Lo scorso 11 novembre 2021, presso la 46ª Brigata Aerea di Pisa, sono stati commemorati i 60 anni dall’Eccidio di Kindu, località del Congo dove l’11 novembre 1961 avvenne l’uccisione di tredici aviatori dell’allora 46ª Aerobrigata, in missione di pace per conto dell’ONU. In questa occasione è stato restaurato e presentato un velivolo da trasporto C-119 “Vagone Volante” uguale ai due velivoli, “Lyra 5” e “Lupo 33”, impiegati nel 1961.
L’Ordinario Militare S.E. Monsignor Santo Marcianò ha celebrato una Messa di suffragio alla presenza del Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica Militare, Generale di Squadra Aerea Luca Goretti, del Commissario Generale per le Onoranze ai Caduti, Generale di Divisione Gualtiero Mario De Cicco, del Comandante della 46ª Brigata Aerea, Generale di Brigata Aerea Alessandro De Lorenzo dei familiari dei Caduti e delle autorità civili e militari di Pisa.
“Un anniversario pieno di sacrificio e di memoria, che ha un contenuto non tanto di morte tragica quanto di dono di vita , di chi ha messo al centro il bene degli altri“, ha detto Monsignor Marciano’ durante l’omelia. “Si legge, tra le righe di questo tragico evento, un martirio d’amore, una fede implicita di chi vive per gli altri, una fede che sigilla questo dono come martirio. Questi sono i militari italiani, che lavorano nelle missioni di pace per la giustizia, la legalità e la libertà dei popoli“.
“Oggi non siamo qui per commemorare chi ci ha lasciato, ma per far rivivere questi equipaggi che non se ne sono mai andati. Vogliamo ricordarli mentre lavorano accanto ai propri velivoli, pronti a ripartire per una nuova missione“, le parole pronunciate dal Gen. Goretti nel corso della celebrazione. “Missioni di pace, missioni in cui questi tredici aviatori hanno testimoniato la capacità italiana di portare umanità e speranza nel mondo. Questi aviatori sono dentro di noi, dentro la famiglia dell’Aeronautica Militare. Una squadra, una comunità che oggi si ritrova insieme e deve sentirsi orgogliosa di avere nella propria storia, nella propria famiglia, tali esempi di vita“.
La giornata è stata arricchita dall’inaugurazione di una mostra fotografica, curata e illustrata dallo storico Paolo Farina, che ripercorre i fatti di Kindu e delle missioni che la 46ª Brigata Aerea compie da oltre ottant’anni in tutto il mondo con i suoi aerei da trasporto e da un annullo filatelico realizzato per l’occasione in collaborazione con Poste Italiane.
Al termine, un passaggio di tre velivoli della 46ª Brigata Aerea ha suggellato il momento dell’inaugurazione del C-119 “Vagone Volante” riportato per l’occasione alla colorazione e alle insegne della missione ONU in Congo. “Un restauro fatto con il cuore, che speriamo possa durare per i prossimi 60 anni – ha detto il Generale De Lorenzo nel suo intervento – abbiamo portato a termine un sogno, per onorare al meglio i nostri colleghi caduti a Kindu”. La formazione composta da un C-130 e due C-27, con il gregario di destra che occupava una posizione molto più larga rispetto al sinistro, ha rappresentato la mancanza di un velivolo, il velivolo C-119 che simbolicamente porta ancora in volo i 13 aviatori italiani.
Il Generale De Lorenzo ha aggiunto che gli insegnamenti appresi da quei tragici eventi li considera come le fondamenta su cui è nata, cresciuta e sviluppata anche la 46^ Brigata Aerea e che probabilmente quello che è oggi il reparto aereo pisano dell’Aeronautica Militare, una nicchia di eccellenza riconosciuta dal comparto difesa, dalla nazione stessa ma anche dal contesto internazionale, lo si deve anche a coloro che non sono più con noi. “Negli ultimi 60 anni di attività ne abbiamo fatta tanta …. fino all’ultima missione terminata questa estate e denominata Aquila Omnia per costruire un ponte aereo da Kabul“.
Il velivolo, con la livrea dell’epoca e la numerazione dei due aerei originali, è il più grande restaurato dall’Aeronautica Militare e tornerà davanti al Sacrario, che è passato al Commissariato Generale per le Onoranze ai Caduti, a seguito di un simbolico passaggio di consegne avvenuto tra il Generale di Squadra Aerea Luca Goretti e il Generale di Divisione Gualtiero Mario De Cicco. Il C-119 posto sul piazzale di fronte al terminal dell’Aeronautica Militare è stato circondato da alcuni dei velivoli di punta della Forza Armata. Un C-27J, un T-346A, un Tornado, un KC-767, un Eurofighter, un F-35A ed un C-130 sono stati posizionati intorno al Vagone Volante a simboleggiare un abbraccio ed un inchino verso un decano dell’Aeronautica Militare.
L’Eccidio di Kindu – 11 novembre 1961
La mattina dell’11 novembre 1961 due C-119 di Pisa decollarono da Kamina, in Congo, per rifornire la locale guarnigione di caschi blu malesi di stanza a Kindu. Dopo aver scaricato il materiale, tra cui due piccoli mezzi blindati Ferret dell‘Onu, i due equipaggi si recarono presso la mensa Onu situata a circa un chilometro dall’aeroporto.
Verso le 16,30, mentre stavano ancora pranzando, fecero irruzione nella mensa una ottantina di ribelli dell’Armata Nazionale Congolese seguaci del colonnello Pakassa che, dopo aver immobilizzato il personale malese di guardia, picchiarono e trascinarono i 13 italiani nella prigione della città. Testimoni riferirono che già in quel frangente uno degli aviatori fosse stato abbattuto per la sua reazione. Rinchiusi in uno stanzone del carcere, poche ore dopo venivano trucidati selvaggiamente a raffiche di mitra. Per molti giorni dopo l’eccidio non si seppe nulla della sorte dei soldati italiani che furono seppelliti in una fossa comune. I corpi furono recuperati solo mesi dopo e l’11 marzo 1962 le salme furono riportate in Italia e tumulate a Pisa nel Sacrario costruito vicino all’ingresso della base aerea di Pisa.
I componenti dei due equipaggi vittime dell’eccidio furono:
– Maggiore Pilota Amedeo Parmeggiani
– Sottotenente Pilota Onorio De Luca
– Tenente Medico Francesco Paolo Remoti
– Maresciallo Motorista Nazzareno Quadrumani
– Sergente Marconista Francesco Paga
– Sergente Maggiore Emb Martano Marcacci
– Sergente Maggiore Silvestro Possenti
– Capitano Pilota Giorgio Gonelli
– Sottotenente Pilota Giulio Garbati
– Maresciallo Motorista Filippo Di Giovanni
– Sergente Marconista Antonio Mamone
– Sergente Maggiore EMB Armando Fabi
– Sergente maggiore Nicola Stigliani
Immagini: Aviation Report / Stefano Monteleone