63 anniversario aviazione dell'esercito
Copyright: Stefano Monteleone

63° Anniversario Aviazione dell’Esercito e presentazione ICH-47F Chinook

Il 23 Maggio 2014 presso l’aeroporto “T. Fabbri” di Viterbo, sede del 1° Reggimento “Antares”, si è svolta la sobria celebrazione del 63° Anniversario della costituzione dell’Aviazione dell’Esercito, alla presenza delle autorità civili, militari e religiose di Viterbo, insieme al Generale di Corpo d’Armata Claudio Graziano, Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, al Generale di Corpo d’Armata Roberto Bernardini, Comandante delle Forze Operative Terrestri e al Generale di Brigata Luigi Francavilla, Comandante dell’Aviazione dell’Esercito.

63 anniversario aves
63 anniversario aviazione dell'esercito

Importante è stata anche la partecipazione dei reduci della missione ”Helitaly UNTAG – Namibia 89” che quest’anno ha compiuto il suo 25° anniversario. E come nel 1989 ancora oggi lo spirito che anima il personale dell’AVES è rimasto immutato, supportato però da mezzi e tecnologie allo stato dell’arte che fanno dell’Aviazione dell’Esercito un importante strumento a disposizione della nazione e della comunità internazionale.
Tutto questo è emerso nel momento più importante della cerimonia: la consegna delle medaglie ed onorificenze al personale che si è particolarmente distinto in operazioni e si può sintetizzare nella frase legata all’anniversario di quest’anno “Coraggio, tradizione e tecnologia nella terza dimensione.”

Croce d’Oro al Merito dell’Esercito al primo Caporal maggiore Sergio Agostinelli che con un’azione a fuoco a supporto di commilitoni, contribuiva a respingere l’attacco subito dal proprio convoglio, durante l’operazione ISAF in Afghanistan; Croce d’Argento al Merito dell’Esercito al Generale di Brigata Luigi Francavilla, in qualità di comandante del contingente nazionale in Libano dal novembre 2009 al maggio 2010 per aver raggiunto tutti gli obiettivi della missione in un contesto estremamente complesso; Croce d’Argento al Merito dell’Esercito al primo Caporal maggiore Ivan Costantini che con un’azione a fuoco a protezione dei propri commilitoni , durante un’imboscata, respingeva la minaccia, nel corso dell’operazione ISAF in Afghanistan; Croce di Bronzo al Merito dell’Esercito al Col. Luigi Adiletta per l’operazione in Libano dal novembre 2009 al maggio 2010 , quale Capo di Stato Maggiore della Joint Task Force.
In questi momenti è importante anche ricordare chi non è più con noi”, ha sottolineato nel suo discorso il CSM Gen. Graziano, riferendosi ai 115 caduti della specialità, dal 1951 ad oggi, tra i quali il Generale Giangiacomo Calligaris e il Capitano Paolo Lozzi, caduti in servizio durante un volo di addestramento lo scorso Gennaio 2014.










Dal punto di vista tecnologico, l’acquisizione di aeromobili sempre più performanti ha consentito un potenziamento delle capacità operative e della flessibilità d’impiego. Gli assetti dell’AVES in sintesi oggi costituiscono un punto di riferimento a disposizione della forza armata grazie alle intrinseche caratteristiche di rapidità, agilità e potenza che li contraddistinguono. La necessità di utilizzare la terza dimensione non solo per il trasporto ma anche per la manovra, esalta il concetto di capacità aeromobile intesa come risultante dell’integrazione tra assetti di volo dell’AVES e unità terrestri, in contesti sempre più strategici e allo stesso tempo complessi che necessitano di forze altamente preparate ed addestrate capaci anche di lavorare sinergicamente con assetti internazionali di forze alleate.
A tal proposito il CSM dell’Esercito Gen. Graziano ha sottolineato che “è in corso un’evoluzione tecnologica che deve essere accompagnata da un processo di adeguamento dei nostri equipaggi per essere sempre più aderenti alle missioni e ai nuovi scenari internazionali, e che la fase di razionalizzazione in atto non deve compromettere la sicurezza e la protezione del personale.

Allo stato attuale l’Aviazione dell’Esercito si estrinseca in: una componente a prevalente funzione “Combat” costituita dalla Brigata Aeromobile Friuli e dai reparti ad essa dipendenti, una componente con più marcate funzioni di “Combat Support” alle unità terrestri costituita dai tre Reggimenti Elicotteri dipendenti dalla Brigata Aviazione dell’Esercito, una componente addestrativa adibita alla formazione di piloti e specialisti costituita dal Centro Addestrativo AVES, una componente manutentiva costituita dai quattro Reggimenti di Sostegno posti, attraverso il Comando Sostegno AVES, alle dirette dipendenze del Comandante dell’Aviazione dell’Esercito.
Così composta l’Aviazione dell’Esercito si prepara ad affrontare le sfide del futuro per poter svolgere al meglio il proprio ruolo al servizio del paese in contesti interforze nazionali ed internazionali, confermandosi ancora come una componente determinante e insostituibile dell’Esercito.

Ricordiamo infatti che l’Aviazione dell’Esercito è sempre stata fortemente impegnata in tutte le missioni all’estero, della forza armata, con i propri elicotteri dal Libano alla Namibia, dalla Somalia al Mozambico, dai Balcani all’Iraq fino all’Afghanistan.

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Oggi l’AVES è sempre presente in Libano con gli elicotteri AB-212 ed AB-412, e in Afghanistan presso la base di “Camp Arena “ ad Herat con una componente composta da 21 elicotteri divisi in tre specifiche linee di volo AW-129 Mangusta, NH-90TTH e CH-47C Chinook che effettuano quotidianamente le missioni operative, di ricognizione e scorta armata, e logistiche e di trasporto nell’area di competenza del Regional Command West.
Dal 2006, anno in cui si sono schierati in Afghanistan, ad oggi, i baschi azzurri dell’Esercito hanno raggiunto il ragguardevole traguardo di circa 20.000 ore di volo, 6.765 missioni effettuate, 4.211 tonnellate di materiali movimentati e circa 69.000 persone trasportate nella regione ovest del paese, inquadrati nella Task Force Fenice attualmente articolata su un Comando di Reggimento, un gruppo di volo, un gruppo di sostegno, uno squadrone supporto logistico ed un forward MEDEVAC team (FMT) che si occupa del trattamento immediato dei feriti con capacità rianimatorie in volo.
La Task Force Fenice grazie al continuo e costante impegno dei suoi uomini e donne ha così raggiunto importanti traguardi riconosciuti anche in ambito internazionale.







Concludendo è importante anche ricordare che uno dei compiti istituzionali dell’AVES, nel quale si è più volte distinta, è il supporto alla popolazione civile in occasioni di eventi come ad esempio calamità naturali, una funzione Dual Use indispensabile e alla quale la nazione non può rinunciare, e che il CSM Gen. Graziano ha ricordato legandosi all’importante concetto che “è indispensabile essere sempre pronti ad intervenire e mantenere queste capacità.

Sul piazzale antistante l’hangar del 28° Gruppo Tucano, nel quale si è svolta la cerimonia, è stata organizzata una mostra statica con tutti gli elicotteri ed velivoli ad ala fissa attualmente in linea con l’AVES, e il primo esemplare del futuro elicottero da trasporto medio, ICH-47F Chinook, che nel prossimo futuro andrà a sostituire la linea CH-47C. Attualmente ancora in carico alla ditta costruttrice, il nuovo Chinook contribuirà a quel salto tecnologico, del quale si parlava prima, iniziato con l’AW-129 Mangusta e proseguito con l’NH-90TTH già in servizio operativo con molti esemplari. Ricordiamo ancora che l’Italia è stata la prima nazione utilizzatrice dell’NH-90TTH ad immetterlo in servizio operativo nello scenario di guerra dell’Aghanistan, comprovando così la grande efficacia di questo elicottero.

SCHEDA ICH-47F
Il primo Chinook versione F destinato all’Esercito Italiano (c/n 7801 matricola sperimentale CSX-81778) è andato in volo il 16 Giungo 2013 dallo stabilimento di AgustaWestland di Vergiate per la prima serie di test ai sistemi di gestione del nuovo velivolo. Questo elicottero fa parte di una commessa, firmata nel 2009 tra ARMAERO (Armamenti Aeronautici) e Boeing/AgustaWestland, più ampia che prevede 16 nuovi elicotteri più 4 in opzione e un supporto logistico per 5 anni.
Il modello ICH del Chinook F incorpora numerose migliorie che gli permettono di essere in linea con i moderni standard e programmi di digitalizzazione richiesti dall’Esercito Italiano e dalla NATO, come ad esempio un avanzato sistema di comunicazioni oppure il moderno sistema di gestione della “Situational Awareness” che permetterà al velivolo un’elevata interoperabilità anche nei nuovi scenari bellici e network-centrici. E ancora nuovi sistemi di missione, navigazione e di avviso di minacce; protezioni balistiche di nuova concezione e sistemi di auto protezione. Il tutto sarà integrato con comandi di volo digitali e cockpit con display MFD (Multi Function Display) ed un impianto motore che offrirà un incremento della potenza di circa il 17%.

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Un po’ di storia: Helitaly UNTAG – Namibia 1989
La Namibia è stata per lungo tempo teatro di una guerriglia interna che ha visto contrapposti da un lato la SWAPO (South West Africa People’s Organization), con il suo braccio armato PLAN (People’s Liberation Army of Namibia), sostenuta dall’Angola, da Cuba, dalla Russia e dalla Germania dell’Est e dall’altro lato il Sud Africa che l’aveva di fatto annessa legalmente nel 1915 e poi illegalmente nel 1966 durante le controversie legate ai vasti territori del South West Africa, che nel 1968 adottarono il nome di “Namibia”.
Nel dicembre del 1988 fu sottoscritto un accordo per la smilitarizzazione della Namibia, da parte del Sud Africa, e il ritiro dei militari cubani dall’Angola, per la successiva dichiarazione di indipendenza della Namibia del 1 aprile 1989.
A seguito della risoluzione dell’ONU 435/78 l’Italia intervenne, insieme ad altre nazioni, nell’ambito della missione dei caschi blu UNTAG – United Nations Transition Assistance Group con uno squadrone di 5 elicotteri AB-205 dell’allora ALE (Aviazione Leggera dell’Esercito) denominato Helitaly, come forza di interposizione delle Nazioni Unite incaricata di controllare la tregua fra Angola e Sudafrica nella regione.
La missione italiana iniziò il 30 marzo 1989 e terminò il 7 aprile 1990. In questo periodo i velivoli del contingente, che avevano come compiti quelli dell’evacuazione sanitaria, il SAR, il trasporto di persone e materiali per le unità operative ed il collegamento, effettuarono 1130 missioni per 2835 ore di volo dalle basi di Rundu e Ondagua, senza soffrire nessuna perdita.

Aviation Report e l’autore desiderano ringraziare il Comando dell’Aviazione dell’Esercito, il Col. M. Meola e il Cap. C. Brocolini dell’Ufficio Pubblica Informazione dell’Aviazione dell’Esercito e tutto il personale della base di Viterbo per l’opportunità concessaci.

Testo e immagini: Stefano Monteleone