano arrivare i cambiamenti più significativi. Il passaggio ad un approccio probabilistico e non più deterministico, specie per le previsioni a medio e lungo termine – e questo lo impongono le caratteristiche dinamiche del sistema, e il potenziale ancora tutto da scoprire del ricorso alle tecniche di auto apprendimento e di intelligenza artificiale, che stanno vedendo già le prime applicazioni nel settore delle osservazioni satellitari e della previsione di lungo periodo.  

Aviation Report: Toccando adesso un po’ di storia, dato che quest’anno ricorre un importante anniversario che celebra il Sommo Poeta Dante Alighieri, ci può dire di cosa si avvalevano gli antichi per prevedere il tempo e quando è nata la meteorologia moderna?

L’uomo da sempre ha aspirato a leggere i segni del tempo per capirne la sua evoluzione, da cui dipendevano in modo cruciale le sue attività (pesca, agricoltura, sopravvivenza); fino alla nascita della scienza Moderna (Galileo, Newton) si trattava perlopiù di tecniche empiriche, basate sulla correlazione tra segni ed eventi maturate da lunghe e continue osservazioni (tipo di nubi, provenienza dei venti, etc.)

Dal ‘600 inizia l’avventura della scienza e l’invenzione degli strumenti di misura (termometro di Galilei, Barometro di Torricelli), e le prime reti di stazioni, che però poterono iniziare a scambiarsi dati in modo efficace solo con l’invenzione del telegrafo, molto più avanti.

All’inizio del ‘900 nasce la meteorologia moderna, con lo sviluppo massiccio delle osservazioni meteorologiche e la registrazione dei dati, la formulazione delle teorie sulle masse d’aria e la sulla circolazione atmosferica; poi, dopo le guerre mondiali, lo sviluppo dei calcolatori e quindi dei modelli matematici e dei satelliti meteorologici.

Quello che resta mirabile in Dante è la capacità di osservare e descrivere i fenomeni atmosferici, anche quando questi servono al poeta per le sue ambientazioni infernali o solo per una similitudine.

Il Centro Operativo per la Meteorologia (COMet), con sede a Pratica di Mare è alle dipendenze della 9^ Brigata Aerea ISTAR-EW, come l’articolazione operativa del servizio meteorologico dell’Aeronautica Militare. In accordo alle direttive impartite dal Reparto per la Meteorologia, fornisce il supporto ad enti e reparti della Difesa e ad altre Amministrazioni dello Stato (sulla base di accordi o convenzioni), nonchè alla NATO, all’Unione Europea ed ai singoli partner internazionali.

Aviation Report e l’autore ringraziano il Ten. Col. Fucello per l’intervista, il Comandante dell’ISMA, Gen. Floreani, il Comandante della Scuola Militare Douhet, Colonnello Davide Rossellini, e l’ufficio Pubblica Inofrmazione dell’Aeronautica Militare.

Intervista a cura di: Simone Ferrante