U.S. Air Force photo by Senior Airman Taylor Crul

A poche ore dal 31 agosto 2021 e dall’ultimo volo da Kabul che fine faranno gli equipaggiamenti militari statunitensi in Afghanistan?

Abbiamo scritto alcuni giorni fa sulle ipotesi e sul futuro degli aerei e degli elicotteri dell’ex Afghan Air Force caduti in mano dei talebani. Ma all’avvicinarsi della fatidica data del 31 agosto 2021, data in cui gli Stati Uniti chiuderanno definitivamente il ponte aereo dall’aeroporto internazionale di Kabul, ci chiediamo che fine faranno gli equipaggiamenti militari statunitensi e dell’ex esercito afghano ancora presenti a Kabul? Saranno lasciati indietro, saranno portati via con gli ultimi voli o saranno distrutti?

Il Pentagono nell’ultimo aggiornamento ha confermato che 42 aerei militari statunitensi, di cui 27 C-17 e cinque C-130, sono partiti con circa 4000 persone. In combinazione con i partner alleati altri 34 aerei e 2.800 persone hanno lasciato Kabul. Da quando gli Stati Uniti e le forze della coalizione hanno iniziato l’evacuazione fino ad oggi, circa 117.000 persone sono partite dall’Afghanistan.

Il Press Secretary del Pentagono John F. Kirby ha confermato che il Dipartimento della Difesa è impegnato a far uscire dal paese i cittadini americani, i cittadini afgani con speciali richieste di visto per immigrati e altri afgani vulnerabili. E questa continuerà ad essere la priorità numero uno fino alla fine. “Le vite saranno sempre la priorità“, ha detto Kirby ai giornalisti in una conferenza stampa al Pentagono. “Man mano che ci avviciniamo alla fine, ci saranno alcune attrezzature e sistemi che probabilmente porteremo con noi quando ce ne andremo… ma le vite saranno sempre la priorità principale durante l’intero processo“.

Kirby ha aggiunto anche che come parte di qualsiasi ritiro, in Afghanistan il trasferimento di persone ed equipaggiamento sarà effettuato nello stesso modo in cui lo faremmo in qualsiasi altro luogo. “… ovviamente c’è un forte pregiudizio sulle capacità di far uscire il nostro materiale con la nostra gente. Se ci sarà bisogno di distruzione o altra disposizione delle attrezzature lì all’aeroporto internazionale Hamid Karzai, allora lo faremo e lo faremo in modo appropriato.

Gli USA prevedono di concludere il ritiro di militari ed equipaggiamenti negli ultimi due giorni, il 30 e il 31 agosto. “ma in questi ultimi due giorni, cercheremo di preservare più capacità possibile sull’aeroporto … quindi, in quegli ultimi due giorni, inizieremo a dare la priorità alle capacità e alle risorse militari per trasferirci“, ha detto Kirby, “… ciò non significa che se sei uno sfollato non cercheremo di farti uscire, ma che dovremo riservare una certa capacità in quegli ultimi due giorni per dare la priorità alla forza militare, perché vogliamo essere in grado di tenerla lì il più a lungo possibile per fare il lavoro che è destinata a fare … e sto parlando principalmente di truppe ed equipaggiamenti militari statunitensi.

Secondo il Pentagono quindi ci sarà una transizione verso l’eliminazione di risorse militari man mano che si avvicina la fine del ponte aereo cercando di mantenere un equilibrio in termini per avere sempre la massima capacità operativa il più a lungo possibile. Sempre durante una delle ultime conferenze stampa Kirby incalzato sulla questione delle risorse militari, e rispondendo alla domanda su chi avrà la priorità di imbarco tra le persone o gli equipaggiamenti nelle ultime ore del ponte aereo, ha detto che “… le vite saranno sempre la priorità, punto. Ma mentre ci avviciniamo alla fine ci saranno alcune attrezzature e sistemi che probabilmente porteremo con noi quando partiremo. E per le disposizioni di ciò che non portiamo con noi, spetterà all’ammiraglio Vasely determinare come verrà gestita quegli equipaggiamenti. Ma le vite saranno sempre la priorità principale durante l’intero processo.

Kirby non ha spiegato esattamente cosa le truppe americane potrebbero essere costrette a distruggere, o come potrebbero farlo, mentre si avvicina la scadenza del ritiro. L’esercito americano aveva già distrutto una certa quantità di munizioni all’aeroporto di Bagram prima di lasciare la base a luglio scorso e il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha confermato che lascerà indietro sette dei suoi elicotteri CH-46E Sea Knight e che li ha deliberatamente disabilitati per renderli inutilizzabili, senza specificare in che modo, come avrebbe già fatto anche con alcuni veicoli corazzati leggeri abbandonati. Inoltre all’ambasciata USA era stata già distrutta una quantità significativa di altro materiale, tra cui un sistema Centurion C-RAM (sistema di difesa contro razzi, artiglieria e mortai).

Il Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM) aveva pubblicato un’immagine che mostra alcuni soldati dell’82a divisione aviotrasportata dell’esercito americano intenti a “demilitarizzare” le armi afgane all’aeroporto di Kabul mentre è stato già confermato la distruzione di armi ed equipaggiamenti nei giorni appena trascorsi, senza che il Pentagono abbia fornito dettagli sul materiale distrutto. Nessuna altra conferma è arrivata su ciò che le truppe americane potrebbero prepararsi a smaltire negli ultimi due giorni di permanenza a Kabul, e ciò potrebbe includere la distruzione di armi e attrezzature che erano appartenute alle ormai defunte Forze di difesa e sicurezza nazionali afghane (ANDSF – Afghan National Defense and Security Forces), in gran parte fornite dagli Stati Uniti.

Ciò solleva nuovamente la questione se le forze armate statunitensi potrebbero essere pronte a distruggere altre attrezzature più grandi all’aeroporto internazionale di Hamid Karzai che erano appartenute alle unità afghane, in particolare parliamo degli ex aerei dell’aeronautica militare afghana che sono ancora lì. Nei giorni passati c’erano state segnalazioni secondo cui il governo degli Stati Uniti avrebbe preso in considerazione la possibilità di impiegare attacchi aerei per distruggere le attrezzature catturate dopo la fine delle operazioni di evacuazione.

Man mano che le ore trascorrono il flusso dei voli dei C-17 da e per l’Afghanistan sta diminuendo e anche molti elicotteri americani che operavano sui cieli di Kabul sono stati trasferiti verso i paesi limitrofi. Gli elicotteri per operazioni speciali sembrano essere stati riposizionati a Islamabad, come gli elicotteri per il soccorso in combattimento HH-60G Pave Hawk dell’US Air Force e molti, ma forse non tutti, elicotteri appartenenti al 160th SOAR – Special Operation Aviation Regiment dell’US Army, MH-60 e MH-6, che ha operato a Kabul in questi ultimi giorni.

Con i paesi alleati che hanno già concluso le operazioni aeree, gli Stati Uniti si stanno così muovendo ormai inesorabilmente verso la fine della quasi ventennale presenza in Afghanistan.

Photo credits: U.S. Marine Corps photo by Sgt. Isaiah Campbell, U.S. Air Force photo by Senior Airman Taylor Crul, U.S. Army photo by Sgt. Jillian G. Hix

The appearance of U.S. Department of Defense (DoD) visual information does not imply or constitute DoD endorsement.