Nei giorni 4, 5 e 6 gennaio 2019 trenta mongolfiere provenienti da tutta Europa si sono date appuntamento a Mondovì per il tradizionale raduno dell’Epifania giunto alla trentunesima edizione: un appuntamento immancabile per gli appassionati di questo sport, un’occasione imperdibile per vedere da vicino questi colossi del cielo che sanno regalare emozioni indimenticabili.
Dopo aver partecipato anni fa al raduno con il mio paramotore, quest’anno ho avuto la fortuna di essere ospite del mio amico Giovanni Aimo, uno dei piloti con maggiore esperienza in Italia ed in Europa, nonché istruttore di mongolfiera presso la Aimo Balloons. Della scuola di mongolfiera ne parlerò in un articolo a parte, intanto voglio raccontarvi del raduno dell’Epifania, evento unico nel suo genere che vale la pena di vedere almeno una volta nella vita.
Venerdi 5 gennaio parto presto da Alba (CN), dove vengo ogni anno a trascorrere le festività natalizie dalla famiglia di mia moglie, diretto a Mondovì attraversando Barolo ed altri paesini delle Langhe avvolti dal gelo del mattino. Arrivo presto al porto aerostatico di Mondovì: non voglio perdermi un istante di questa meravigliosa giornata, il tempo di conoscere Marco, l’addetto stampa della manifestazione, e si parte subito con il briefing per i piloti, dove l’organizzazione ragguaglia i piloti su condizioni meteo e decollo.
Si respira un’aria strana, tra il serio di chi deve garantire la sicurezza dell’evento e lo scanzonato di alcuni piloti un po’ fuori dalle righe, come l’equipaggio del “Rabadan Balloon Team”, che vola vestito da Village People, davvero singolari e divertenti. Adoro questo modo allego e ironico di vivere il volo, secondo me un po’ di sano umorismo non guasta mai! Saluto Giovanni, parliamo velocemente del volo e poi ci dirigiamo al Parco Europa, il luogo prefissato per il decollo.
E’ davvero strano vedere questo parco, che nelle prime ore del giorno era freddo e desolato (al mattino c’erano -5°c), trasformarsi in un luogo animato e colorato: animato della passione dei tanti piloti ed appassionati accorsi qui e colorato dai tessuti sgargianti ed un po’ eccentrici delle mongolfiere.
Osservo Aimo e gli altri componenti del team lavorare in maniera meticolosa per preparare la mongolfiera al volo, poi comincio a guardarmi intorno e vedo gli enormi sacchi lentamente srotolati sul prato che iniziano a prendere forma, dalla classica “goccia” per passare a quella di un enorme puma nero e ancora alla gigantesca moto da superbike realizzata dalla “Lindstrand Hot Air Balloons” e pilotata dal team olandese di Herman Kleinsmit, un pallone aerostatico alto 37 metri e lungo 46 che lascia tutti a bocca aperta!
Mongolfiere, puma e moto volanti, ma non solo: a Mondovì la vera protagonista è la gioia, quella vera e genuina dei bimbi e delle tante famiglie arrivate qui da ogni dove per ammirare questi colossi del cielo e per tornare a sognare. “No, il raduno dell’Epifania non è un semplice raduno di mongolfiere, ma per capirlo bisogna essere qui, in questo prato gelato ai piedi delle Alpi!” penso tra me e me mentre Giovanni fa gli ultimi controlli e mi fa salire sulla mongolfiera.
Il pallone silenziosamente si stacca da terra, tra i cori di “ooooohhhh” dei tanti spettatori a terra, poi si dirige verso nord spinto da una labile brezza. La mongolfiera, con il suo incedere lento, silenzioso e con la sua visuale a 360°, è l’ideale per ammirare la natura in tutta la sua genuina bellezza. La velocità è adrenalinica, la potenza che ti dà il volo con un aereo è senz’altro emozionate, il fatto di poter fare il giro della morte è eccitante ma la mongolfiera è un balcone sul mondo!
Osservo Giovanni e Florin, l’allievo che pilota la mongolfiera, studiare il vento e gli strumenti per cercare di raggiungere il porto aerostatico ma il vento sembra prendersi gioco di loro e continua a spingere il pallone in tutt’altra direzione. L’idea di non poter dare una direzione al proprio mezzo manderebbe in crisi la metà delle persone che conosco, a me invece questo modo di volare affascina: sai che sarà il vento a decidere la tua sorte e dove andrai, sta a te essere bravo a trovare, cambiando quota, il vento che ti spinga nella direzione voluta (sempre che ci sia questo vento).
Il sole si staglia alto in cielo risvegliando la pianura monregalese: osservo le Alpi maestose e fiere, il bellissimo abitato di Mondovì con la sua torre del XIV secolo, le tante mongolfiere che si disperdono in cielo spinte da chissà quale vento e dei caprioli che corrono liberi per nulla disturbati dalla nostra silenziosa ma “ingombrante” presenza: “capita spesso di vederli qui” esordisce Giovanni “ è il bello di questo volo, possiamo osservare gli animali da vicino senza disturbarli!”
Il vento si arrende di fronte alla bravura ed alla perseveranza del mio equipaggio e lentamente ci spinge verso il porto aerostatico e verso l’atterraggio: mi spiace un po’ onestamente, ormai c’avevo preso gusto e mi sentivo perfettamente integrato con la mongolfiera e con questo luogo così bello e suggestivo.
Ho avuto la fortuna di vivere una giornata molto intensa e di emozionarmi come non mi succedeva da tempo: ringrazio Giovanni Aimo e tutto il suo team per avermi accolto e fatto sentire uno di loro, cosa non facile, vi assicuro!
Ringrazio tutto lo staff del Raduno che si è fatto in quattro per organizzare in maniera cosi impeccabile questo evento; credo che nessun complimento potrà mai ricompensarvi del duro lavoro fatto quanto vedere la felicità negli sguardi dei bambini e dei tanti appassionati in decollo…ed io di bambini felici ne ho visti tanti!
Se ho un rimpianto in questa giornata, è quello (utopistico) di non aver potuto portare con me le tante persone che erano a terra per far vivere loro le stesse emozioni che ho provato io. Questo reportage vuole in qualche modo, far vivere al lettore una seppur minima parte delle tante emozioni provate in questa giornata.
Testo e immagini: Emanuele “Manè” Ferretti