La storia dei “Mammajut”
Costituito nel lontano 1924 sull’idroscalo di Taranto, con le sq. 139^ e 149^, l’ “Ottanduesimo” è uno dei pochi reparti dell’Aeronautica che può vantare a pieno diritto una lunga tradizione operativa sempre nella stessa specialità: Ricognizione, Ricerca e Soccorso Aereo Marittimo.
Dal “Gabbiano”…
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, equipaggiato con gli idrovolanti monomotori a scafo centrale CantZ 501 “Gabbiano” meglio conosciuto dagli equipaggi come “Mammajut”, il reparto operò fino al Luglio 1942 da idroscali sul territorio nazionale assicurando la ricognizione d’altura alla flotta Italiana impegnata nel Mediterraneo.
Nell’Agosto del 1942 l’82° Gruppo, che nel frattempo aveva “perso” la 139^ squadriglia divenuta autonoma, fu posto agli ordini del Comando Navale Egeo e rischierato sull’idroscalo di Prevesa, una delle quattro unità periferiche in cui era divisa la periferia dell’Epiro, con un profilo di missione che contemplava la scorta e protezione dei convogli dell’asse in rotta per la Cirenaica.
In quella sede operativa il gruppo integrò in organico la 184^ squadriglia e con, 11 CantZ 501 e 7 trimotori CantZ 506B, gli equipaggi decollavano ogni giorno setacciando il Mediterraneo con missioni lunghissime (spesso superiori alle 4 ore) affrontando sacrifici e rischi non indifferenti esposti alla dura reazione nemica, soprattutto quando la missione prevedeva l’invio di aerei isolati alla ricerca di grosse formazioni navali dove incontrare la caccia nemica non era un fatto occasionale, ma una letale costante.
In queste missioni il trimotore a scarponi CantZ 506 “Airone” si dimostrò un velivolo generoso, dotato di eccellenti qualità nautiche, riusciva a decollare ed ammarare con mare con mare forza 5, buon incassatore di colpi dei caccia avversari e nel ruolo di Idrosoccorso fu uno dei migliori velivoli della Regia Aeronautica.
All’inizio del 1943 il reparto operava missioni di pattugliamento e vigilanza sulle rotte d’accesso all’Egeo scortando il naviglio Italiano in zona allorquando a Maggio dello stesso anno, la 184^ squadriglia si “staccò” dal gruppo trasformandosi in 10^ sezione Aerea di Soccorso e, con la nuova livrea bianco candido e le insegne della Croce Rossa operò nel settore fino a Settembre, mese in cui venne rimpatriata presso la Scuola Idrovolanti di Pola-Puntisella.
“Un nostro ricognitore non è rientrato alla base“… con questa epigrafica frase spesso i radiofonici “bollettini di Guerra” diffusi dall’EIAR, scandivano le ore del giorno degli italiani … è doveroso quindi rendere un sincero omaggio ai piloti, osservatori e specialisti di questi reparti , i quali senza sottrarsi al pericolo, volarono combatterono e spesso perirono per portare a termine la loro missione ed inviare ai Comandi vitali informazioni sui movimenti del nemico o nel tentativo di recuperare piloti abbattuti, senza distinzione di nazionalità!
A seguito degli eventi armistiziali dell’8 Settembre, l’82° gruppo riparò in patria nella zona controllata dagli alleati e nel Gennaio del 1944 unitamente ai gruppi 83°, 84° e 85° costituirono il 1° Raggruppamento Idrovolanti dipendente dal 242° Air Wing USAF. L’82° ,con le sq. 139^ e 149^, fu stanziato a Taranto e con gli Idro CantZ 506B operò missioni di scorta ai convogli e ricerca e soccorso fornendo ancora una volta il proprio contributo in quel settore bellico.
Il 1° Agosto 1948 il gruppo viene sciolto e posto in posizione quadro.
Al “Pellican”…
Se nel corso della seconda guerra mondiale la specialità Soccorso Aereo rivestì un ruolo importante esclusivamente per compiti militari, salvando migliaia di vite umane, dopo il conflitto a pace instaurata, assurse l’importanza di disporre di reparti e macchine in grado di portare “soccorso” non solo in ambito militare ma anche in quello civile; questa esigenza portò anche l’Italia ad aderire all’ICAO un’organizzazione mondiale per la Ricerca e Soccorso Aereo.
Negli anni ’50 il primo embrione di “Servizio Ricerca e Soccorso Aereo” della ricostituita Aeronautica Militare prende corpo a Vigna di Valle con gli immortali CantZ 506 “Alcione” con le nuove coccarde tricolore, successivamente affiancati da elicotteri AB47-D1 e Sikorsky S5, con nuovi centri sparsi nel territorio nazionale.
Nel Settembre 1965 a Ciampino viene ricostituito ufficialmente il 15° Stormo, con la nuova denominazione internazionale S.A.R., acronimo di “Search and Rescue” con un organico composto dai gruppi 84° e 85° e distaccamenti a Linate e Grottaglie.
Il materiale di volo verte su idrovolanti bimotori a scafo centrale Grumman UH16A Albatross, elicotteri AB47-J /J3 ed AB204-B.
Nel 1978 viene consegnato ufficialmente il primo dei 20 esemplari di Agusta-Sikorsky HH3F “Alpha” che andranno a rinvigorire l’esausto parco macchine dei reparti S.A.R. dell’Aeronautica Militare..
In quegli anni altri gruppi S.A.R. vengono costituiti a Rimini (83°) e Brindisi (84°) ed armati con il nuovo elicottero, mentre il Comando stormo e l’85° gruppo rimangono sempre a Ciampino.
Alla fine degli anni ’90 nel quadro di riordinamento dei reparti A.M. il Comando del 15° Stormo e l’85° gruppo sono trasferiti a Pratica di Mare e posti alle dipendenze della neo costituita 9^ Brigata Aerea.
Nel 2010 il Comando di Stormo, l’81° C.A..E e la 615a Squadriglia sono trasferiti da Pratica di Mare a Cervia mentre l’85° Gruppo C.S.A.R. viene riorganizzato a Pratica di Mare in 85° Centro C.S.A.R.; nella stessa data l’83° Centro C.S.A.R. di Rimini è riorganizzato in 83° Gruppo C.S.A.R è trasferito anch’esso sull’aeroporto di Cervia.
A settembre 2012 l’84° C.S.A.R lascia Brindisi per trasferirsi sulla base di Gioia del Colle. Dal 1° novembre 2013 la 670^ Squadriglia Ricerca e Soccorso di Decimomannu assume la denominazione di 80° Centro C.S.A.R. alle dipendenze del 15° Stormo.
La rinascita a Trapani-Birgi
Tornando al “nostro” il 6 Agosto 1982 sul sedime aeroportuale di Trapani -Birgi viene ricostituito 82° Gruppo S.A.R, ,con le storiche 139^ e 149^ squadriglie, come reparto dipendente operativamente dal 15° Stormo e logisticamente dal 37° Stormo sulla quale aerea è ospitato.
Rispetto a 34 anni prima, oltre la denominazione e sede, è cambiata anche la macchina; non più gli idrovolanti CantZ ma gli elicotteri HH-3F nella sgargiante livrea Bianco-Giallo-Rossa. Il teatro operativo rimane uguale a quello di un tempo…le azzurre distese del Mare Nostrum!!
L’HH3-F è una macchina fantastica e “maschia” e rappresenta un grande salto di qualità rispetto le generazioni precedenti di elicotteri, sia per la formula progettuale che per le apparecchiature elettroniche di nuova generazione che imbarca, per l’epoca molto performanti tra cui il Radar AN/APN-195, quest’ultimo in grado di localizzare una superficie di qualche metro quadro a circa 40 miglia di distanza fornendo un’ottima capacità di discriminare un naufrago immerso nel clutter marino.
La dotazione elettronica comprende anche il sistema AFCS Hamilton Standard (controllo automatico di stabilizzazione sui tre assi), VOR/TACAN, sistema Topomat , radar Doppler, radar di navigazione/meteo ECHO 292, SHRS (sistema di riferimento d’assetto e direzione), HSI (indicatore di situazione orizzontale), trasponditore IFF, Marker Becon, VOR-DMF e VOR-ILS, apparati di comunicazione in VHF/FM (anche in banda Marina), UHF/AM, VHF/AM, HF/SSB.
Per le operazioni salvataggio l’elicottero è provvisto di verricello elettrico situato sopra il portellone laterale, con capacità di sollevamento di 300 kg circa mentre il gancio baricentrico può sopportare un carico fino a 1.820 kg circa, ed ha un cavo di 75mt tranciabile in emergenza grazie ad una “ghigliottina” a cartuccia.
Le prestazioni dell’HH-3F sono di tutto rispetto; propulso da 2 turboalberi General Elettric T58-GE-100 da 1550 eva (1350 continui) ha una velocità massima di 136 kn e 130 kn di crociera entrambe a a livello del mare, velocità di salita 408 m/min, raggio di azione di 297 nm, tangenza operativa di 11.499 ft
Inoltre l’HH-3F fece riacquisire ai reparti S.A.R. dell’Aeronautica la capacità operativa reale di portare soccorso in mare con un mezzo in grado di ammarare e flottare nei pressi dei naufraghi, quest’ultima persa con il pensionamento dell’HU-16 Albatros.
Con questo nuovo mezzo il reparto inizia il ciclo operativo con missioni di ricerca e soccorso, sia in ambiente marino che montano, viene inserito nel sistema antincendio boschivo nazionale con l’utilizzo di grandi “benne” appese al gancio baricentrico, opera missioni di trasporto traumatizzati e attrezzature mediche, interviene in soccorso delle popolazioni colpite sia dalle alluvioni in Veneto e Toscana che a seguito del terremoto in Irpinia contribuendo a salvare molte vite umane.
Nel corso della sua longeva vita operativa il “Pellican” viene aggiornato e riconvertito alla più sofisticata versione “Bravo” aggiornamenti che riguardano l’avionica, la strumentazione ottimizzata per l’utilizzo dei primi apparati NVG “Nigth Vision Goggles, “Radar Warning Receiver” con sistema automatico/manuale per il lancio di esche infrarosse “flares” o di “chaffs”, nonché supporti per armamento difensivo sistemato nei portelloni, ed altri particolari che ottimizzano la macchina per il nuovo profilo di missione “Combat S.A.R.” affidato all’82° gruppo. Anche la livrea subirà un cambiamento sostanziale abbandonando gli sgargianti colori Bianco-Giallo-Rosso che li distingueva, per passare alla più “operativa” mimetica a bande ed insegne low visibility.
In adempimento ai nuovi compiti assegnati l’82° C.S.A.R. verrà chiamato, a partecipare a numerose missioni in campo internazionale tra cui ricordiamo:
– 1993, da gennaio a marzo, l’Operazione ‘Albatros’ in Somalia della durata di tre mesi;
– 1997, da aprile ad ottobre, parteciperà in Albania all’Operazione ‘Arcobaleno’ e all’Operazione ‘Alba’ nel 1988
– 1999, da marzo a dicembre, in Kosovo all’Operazione ‘Joint Guardian’;
– 31 dicembre 2002 l’82° porta a compimento la missione di soccorso di Stromboli per un periodo di tre mesi, in concorso con la Protezione Civile.
– Giugno 2003/Novembre 2006 il Gruppo parte alla volta dell’Iraq partecipando all’Operazione ‘Antica Babilonia’;
– 6 aprile 2009. Dopo poche ore dal terribile terremoto che ha colpito l’Abruzzo, il Gruppo è stato ed è tuttora impiegato nell’Operazione ‘Gran Sasso’ in soccorso ed in favore delle popolazioni colpite dal sisma.
– 1 ottobre 2009 Missione in soccorso degli alluvionati in provincia di Messina, 16 persone tratte in salvo;
– Marzo / Ottobre 2011, il Centro ha fornito la copertura SAR in favore degli equipaggi di volo impegnati sui cieli libici nelle operazioni “Odissey Dawn” e “Unified Protector”.
L’82° C.S.A.R. integra il Dispositivo di Difesa Aerea Nazionale attraverso operazioni S.M.I. (Slow Mover Interceptor) di Controllo dello Spazio Aereo e contrasto alla minaccia proveniente da aeromobili a basse e bassissime prestazioni; con tali compiti è stato impiegato: nell’Operazione ‘Giotto’ a protezione del G8 di Genova 2001; Operazione ‘Conca d’oro’, a supporto della Conferenza anti organizzazioni criminali, tenutasi a Palermo tra il 5 e il 18 Dicembre 2003; Operazione ‘Jupiter2’ a protezione del vertice dei ministri della difesa della NATO a Taormina nel 2006; Operazione ‘Giotto ‘09’ a protezione del G8 de L’Aquila del luglio 2009.
Inoltre l’’82° Combat S.A.R. collabora da anni con la Missione Archeologica dell’Università “La Sapienza” stanziata sull’isoletta di Mothia mettendo a disposizione gli elicotteri per riprese fotografiche aeree dell’Isola, finalizzate allo studio topografico dei monumenti archeologici. I risultati di queste ricerche aeree sono stati molto importanti per l’identificazione dei moli e delle altre installazioni sommerse nello Stagnone di Marsala e per una visione di insieme delle principali aree di scavo a Mothia.
L’ Ottantaduesimo Centro C.S.A.R. oggi
All’inizio del nuovo millennio, l’82° gruppo Combat S.A.R. subisce una ristrutturazione come i similari reparti dell’AM, trasformando la denominazione in 82° Centro C.S.A.R. cambiando anche la catena di comando che passa alle dipendenze del 15° Stormo che ha sede a Cervia che a sua volta è inquadrato all’interno della 1^ B.A.O.S. (1^ Brigata Aerea Operazioni Speciali), sempre con sede a Cervia.
L’82°, rispettando la suddetta dipendenza, è posto, come tutti i reparti operativi dell’AM, sotto il controllo del C.S.A. (Comando Squadra Aerea) attraverso il comando intermedio del C.F.S.S. (Comando Forze Speciali e di Supporto).
L’82° Centro C.S.A.R. di oggi è costituito da un’area Comando, quindi manageriale e di staff, e un’area tecnica. Da esso dipendono sempre le storiche 139^ e 149^ squadriglie all’interno delle quali sono inquadrati i piloti, gli operatori di bordo e gli aerosoccorritori (ARS).
L’area tecnica è articolata attraverso diversi nuclei che forniscono l’apporto manutentivo in ogni campo necessario per il mantenimento dell’operatività dei vettori.
Per far fronte alle nuove sfide operative nell’Agosto del 2013, il reparto riceve in dotazione il primo elicottero AW HH-139A, mentre una seconda macchina giunge in volo da Cervia pochi giorni dopo consentendo al gruppo di garantire il servizio d’allarme. L’iter addestrativo, svolto da Marzo a Luglio 2013, ha visto impegnati piloti, operatori di bordo ed aerosoccorritori dell’82° Centro nel raggiungimento della piena capacità operativa sull’HH-139A, traguardo centrato nei tempi stabiliti grazie al supporto dell’81° C.A.E. (Centro Addestramento Equipaggi) di Cervia che per l’occasione ha rischierato una propria “cellula” presso Birgi , favorendo un più rapido ed efficiente addestramento.
Lo HH139A è stato scelto dalla AM quale soluzione “ad interim” in attesa della definizione del programma che dovrà analizzare il definitivo sostituto degli HH-3F e HH212, che pare sia stato individuato nell’Augusta-Westland HH101 per i compiti di Combat SAR. A fronte di questa scelta nel 2014 viene completato il processo di ammodernamento della flotta di elicotteri in dotazione al reparto con l’ingresso in linea dell’HH-139A ed il definitivo “phase out” dell’HH-3F quest’ultimo l’elicottero protagonista indiscusso degli ultimi 35 anni di Soccorso Aereo in Aeronautica Militare, con all’attivo circa 7000 salvataggi ; benché ormai tecnologicamente superato, l’HH-3F grazie alla sua capacità di carico e alla estrema adattabilità a qualsiasi ambiente e stato affidabile “compagno” fino alla sua ultima missione. Il salto generazionale compiuto con l’avvento dell’HH-139A è storico, proiettando gli equipaggi dell’ 82° Centro C.S.A.R. nel mondo del “glass cockpit” e dell’avionica avanzata che consente, con ancor maggior precisione, di poter lavorare in zone impervie e in situazioni meteo marginali, anche grazie ad un più favorevole rapporto peso/potenza.
L’HH-139A è un elicottero biturbina, spinto da due Pratt & Whitney PT6C-67C Turboshafts con FADEC che gli consentono una velocità massima di crociera di circa 165 kts.
L’elicottero è in grado di volare di giorno come di notte e di operare in qualsiasi condizione meteorologica ed ambientale anche quelle più proibitive, consentendo agli equipaggi di operare efficacemente sfruttando la moderna configurazione avionica e i sofisticati sensori a disposizione. L’elicottero è stato concepito per essere impiegato in molteplici missioni, e può essere convertito dalla versione S.A.R. a quella MEDEVAC o Utility (in grado di imbarcare 14 soldati) in soli 30 minuti. Ottimo interfaccia tra uomo e macchina il nuovo elicottero dispone dei più moderni sistemi di ricerca quali il NVG (nigth Vision Googles) che permette la visione notturna paragonabile a quella della luce diurna, il FLIR (Forward Looking Infrandet) ovvero un sistema che mediante l’utilizzo di zoom ad infrarossi, permette a grandi distanze di rilevare un corpo caldo in un contesto di temperatura più fredda, quale l’acqua marina, consentendo anche la registrazione del video effettuato come una normale telecamera.
Tutta questa tecnologia unitamente al knowhow maturato negli anni e all’addestramento effettuato, conferiscono all’82° Centro CSAR la capacità di intervento assicurata “h 24” per 365 giorni all’anno in ogni condimeteo, rendendo di fatto possibile la conduzione di soccorsi in zone impervie o in mare aperto che altrimenti non potrebbero essere effettuate in sicurezza.
Il particolare iter addestrativo rende gli aero-soccorritori dell’ 82° dei veri e propri specialisti in interventi sia in montagna che in mare. Gli ultimissimi noti eventi del dicembre 2014 che hanno coinvolto la motonave Norman Atlantic in Adriatico ne sono la dimostrazione.
Motoclub Il Pellicano – 15º Stormo
Degna di nota una curiosità molto particolare per un reparto Militare: nel 2007 su iniziativa di appassionati motociclisti. è stato costituito il Motoclub 15º Stormo “Il Pellicano” che annovera tra i suoi soci di spicco anche l’ineguagliato 15 volte campione del mondo Giacomo Agostini, Valentino Rossi e Loris Capirossi.
Il Motoclub “il Pellicano” è riconosciuto ed affiliato alla Federazione Motociclistica Italiana (FMI) la quale, in virtù della particolare distribuzione sul territorio delle sue sedi ovvero Cervia, Rimini, Pratica di Mare, Gioia del Colle e Trapani, ha concesso a quest’ultimo un’autorizzazione particolare per la sua costituzione.
Non è cosa strana se periodicamente la base Aerea di Trapani-Birgi diventa oggetto di vere e proprie “invasioni” pacifiche e goliardiche di centauri su due ruote, a seguito di raduni motociclistici organizzati dalla locale sezione del Motoclub.
Testo Gianni Scuderi
Foto Gianni Scuderi e Alessandro Palantrani
Gli autori e Aviation Report desiderano ringraziare per il supporto, disponibilità e cortesia tutto il personale dell’82° Centro CSAR